Regia: Christopher Smith
Cast: Franka Potente, Vas Blackwood, Sean Harris, Jeremy
Sheffield
Produzione:
Gran Bretagna/Germania
Anno: 2004
Durata: 81 minuti
Dopo aver abbandonato un party per andare alla ricerca di George Clooney, la snob Kate si addormenta sulla banchina della metropolitana londinese. Quando si risveglia, non solo l’ultimo treno è passato da un pezzo, ma si accorge di non essere sola. Nei tunnel si aggira una presenza con intenzioni poco rassicuranti.
Il regista Christoper Smith, al suo primo lavoro importante, decide di
girare un film ambientato in uno di quei posti che nel quotidiano ci
incutono timore: la metropolitana. L'ambiente claustrofobico, la paura
degli attentati o forse semplicemente quel tunnel buio che inghiottisce
il treno su cui sei appena salito sono elementi che, se gestiti come si
deve, creano da soli l'atmosfera per un horror coi fiocchi. E nel film
di Smith l'atmosfera non manca di certo, grazie ad una fotografia ben
curata e credibile: il bagliore dei neon della stazione della
metropolitana alternato alle buie tubature dell'impianto fognario di
Londra sono l'ambiente ideale per raccontare una storia di paura. Ma,
come dice il proverbio, l'abito non fa il monaco e in questo film
purtroppo c'è solo l'abito. Quello che manca totalmente è anche solo
l'ombra di un prete.
La "trama" del film (chiamiamola "trama" perchè non si può certo parlare
di sceneggiatura) ha più buchi di un colapasta e le inverosimiglianze si
sprecano, a partire dalla giustificazione della permanenza forzata di
Franka Potente nella metropolitana. Non è per niente credibile che
un'estenuante attesa di sei minuti, dico sei lunghissimi minuti,
permetta alla protagonista di controllare la borsa più volte, annoiarsi,
finire un paio di bottigliette mignon di superalcolici, annoiarsi di
nuovo e poi addormentarsi come un bambino, senza sentire il treno che ti
sfreccia a pochi centimetri. Non è credibile nemmeno la presenza del suo
antipatico collega a complicare la situazione. Senza parlare delle
numerose scene da cinema di serie Z seminate quà e là nella pellicola.
Il film avrebbe potuto finire molto prima se solo i protagonisti
avessero ucciso il cattivo quando ne avevano occasione: in più di una
scena, il mostro dopo essere stato colpito violentemente, rimane
tramortito a terra e i protagonisti, invece di finirlo come la logica ci
suggerisce, scappano. E' vero che la ragazza mezza nuda (ma neanche
troppo) che scappa su dalle scale invece di prendere la porta e fuggire
è uno di uno degli elementi canonici più pecorecci del cinema horror, ma
qui c'è la presunzione di realizzare un film "serio" e scene del genere
non sono ammissibili. D'accordo che stiamo guardando un horror a basto
costo e con poche pretese e dovremmo accontentarci degli sbudellamenti e
degli spaventi, ma un po' di rispetto per l'impressione di realtà ci
deve essere.
Ma non finisce qui, perchè il film cerca anche di toccare temi più
profondi quali le differenze sociali degli abitanti di Londra, mettendo
a confronto la vita agiata ma frivola della superficie (lo scopo della
serata della protagonista è quello di vedere George Clooney) e quella
più profonda dei senzatetto che vivono nella metro afflitti da problemi
di droga ma con il concetto di famiglia ben stampato in mente, cane
compreso. Questo gioco di dislivelli metropilitani e morali è talmente
inopportuno che l'unico risultato che ottiene è di rendere ridicoli
entrambi i modi di vivere.
In sostanza un brutto esordio di un regista che ha del talento visto che
il suo seguente Severance non è affatto malaccio ed è carico di
grottesca ironia. Magari avesse virato sul grottesco, anche questo Creep
avrebbe funzionato.
Come horror però è un fallimento.
Voto: 4,5
(Andrea Costantini)