Titolo originale:Hawcha
Regia: Byun Young-joo
Cast: Lee Sun-kyun, Kim Min-hee, Cho Sung-ha, Kim Byeol, Choi Il-hwa,
Choi Deok-moon, Kim Min-jae
Sceneggiatura originale: tratto dal romanzo Il Passato di Shoko di Miyabe Miyuki edito in Italia
Nazione: Corea del Sud
Anno: 2012
Durata: 117 minuti
Jang Mun-ho è in viaggio con la fidanzata Kang Seon-yeong per incontrare i genitori di lui, in vista del loro imminente matrimonio. Durante una sosta Seon-yeong scompare dalla macchina, lasciando le chiavi inserite e gli sportelli aperti. Mun-ho ne denuncia la scomparsa, ma la polizia non sembra prenderlo sul serio. Al ritorno trova la casa di lei completamente svuotata e scopre che la sua fidanzata era stata appena contattata da un comune amico della banca in merito a certe pregresse irregolarità nei suoi conti. Decide quindi di chiedere aiuto a suo cugino, un ex detective della polizia, il quale scopre che la ragazza non è la persona che dice di essere.
Tratto da un romanzo giapponese di successo, Helpless declina con
maestria il tema della donna misteriosa senza un passato. La prima cosa
che Mun-ho scopre, quasi subito dopo la scomparsa della donna, è che
Seon-yeong non è il suo nome, ma quello di un’altra persona la quale, a
seguito della morte di sua madre, ha ereditato una somma di denaro. Si
mette così sulle tracce di questa donna per scoprire la vera identità
della sua futura sposa.
L’atmosfera quotidiana e rassicurante cede quasi da subito il passo alla
sottile inquietudine di chi si trova a fare i conti col fatto che tutte
le sue convinzioni erano errate e che la donna che stava per sposare non
ha un passato identificabile, nessuna amica e nessuna traccia di una
vita precedente al loro incontro.
L’ottima interpretazione di Lee Sun-kyun insinua a più riprese nello
spettatore il dubbio che egli non voglia in realtà sapere, e che quello
che gli è accaduto potrebbe compromettere per sempre il suo delicato
equilibrio mentale. L’indagine copre la gran parte del racconto e lo
spettatore viene coinvolto quasi subito dall’ambiguità della situazione
e dalle torbide trame che avvolgono la storia della donna. Usando a
pretesto una cauta riflessione sul tema dell’identità, Helpless si
sofferma a più riprese sul significato del passato nella vita di
ciascuno di noi. Seon-yeong non è chi dice di essere, ma se la sua
precedente vita nasconde davvero un segreto, che senso ha per Mun-ho
tentare di scoprire quale è la causa di tanto affannarsi? E infine, cosa
è disposta a fare Seon-yeong pur di coprire le sue tracce e sottrarsi al
suo passato?
La regia pulita, limpida, per lo più in esterni, contrasta con i
contenuti a mano a mano più torbidi, che emergono da una narrazione
ellittica e gravida di dettagli, mentre i flashback, rari momenti di
tregua nella serrata rappresentazione, non fanno che accrescere nello
spettatore il desiderio di conoscere davvero questa donna, di cui tutti
finiscono per parlare, ma che nessuno ha mai realmente visto.
Il tutto è narrato con ritmo sostenuto che regge senza apparente peso la
durata complessiva, e le progressive acquisizioni aggiungono
un’ulteriore enfasi sui dettagli, che a mano a mano chiariscono un
quadro complesso, certo, ma molto avvincente.
La buona prova di tutto il cast completa un lavoro accurato e senza
sbavature. E se alla fine il messaggio è che il passato è da
considerarsi imprescindibile per la reale conoscenza di una persona, in
questo caso si può aggiungere che il fatto in sé di conoscere una
persona non sempre coincide con la certezza di sapere chi essa sia in
realtà.
Voto: 7
(Anna Maria Pelella)