Regia: Paul Haggis
Cast: Russel Crowe, Elizabeth Banks, Liam Neeson, Olivia Wilde,
Brian Dennehy, Jonathan Tucker, Lennie James, Moran Atias, Sean Huze,
Jason Beghe
Paese: Stati Uniti
Anno: 2011
Durata: 125 minuti
John Brennan (Russel Crowe) è un normale professore di college che
conduce una vita in piena tranquillità con la moglie e il figlio.
L’uomo si ritrova catapultato in un incubo quando la polizia arresta sua
moglie Lara (Elizabeth Banks): accusata di omicidio è condannata a venti
anni di reclusione. Convalidata la sentenza anche in appello, a John non
resta che un’unica possibilità per salvare la donna: l’evasione.
Fino a che punto può spingersi un uomo pur di salvare la donna che ama?
È questo l’interrogativo che si presenta spontaneo mentre scivolano via
le immagini di "The next three days", un film dove un discreto Russel
Crowe metterà in gioco la sua vita, le sue regole, il suo modo di vedere
il mondo. Persa infatti la fiducia in quel sistema di democrazia e
giustizia che ha recluso una innocente, il protagonista non esita un
solo istante a imboccare la via traversa, quella del crime e della
violenza. Quella del denaro che può aprire ogni porta e lui, ordinario
professore di letteratura in un college pubblico, si lascerà trascinare
dall’oscurità dove ha iniziato a muoversi, fino al punto di uccidere un
criminale per impossessarsi dei suoi soldi.
Nel complesso un buon film, dove all’inizio prevale il dramma,
sottolineato dalla solida tenacia di John nell’affrontare l’arresto e la
condanna di Lara. Poi la parte centrale, con una veloce ma fondamentale
comparsa di Liam Neeson, nei panni di un ex detenuto che spiega a John
che evadere non significa semplicemente scappare di prigione, ma
pianificare meticolosamente la fuga, in modo da sapere sempre cosa fare,
quando e come farlo.
La fine, con John che riesce a far fuggire Lara dall’ospedale dov’è
ricoverata, è una lotta frenetica contro un tempo tiranno, contro le
contromosse della polizia per isolare la città e stringere così la rete
intorno ai fuggitivi.
Sebbene dal promo mi fossi aspettato un film diverso, con un ritmo più
serrato e colpi di scena “a fiumi”, non posso che dare un giudizio
positivo su "The next three days" e la ragione va ricercata nella
meticolosità con la quale il regista ha messo in evidenza l’aspetto
umano dei personaggi.
Non ci troviamo di fronte al classico eroe pronto a sfasciare il mondo
per l’ingiustizia subita, ma viene presentato un individuo qualunque che
si ritrova a vivere il dramma del distacco dalla donna che ama. Un uomo
disperato che imbocca una strada che potrebbe essere tentata da chiunque
nella stessa situazione.
Non c’è retorica, non ci sono altisonanti proclami giustizialisti,
soltanto il desiderio di vivere la propria vita in serenità assieme alla
propria famiglia.
Voto: 7
(Stefano Milighetti)