La zona morta

Titolo originale: The dead zone
Regia: David Cronenberg
Cast: Christopher Walken, Martin Sheen, Brooke Adams, Tom Skerritt, Herbert Lom
Paese: USA
Anno: 1983
Durata: 103 minuti

TRAMA

La vita del mite professore Johnny Smith viene sconvolta da un terribile incidente automobilistico in seguito al quale cade in un coma profondo. Cinque anni dopo si risveglia e scopre che Sarah, la sua fidanzata si è sposata con un altro uomo. Ma non è l'unico cambiamento avvenuto nella sua vita: Johnny ha acquisito l'inquietante e straordinario potere di vedere il destino delle persone con un semplice contatto fisico.

RECENSIONE

Nel 1983 David Cronenberg, un affermato regista canadese, aveva già sconvolto il mondo con la sua capacità di sviluppare sullo schermo l'orrore più viscerale, mai visto prima d'ora. Opere come "Brood, Il demone sotto la pelle", "Scanners" e "Videodrome" sono dei veri e propri pugni nello stomaco e sono diventati dei cult movie nel giro di poco tempo.
Il successo e le esigenze lo hanno portato a spostarsi negli Stati Uniti, dove il suo estro malato incontra un altro indiscusso genio del genere: il Re del brivido Stephen King.
Il risultato è straordinario.
Per la prima volta nella sua carriera, Cronenberg abbandona (in parte) i suoi cliché, ad esempio le mutazioni, le perversioni e la malattia intesa come deformazione del corpo e analizza profondamente un altro tipo di malformazione, quella mentale del protagonista del film, magnificamente interpretato da Christopher Walken, che con la sua stranezza fisica e bravura interpreta alla perfezione il ruolo dell’angosciato professore.
Un viaggio in un incubo che parte con la brutta notizia del matrimonio della sua fidanzata Sarah con un altro uomo avvenuto durante il suo stato comatoso. Per lei sono passati cinque lunghissimi anni di sofferenza e attesa, mentre per Johnny, rimasto incosciente per quel lungo periodo, il tempo sembra non essere passato affatto. Ancora scosso dalla scoperta, si accorge della sua capacità di vedere il futuro delle persone e, di conseguenza, modificarlo.
Nonostante l’interesse da parte dei media, Johnny si sente comunque un mostro.
Vorrebbe sfruttare il suo potere per fare del bene, ma quello che riesce a trovare nell'animo dell'essere umano è solo violenza, perversione e avidità di potere. E il regista trova pane per i suoi denti in una storia che rappresenta il marcio degli uomini e il loro futuro senza speranza.
E la folgorante domanda su Hitler sull'eventuale possibilità di eliminarlo prima che si trasformi in sanguinario dittatore che Johnny pone al suo medico curante e amico, ci trasmette l'enorme disagio che il protagonista prova dentro di sé. La conoscenza dei fatti non ancora avvenuti è devastante e, nonostante il lieto fine faccia capolino dietro l'angolo, non sarà facile ottenerlo senza acquistare un biglietto di sola andata per l'inferno.
Voto: 8
(Andrea Costantini)