Titolo originale: 30 days of night: dark days
Regia: Ben Ketai
Cast: Kiele Sanchez, Rhys Coiro, Diora Baird, Harold Perrineau, Mia
Kirshner
Paese: Stati Uniti
Anno: 2010
Durata: 90 minuti
Ci sono film dei quali il seguito non dovrebbe essere mai girato,
neppure se il finale lascia intendere possibili evoluzioni e/o nuovi
capitoli. Questo è quanto sarebbe dovuto succedere per "30 giorni di
buio", piccolo gioiello vampiresco venuto alla luce in un momento in cui
i vampiri sono diventati vittime di tediosi cliché romantici che hanno
fatto perdere spessore a una della “bestie” notturne più care al mondo
horror.
"30 giorni di buio II" è un film che lascia poco, che alla fine fa
cadere l’occhio sull’orologio, lasciando lo sfortunato spettatore
amareggiato per aver sprecato 90 minuti della propria vita.
La storia si svolge circa un anno dopo la distruzione della città di
Barrow (Alaska) e la protagonista è Stella (Kiele Sanchez, apparsa in
alcuni episodi della terza stagione di Lost), moglie del compianto
sceriffo Eben Oleson (Josh Hartnett), l’inflessibile ammazza vampiri
della prima pellicola.
Affiancata da Paul (Rhys Coiro), Amber (Diora Baird) e Todd (Harold
Perrineau), Stella si getta a capofitto in una caccia senza tregua volta
a scovare e uccidere Lilith (Mia Kirshner), regina dei vampiri che si
nasconde in una nave ancorata nel porto di Los Angeles.
Tra colpi di scena prevedibili e ben poca della tensione che invece
abbondava nel primo film, le vicende si snodano in maniera monotona e
fastidiosa tra sparatorie e scene di dissanguamenti che servono soltanto
a ribadire la ben nota avidità ematica dei vampiri.
Impegnata in uno scontro all’ultimo sangue (!!!!) con Lilith in persona,
Stella riuscirà ad avere la meglio sulla “regina dei dannati”,
beffandola grazie a quello stesso sangue che la vampira usava per lunghi
bagni tonificanti.
Il finale, con la protagonista tornata tra le nevi perenni dell’Alaska
dove tutto aveva avuto inizio, ha quasi del grottesco, con Stella che
cerca di far resuscitare l’ormai defunto Eben, dissotterrato per
l’occasione da un terreno che in teoria dovrebbe essere ghiacciato che
più ghiacciato non si può, ma che la nostra eroina riesce a dissodare
con la disinvoltura dell’agricoltore navigato.
Plausibili e accettate tutte le licenze poetiche del caso, specialmente
per un horror, ma in questo film, dai risvolti volutamente splatter e
dalla trama insipida, giunti alla fine, con i titoli di coda che
scorrono lenti e inesorabili sullo schermo, la domanda che sorge
spontanea è una soltanto: perché?
Perché fare il seguito di un buon film che, dopo tutto, non ne aveva
bisogno?
Perché ci sono produttori disposti a sprecare soldi in questo modo?
Ma soprattutto, perché mai ho avuto la malsana idea di noleggiare questo
dvd?
Voto: pessimo
(Stefano Milighetti)