Regia: James Cameron
Cast: Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen
Lang, Michelle Rodriguez, Giovanni Ribisi, Joel Moore, Wes Studi, Laz
Alonso, Dileep Rao, Matt Gerald, Sean Anthony Moran, Jason Whyte, Med
Tech, Scott Lawrence
Nazione: Usa
Anno: 2009
Durata: 162 minuti
Jack, un ex marine, viene inviato insieme a una spedizione sul pianeta Pandora, abitato da una razza umanoide e ricco di risorse minerarie. La popolazione locale vive in completa empatia col pianeta e non ha mai avuto contatti con altri. Il piano degli scienziati è quello di infiltrare militari all'interno della popolazione indigena per poi prendere possesso del pianeta. Ma Jack, e alcuni altri si innamoreranno del luogo e della sua popolazione e cercheranno di impedirne la distruzione.
Ci sono diversi modi di approcciare al commento di un film del genere.
Il primo e sicuramente quello di maggiore rilievo, riguarda il comparto
tecnico e la messa in scena complessiva. Ovvio che, dato il notevole
dispendio di risorse, siamo di fronte a un lavoro tecnicamente perfetto.
Non c'è nulla che non sia stato curato nel più piccolo dettaglio e, di
conseguenza, niente è lasciato al caso. Il pianeta e i suoi abitanti
sono il meglio che ci si possa, al momento, aspettare dall'accurato
lavoro in computer grafica di un manipolo di grossi esperti senza
praticamente nessun limite di budget.
La poesia sottesa al concetto di un pianeta in empatia coi propri
abitanti ricorda i sogni nostalgici dei figli dei fiori e, in verità
rapisce anche un pochino lo spettatore dal cuore non ancora indurito del
tutto dalla realtà politica attuale. Inoltre le immagini hanno quel
sapore magico e leggermente onirico, che regala il brivido in 3d del
videogioco totale. Insomma siamo dentro il sogno di una natura che ha
vinto, prima di svegliarci a colpi di arma da fuoco e scoprire che era
solo una vittoria temporanea.
Gli americani e in particolare i militari si sa, amano l'ordine e le
risorse di un pianeta non possono restare là dove sono originate, devono
per forza entrare a far parte di un qualche progetto per arricchire
qualcuno.
A questo punto si entra nel vivo della questione se sia lecito o meno
aspettarsi qualcosa di più da un siffatto capolavoro tecnico.
Forse è pretendere troppo, ma una trama degna di questo nome ci sarebbe
stata più che bene. Però è anche vero che, di fronte a tale stupita
meraviglia solo lo spettatore più insensibile e ingrato si sognerebbe di
chiedere anche un senso al tutto.
Gli sceneggiatori americani, che non sono mai tenuti in gran conto nella
realizzazione di un film, in questo caso danno il peggio nel saccheggio
di tutte, ma proprio tutte, le icone storiche e fantasmatiche della
storia locale.
Abbiamo nell'ordine: cinquant'anni dopo "L'invasione degli ultracorpi",
un gruppo di ex marine che decide di far parte di un esperimento il
quale gli consentirà di possedere il corpo di un indigeno e fingere di
essere lui, ovviamente col segreto intento di colonizzare il pianeta e
impossessarsi delle risorse di cui è ricco. Vi ricorda nulla?
Poi c'è un'invasione a terra con gli elicotteri, stile Vietnam, con
tanto di militari cattivi, manca solo la cavalcata delle valchirie e il
napalm di prima mattina. La novità in questo caso è che dietro i
militari ci sono le multinazionali. Davvero una gran novità.
Inoltre c'è uno sterminio della popolazione indigena, inizialmente
pacifica, che ricorda assai da vicino quello dei nativi americani, un
nome carino per definire la popolazione indiana prima che venisse
cacciata dalla sua terra e ridotta a sopravvivere nelle riserve. E
infine un'esportazione massiccia di democrazia mai vista neanche in
Iraq, col conseguente passaggio alle ruspe della foresta amazzonica
locale. I nativi vengono prontamente addestrati alla battaglia, di cui
non sospettavano neanche l'esistenza prima di essere invasi,
dall'americano buono che ha perso la sua identità abitando il corpo di
un indigeno e frequentando una ragazza del posto. Residui di melassa
avanzati dal "Titanic" infestano la parte centrale del film, che però si
riprende alla grande nella battaglia finale a colpi di mitragliatrici e
con un bel ritorno in grande stile dell'antico eco-vengeance.
Tutto qua. Sarebbe da considerarsi un peccato, se veramente fosse mai
stato possibile pensare che una parte, anche piccola, di tutto quello
che è stato speso per la realizzazione, potesse andare a uno
sceneggiatore. Magari europeo. Uno non così ossessionato dalla storia
americana da dover ancora una volta passarla in rassegna tutta per non
dimenticare. Sperando che la gente intanto si beva il fatto che, a
volte, ci sono americani buoni che contravvengono agli ordini, in nome
dell'amore per qualcosa di cui manco sospettavano l'esistenza: un
pianeta pacifico.
Ma tant'è. Adesso se non vogliamo passare per i soliti guastafeste ci
tocca dire che comunque il film è bellissimo e merita la visione, cosa
del tutto vera. Ma purtroppo questo non esime lo spettatore dal provare
una leggera rabbia di fronte all'ennesima presa per i fondelli,
mascherata da sentimenti buonisti, e dal desiderio di mostrare l'altra
faccia dell'America. Quella che ha votato Obama. Ma che al momento sta
con le braccia incrociate aspettando che i militari finiscano con le
ruspe e con l'esportazione di democrazia residua dell'amministrazione
precedente.
Voto: 7
(Anna Maria Pelella)