Regia: McG
Cast: Christian Bale, Sam Worthington, Anton Yelchin, Moon Bloodgood,
Common, Bryce Dallas Howard, Roland Kickinger, Helena Bonham Carter, Chris Ashworth
Sceneggiatura: John D. Brancato, Michael Ferris
Produzione: USA
Anno: 2009
Durata: 115 minuti
Nel 2018, lintelligenza artificiale Skynet, per mezzo delle potentissime macchine
che controlla, ha portato il mondo alla rovina e ridotto gli uomini alla schiavitù. Ma
vari gruppetti di ribelli, capeggiati da John Connor, leader spirituale e carismatico,
resistono ancora e combattono la minaccia robotica.
E quando ormai sembra vicino il giorno della vittoria, per mezzo di una strategia
offensiva che le macchine non potrebbero contrastare, si affaccia sul mondo il misterioso
Marcus, giustiziato quindici anni prima ma, apparentemente, ancora vivo e vegeto.
Di tutte le saghe cinematografiche, che tanta pellicola e tempo, spesso a sproposito,
hanno consumato, la trilogia di "Terminator" era forse una delle poche da cui ci
si poteva aspettare, con curiosità, una nuova puntata, soprattutto se ambientata in quel
tetro futuro profetizzato così tante volte da James Cameron nei primi due, immortali
episodi.
Ma, ora che la frittata è stata fatta, e per di più con uova marce, scaldate su padelle
incrostate di sporcizia, è doveroso chiedersi perché un franchise tanto importante, sia
per le notevoli vette qualitative raggiunte che per il sempre alto giudizio del pubblico,
sia stato affidato (di nuovo) a mani tanto squilibrate e poco affidabili.
Perché è disastroso, disastroso oltre ogni immaginazione il lavoro svolto in fase di
sceneggiatura da quegli orchi cannibali che rispondono al nome di Brancato e Ferris (perle
come "Catwoman" e "Primeval" nel curriculum, ma anche il "The
game" finchiano). Voragini narrative, incongruenze a secchiate e credibilità
contestuale risibile sono infatti i punti forti di questo aborto espulso dal fantastico
duo, punti forti che rendono indigeribile, inguardabile, insostenibile la pellicola, se
non per mezzo di gloriosi attacchi di risate a cui, qua e là, è impossibile sottrarsi.
Ma non basta.
Non ci sono personaggi degni di nota, in "Terminator salvation", ma soltanto
figure anonime, burattini senzanima, creati saccheggiando i più grossi successi di
un certo cinema post-atomico ("Mad Max" su tutti). Militari saccenti dagli
ideali irremovibili, eroi coraggiosi ma ancora troppo teneri per poter contare qualcosa,
colossi granitici, dagli sguardi di pietra, e poi lui, John Connor, il leader della
resistenza, che altro non è se non un semplice, mediocre, comunissimo uomo motivato da
spirito di unità e fratellanza.
Non cè carisma, in questi personaggi (John e Marcus), non cè attrazione o
simpatia (le comprimarie femminili, mai così inutili; la bambina; Kyle Reese), tutto è
pallido, moscio, incolore.
E la situazione è aggravata da dialoghi abominevoli, piatti, superficiali, labc del
film action destinato alla tv più scrausa, dove tutto, tutto, è prevedibile per mezzo di
quello sguardo o di quel gesto.
E non cè fantasia, creatività, inventiva. "Terminator salvation", quando
non copia gli altri è una lunga, tiepida, interminabile autocitazione (basta, basta,
basta! con la solita, infinita battaglia conclusiva in fonderia). Ci si stanca, e in
fretta, in queste due ore scarse dove, a conti fatti, non succede niente. Perché la
spettacolarizzazione non riempie i vuoti dello script, ma anzi, ne enfatizza i tanti punti
deboli.
E serve a poco il buon lavoro di McG, che centra una manciata di sequenze di splendido
virtuosismo e indovinata masturbazione visiva. Difficile infatti non rimanere stupiti di
fronte al piano sequenza sullelicottero, o al gran ritmo adrenalinico della fuga di
Kyle e Marcus e al conseguente inseguimento coi droni-bikers.
Ma non ci sono basi su cui poggiarsi, e anche la migliore inquadratura finisce per
crollare sul suolo di una sceneggiatura ridicola, ridicola, ridicola, che nessuno, nemmeno
il peggior detrattore, avrebbe mai auspicato alla saga, neanche dopo il trascurabile terzo
episodio.
A questo punto ci toccherà sorbirsi anche gli inevitabili nuovi capitoli, che, causa
dovere morale, ogni buon cinemaniaco sarà costretto a guardare. Ma magari, chissà,
Skynet farà in tempo a dominare il mondo prima che ciò accada.
Voto: 4
(Simone Corà)