Regia: M. Night Shyamalan
Cast: Mel Gibson, Joaquin Phoenix, Rory Culkin, Abigail Breslin, Cherry
Jones, M. Night Shyamalan, Patricia Kalember
Soggetto e sceneggiatura: M. Night Shyamalan
Montaggio: Barbara Tulliver
Musiche: James Newton Howard
Fotografia: Tak Fujimoto
Scenografia: Douglas M. Mowart
Nazione: USA
Anno: 2002
Durata: 103 minuti
La famiglia Hess viene improvvisamente a conoscenza di alcuni strani fenomeni avvenuti nel loro campo di grano, nel quale sono state realizzate inquietanti e bizzarre figure apparentemente prive di significato. Nessuno è in grado di spiegare cosa stia succedendo.
Si sa, i film di M. Night Shyamalan, non sono mai fini a se stessi, cè sempre un
qualcosa, un particolare, un significato nascosto dentro di essi che li rende unici e
differenti dalla maggioranza dei prodotti commerciali che ogni anno vengono sfornati a
Hollywood.
Emblematico esempio è questo Signs, opera quarta del regista indiano,
preceduta da Ad occhi aperti (1997), Il sesto senso (1999) e
Unbreakable (2000), incentrata sul fenomeno dei crop circles, i cosiddetti
cerchi nel grano, in merito al quale, ancora oggi, si hanno purtroppo poche informazioni
utili al fine di svelare chi, o meglio, cosa cè dietro...
La storia, come tutte quelle raccontate nella filmografia di Shyamalan, ha luogo in
Pennsylvania, precisamente nella solitaria e tranquilla contea di Bucks, dove risiede la
famiglia Hess, composta da Graham (Mel Gibson), ex reverendo che ha perso la fede in Dio
in seguito alla tragica morte della moglie, suo fratello Merrill (Joaquin Phoenix) e i
suoi due figli Morgan (Rory Culkin) e Bo (Abigail Breslin).
Una mattina, la famiglia viene alla scoperta di bizzarre quanto inquietanti ed immense
figure disegnate nel loro campo di grano; tutti sono sconvolti e nessuno sembra sapersi
spiegare come possano aver potuto prendere forma simili fenomeni.
Quella di Shyamalan è una delle opere più complesse e geniali che si siano mai viste in
questo ultimo decennio, non tanto per la rappresentazione fantascientifica così raffinata
ed insolita messa in scena dal regista ma più che altro per langosciante ed
affascinante sfondo mistico e filosofico che si può intravedere, in particolar modo,
nella parte iniziale e ancor più in quella finale della pellicola.
Il fenomeno dei crop circles compone solo la parte più superficiale della storia, che in
realtà, se vista nella giusta ottica, non è altro che una drammatica e, come detto,
angosciante ed affascinante riflessione sulla filosofia Divina, sul rapporto tra
lessere umano e Dio, tra i segni che Egli ci manda per comunicare con noi e la
nostra conseguente reazione. Nel film vengono spesso utilizzate espressioni come: se
cè veramente qualcosa sopra di noi... etc. E chiaro che la prima
allusione che sorge in mente allo spettatore quando sente la parola qualcosa
sopra di noi, visto il contesto in cui ci troviamo, è quella agli extra-terrestri,
poiché, effettivamente, sono loro uno dei punti cardine dellintera vicenda ma,
esattamente come Dio, sono entità che a nessun essere umano esistente sulla faccia della
Terra sono mai apparse con assoluta certezza.
E la riflessione su questi due elementi laspetto che rende Signs
un film veramente speciale, che oltre a vantare una realizzazione tecnica oltremodo
superba e unambientazione veramente suggestiva e adatta, che ricorda a grandi linee
i migliori Stephen King e Alfred Hitchcock, questultimo grande ispiratore del modo
di fare cinema di Shyamalan, ha inoltre una sceneggiatura, firmata dallo stesso regista,
che riesce a mescolare diversi argomenti, non solo quelli già menzionati, con estrema
disinvoltura senza mai fare confusione e tenendosi ben distante da eventuali inutili
eccessi.
Molte sono le scene sublimi in questa opera di Shyamalan, una su tutte, quella notturna
del dialogo tra Graham (Gibson) e Merrill (Phoenix) circa la suddivisione delle persone in
due precise categorie: coloro che credono che ci sia qualcuno lassù che li possa
proteggere dalleventuale minaccia che incombe e coloro che sono convinti, invece, di
essere completamente soli nelluniverso e che qualunque cosa succeda, la loro vita
può essere salvata solo da loro stessi.
Probabilmente, Signs rappresenta, per ora, lapice creativo
dellintera filmografia del regista, che da allora, a cominciare dal successivo
The village (2004), ha realizzato film (Lady in the water,
The happening) di cui lindustria cinematografica americana odierna
poteva fare volentieri a meno.
Voto: 8
(Francesco Manca)