Regia: J.J. Abrams
Cast: Chris Pine, Zachary Quinto, Eric Bana, Simon Pegg, Winona Ryder,
Zoe Saldana, Karl Urban, John Cho, Bruce Greenwood
Sceneggiatura: Roberto Orci, Robert Kurtzman
Produzione: USA
Anno: 2009
Durata: 127 minuti
Per contrastare una fazione di Romulani ribelli, guidati da Nero, in viaggio nel tempo per vendicarsi della Federazione, Spock li segue per proteggere il suo miglior amico, il capitano Kirk, che è ancora un giovane cadetto di belle speranze, e se stesso, lo Spock del passato.
Con un mediocre "Mission impossible III" come prima e finora unica regia
cinematografica, il re delluniverso pop e patinato J.J. Abrams aveva bisogno di un
titolo forte, vincente e spettacolare per conquistare anche il grande schermo dopo aver
prodotto il giocattolo catastrofico "Cloverfield" e aver monopolizzato i
meccanismi televisivi come guru della serie fanta-thriller "Alias", papà
dellintreccio fanta-filosofico di "Lost" e creatore del recente
"Fringe".
Lazione, esplosiva impronta personale di Abrams (basti pensare ai frenetici episodi
di "Alias" che portano la sua firma in cabina di regia), è un vortice di botti,
deflagrazioni, scatti, grida e respiri mozzati, ed è il primo, devastante impatto che si
ha con "Star Trek", prequel alla prima e leggendaria serie TV targata 1966.
Dieci minuti folgoranti che spazzano via quarantanni di storia sci-fi a base di
tutine aderenti e teletrasporti, dieci minuti che frantumano la fredda e calcolata
lentezza del telefilm allinsegna di combattimenti spaziali colorati e roboanti,
dieci minuti che sorprendono e annichiliscono e lasciano quasi spaesati, anche e
soprattutto per la strizzata docchio alla saga rivale di "Star Wars".
E non cè un minuto di respiro in queste due ore di corse perdifiato, viaggi
interstellari, paradossi temporali, buchi neri, creature mastodontiche e implosioni
planetarie. Si viene travolti da una dottrina totalmente votata a quellazione
caciarona e divertente che non può non suscitare simpatica curiosità verso chiunque, dal
trekkiano incallito allo spettatore occasionale della domenica pomeriggio.
Orci e Kurtzman (autori degli episodi più intricati e appassionanti di "Alias",
ma anche di quella schifezza dello script di "Transformers" e di quello anonimo
di "M:I III") giocano con i salti nel tempo, sentimenti repressi e rivalse
razziali, umorismo e finta meccanica, e riescono a comprimere molta carne al fuoco in una
sceneggiatura dallappeal lineare, scorrevole, indovinato e smaccatamente
accattivante.
Probabilmente si respira unaria troppo compressa, e la rapidità con cui convivono e
si intrecciano dialoghi, montaggio e riprese al fulmicotone a volte è forse eccessiva,
lasciando lo spettatore stupito e stordito allo stesso tempo.
Ma la cura con cui Abrams tiene la situazione sotto controllo, gestendo una pellicola dal
ritmo infuocato e incontenibile, sbalordisce nelle sequenze più concitate (il già citato
prologo, la discesa in paracadute e relativa scazzottata sulla sonda romulana). Niente è
lasciato al caso, e pur in una struttura commerciale e sensibile al palato di tutti (non
viene versata una sola goccia di sangue in tutto il film), lattenzione riservata ai
particolari mostra un Abrams privo di rivali nellormai inevitabile conquista del
mondo intero.
Impensabile e prodigiosa la prova di Zachary Quinto nei panni di uno Spock rigido e
inflessibile: era cosa difficile immaginare come latteggiamento beffardo e spietato
del Cylar della serie TV "Heroes" potesse trasformarsi nella ferrea compostezza
vulcaniana, ma Quinto si dimostra attore estremamente flessibile anche se non appare una
sola espressione in quel volto dalle sopracciglia diritte e dai capelli a spazzola.
Ottima la prova del resto del cast, a partire dal marginale ma sempre straordinario Simon
Pegg, passando per la bella ma severa Zoe Saldana, lirresistibile Anton Yelchin,
Karl Urban, Eric Bana e Chris Pine nei panni di un capitano Kirk che, con una
caratterizzazione così ancorata agli stereotipi action (fusto, coraggioso, stronzo e
casanova), rappresenta forse lombra più scura dellintera pellicola.
Parti minori ma non meno importanti anche per Winona Ryder e soprattutto per lunico
e vero Spock, Leonard Nemoy.
Immenso il lavoro effettistico, ricco di meraviglie visive sbalorditive (indimenticabili
le navi romulane e le sonde sputafuoco); bombastico quanto serve laccompagnamento
sonoro, enfantico e magniloquente nella misura giusta per un film di questa taratura.
Star Trek: da vedere e rivedere, senza mai correre il rischio di stancarsi.
Voto: 7,5
(Simone Corà)