Regia: Thomas e Charles
Guard
Cast: Elizabeth Banks, Arielle Kebbel, Emily Browning, David Strathairn,
Maya Massar, Danny Bristol, John Prowse, Matthew Bristol
Nazione: Usa
Anno: 2009
Durata: 87 minuti
Anna perde la madre nel corso dell'incendio della foresteria vicino casa. Di ritorno dopo un breve soggiorno in un ospedale psichiatrico, scopre che l'infermiera che curava sua madre, malata da tempo, è la nuova compagna di suo padre. Inoltre i rapporti tra la donna e sua sorella Alex sembrano piuttosto difficili. Un giorno le due scoprono che la futura matrigna ha in realtà un nome diverso da quello che ha dato a suo padre, e da quel momento i sospetti sulla donna si fanno a mano a mano più concreti.
All'annuncio di ogni nuovo remake americano di un film asiatico i fan del cinema tutt'ora
più innovativo cominciano, ormai giustamente, a tremare. Questo "The uninvited"
vorrebbe essere l'adattamento del bellissimo "A tale of two sisters" (Janghwa,
Hongryeon) di Kim Ji-woon, ma finisce tristemente per svilire un film che risultava
talmente ben congegnato da mettere i brividi.
Mentre nell'originale strisciava sottile l'inquietudine e l'acrimonia tra i personaggi
regnava sovrana, qua abbiamo la totale assenza di ogni emozione, sia sulle facce sperdute
degli interpreti, che nei cuori degli annoiati spettatori, e una tale semplificazione dei
contenuti da sembrare un insulto all'intelligenza del pubblico.
Anna torna a casa dopo un soggiorno in un ospedale psichiatrico, causato dallo shock della
morte di sua madre. E fin qui tutto bene. Poi scopre che l'infermiera di lei si è presa
il posto vacante e dorme con suo padre. E anche qui, niente di nuovo. La sorella odia la
futura matrigna. E questo era uno dei cardini della trama originale, il solo incontro tra
le due era fonte di un'ansia potentissima e di indimenticabili schermaglie, completamente
incentrate sugli sguardi, carichi di una violenza tanto più pericolosa perchè mai
apertamente espressa, se non in rarissimi terribili passaggi.
Ma stranamente in questo caso non si riesce ad evocare il terrore e l'inquietudine dei
sentimenti mai neanche sussurrati, i quali qui invece finiscono per essere urlati in
perfetto stile americano, perdendo così tutta la loro potenza. Nell'originale l'armadio
della camera di una delle ragazze ha qualcosa che non va, mentre qui abbiamo la foresteria
infestata. E anche in questo caso il sottile insinuare insito nella rappresentazione di un
quotidiano niente affatto rassicurante, è sostituito semplicemente da ridicole scene di
infestazioni dal contenuto chiaramente proiettivo e effetti speciali di seconda mano.
Ma quando la matrigna popputa, bionda e ipervitaminizzata cerca la complicità di Anna, lo
spettatore il quale ha, seppur tenue, il ricordo del lontano film del 2003 comincia ad
accusare il colpo. La sceneggiatura scivola presto nel ridicolo, con le due sorelle che
sfuggono l'arpia bionda per tutta la quadratura della vasta casa, insinuazioni lasciate
cadere qua e là dal primo che passa e pure dal secondo, apparizioni del fantasma di
mammà e il finale, per fortuna mutuato dall'originale, che mette fine al tormento di
tutti, spettatori inclusi.
Non resta neanche l'ombra della costruzione accuratissima ad opera di Kim Ji-woon, che
teneva in piedi senza nessuna difficoltà una trama intricata, rappresentata in due
lentissime ore piene quasi soltanto di scricchiolii e sinistre occhiatacce. La tensione
presente in un intero racconto che si svolge in gran parte tra le pareti di una casa, in
questo caso è svenduta in cambio delle inquadrature in esterni più luminose della storia
dell'horror e di tre belle ragazze pure troppo in salute.
E se nell'originale il tutto risultava alla fine veramente inquietante, oltre che ben
architettato, era comunque grazie anche alla sensazionale prova di tutto il cast, cosa
questa del tutto assente in questo remake totalmente inutile.
Detto questo, come spesso accade ultimamente, il consiglio è di recuperare il dvd
dell'originale, non fosse altro che per scoprire in quanti nuovi modi possiamo trovare
inquietanti le solite vecchie pareti di casa.
Voto: 4
(Anna Maria Pelella)