Regia: Duane Stinnett
Cast: Enrique Almeida, Howard Alonzo, Reggie Bannister,Stephen Basilone,
James C. Burns, Christine Conradt, Rocky Costanzo, Ethan Ednee, Terrence Evans, Janine
Foster, Corey Foxx, Dave Gist, Noel Gugliemi, Geraldo A. Iglesias, Dayana Jamine, Thaddeus
Jaworsky, Ryan King, Danny Martinez, Cazimir Milostan, Michelle PerdueMay, Krissann
Shipley
Nazione: USA
Anno: 2006
Durata: 90 minuti
In seguito alla caduta di un meteorite, un gruppo di persone si trasformano in zombie che, in breve tempo, contageranno anche il resto della popolazione.
Sebbene il film rivolga espliciti omaggi a vari frammenti della filmografia di George A.
Romero, i morti viventi non sono lunico cardine della storia, che racconta con
sorprendente originalità le (dis)avventure di alcuni ragazzi afro americani dediti alla
malavita, che proprio mentre stanno per concludere un affare (sporco), vengono, a loro
insaputa, tenuti sotto controllo da alcuni poliziotti che finiranno poi in pasto agli
zombi.
Il punto forte della pellicola di Duane Stinnett, non è la quantità di sangue o
lalto contenuto splatter presente nelle (ben poche) scene truculente, bensì, la
presenza di una sceneggiatura articolata in modo originale e che richiama in qualche modo,
anche se a grandi linee, per quanto riguarda lincipit iniziale, i caratteri e le
atmosfere febbrili dellultimo Spike Lee, vale a dire, quello di Sucker free
city.
Lelemento horror aggiunto alla pellicola è solo un sostegno ad una storia già di
per sé discreta, che anche senza lintervento, assolutamente non necessario, dei
morti viventi, sarebbe stata, ovviamente se sviluppata interamente su questa direzione,
davvero godibile e per nulla sgradevole come lo sono tanti, troppi soggetti
cinematografici di questi ultimi periodi.
Come detto, non bisogna vedere City of the dead pensando ai vari Romero,
Carpenter o altri veterani del genere horror made in USA, ma è piuttosto da prendere come
una sorta di esercizio di stile che non punta allintrattenimento visivo con ingenti
dosi di gore, ma invita alla riflessione su aspetti molto più profondi, che potevano
benissimo rimpiazzare per intero la componente horror, che pur non creando particolari
noie, offusca notevolmente il phatos che si stava venendo a creare.
Peccato.
Voto: 6
(Francesco Manca)