Regia: Chris Gorak
Cast: Rory Cochrane, Hector Luis Bustamante, Jon Huertas, Max Kasch, Mary
McCormack, Will McCormack, Emeka Nnadi, Tony Perez, Marisol Ramirez, Scotty Noyd Jr.
Sceneggiatura: Chris Gorak
Produzione: USA
Anno: 2006
Durata: 96 minuti
In seguito a numerose esplosioni che rilasciano materiale tossico nellaria, Brad è costretto a barricarsi in casa, mentre sua moglie Lexi tenta di sopravvivere nella zona del disastro.
Budget risicato ma tante idee, "Right at your door" cresce di sospiro in sospiro
attraverso un substrato psicodialogico che permette a Brad, Lexi e vari comprimari di
trapassare lo schermo in più di unoccasione. La tensione che si accumula in una
pellicola costituita quasi esclusivamente su dialoghi e smorfie di preoccupazione implica
la diretta partecipazione agli eventi che segnano la Los Angeles raccontata da Chris
Gorak. Una Los Angeles che, giustamente, impazzisce al momento dellesplosione delle
bombe chimiche, creando caos, confusione, istinto omicida di sopravvivenza - il tutto
scandito dal ritmico notiziario della radio, che aggiorna la situazione per tutti i
novanta minuti del film - per poi essere messa da parte in favore degli eventi che
segneranno per sempre le vite di Brad e Lexi.
Ancorato in una casa di plastica il primo, non molto distante dal cuocere vivo per via del
nastro adesivo che serra ogni fessura e impedisce alle tossine di entrare
allinterno, esposta alla cancrena chimica la seconda, vivono un impossibile rapporto
vicino/lontano, simbolicamente e materialmente rappresentato dalla tela trasparente che li
divide.
Va da sé che per costruire due terzi di una pellicola soltanto su una coppia di sposini
che vede pian piano, inesorabilmente, la fine del loro matrimonio, si necessita di una
buona maestria nel delineare dialoghi e stati danimo. E bontà vuole che Gorak
riesca a eccellere nella stesura di uno script brillante e vincente, anche se questo,
giocoforza, continua a girare attorno a se stesso, sfiorando, palpando e rigirando i temi
trattati in continuazione.
Fondamentale comunque lapporto di una coppia di attori affiatata (insicuro ed
esitante Rory Cochrane, decisa e rabbiosa Mary McCormack), che rende viva la disperazione
che fa perdere loro i capelli e li conduce un po alla volta alla pazzia. Buono anche
il lavoro delle figure comprimarie, che regalano un contorno di personaggi sì di secondo
piano, ma di grande respiro psicologico per lapprofondimento della trama.
Maschere antigas e cattiveria abbondante invece per i soldati, disegnati come consuete
impersonificazioni del male, privi di sentimento e di cervello. Un attacco antimilitarista
sicuramente un po troppo facile, soprattutto se paragonato alla profondità
strutturale della pellicola, ma che, calati nel contesto, scaturisce un odio liberatorio
che fa sempre piacere provare.
Gorak filma con camera a mano, per sottolineare linsicurezza e la fragilità di
qualsiasi carattere sottoposto a una pressione insostenibile, per poi esplodere in un
finale di rara cattiveria. Ad accompagnarlo, un reparto musicale minimalista e ossessivo,
a tratti anche fastidioso nella sua predissequa ripetizione di suoni e rumori.
Abbiamo tra le mani un prodotto a tratti sorprendente, per la naturalezza con cui un certo
realismo da fiction diventa concreto e possibile (niente horror, qui, quindi zero mostri,
zombie, cavallette mutanti ed emo cannibali). Visione obbligatoria.
Voto: 7
(Simone Corà)