Regia: Bertrand Tavernier
Cast: Tommy Lee Jones, John Goodman, Peter Sarsgaard, Kelly Macdonald,
Mary Steenburgen, Justina Machado, Ned Beatty, James Gammon, Pruitt Taylor Vince, Levon
Helm, Buddy Guy, Julio Cedillo, Alana Locke
Sceneggiatura: tratta dal romanzo "In the electric mist with
confederate dead" di James Lee Burke, edito in Italia da Mondadori col titolo
"L'occhio del ciclone"
Anno: 2008
Nazione: Usa
Durata: 117 minuti
Dave Robicheaux è un detective con problemi di dipendenza dall'alcol. Frequenta l'Alcolisti Anonimi e indaga sulla morte di una giovane donna. Per caso si trova a fermare per guida in stato di ebbrezza un attore, Elrod Sykes e l'uomo gli parla del ritrovamento delle tracce di un vecchio omicidio, sul set presso cui sta lavorando, conducendolo poi sul posto. Nel frattempo le indagini di Robicheaux si concentrano su un personaggio locale, Julie Balboni, che nega di aver mai conosciuto la vittima. Ma una vecchia foto, e la tenacia del detective, gli creeranno non pochi problemi. Intanto un vecchio generale della confederazione sembra prendere possesso dei sogni di Dave.
La Louisiana post Katrina non è un posto allegro. Soprattutto perchè piove spesso e le
paludi del piccolo centro, in cui la storia è ambientata, non riescono a nascondere tutto
il marcio. I morti sembrano emergere letteralmente dal fango, e quelli del passato
finiscono per confondersi con quelli del presente. Un generale confederato, morto ormai da
tempo, abita i sogni e i deliri alcolici di Dave, poliziotto non proprio immacolato, e
dalla sgradevole tendenza a perdere le staffe. Le sue indagini procedono sbilenche e non
sempre quello che finisce per trovare è quello che inizialmente stava cercando. E quando
la sua tenacia comincia a mietere vittime dal lato sbagliato della barricata, Dave passa
il segno e si mette fare cose di cui, in verità, lo intuiamo capace già dalle prime
inquadrature.
"In the electric mist" è un film duro, di quelli senza troppe speranze, e meno
che mai possibilità di redenzione. I personaggi sono ambigui e sgradevoli. Dave ha come
unica risorsa un carattere tenace, ma la sua dipendenza dall'alcol e l'intrinseca volontà
di incastrare i colpevoli, anche passando sopra le regole, lo portano assai lontano dallo
stereotipo del poliziotto integerrimo in uniforme immacolata e dal cuore puro, archetipo
del genere e mito americano dei tempi passati.
La storia parla di assassini, prostitute, razzismo e corruzione. Un piccolo centro del sud
è sicuramente pieno di storie passate imbevute di razzismo, ma di accadimenti recenti a
base di corruzione, omicidi di giovani donne e rapimenti di bambine incolpevoli, si
farebbe volentieri a meno. Ma tant'è, eccoci di fronte ad un'altra delle mille storie
americane, raccontata ancora una volta con mano ferma e volontà di fotografare un
momento, che potrebbe esser al di là da venire, con la stessa facilità con cui è appena
passato.
Tavernier opta per una narrazione asciutta, scevra da qualunque sottolineatura, lasciando
solo lo spettatore davanti al duro compito di digerire una storia nera, senza che mai essa
venga, anche solo per un istante, alleggerita da un qualsiasi raggio di luce.
Tommy Lee Jones è ormai da tempo l'archetipo dello sceriffo di frontiera. E la sua
maschera, stanca e disillusa, si accorda bene col dolore di un personaggio che, non solo
ne ha viste di tutti i colori, ma ne ha anche fatte altrettante, senza che mai lo sfiori
il dubbio di esser rimasto vittima del marciume che aveva giurato di combattere.
Certo il fatto che sia tratto da un romanzo di successo crea l'inevitabile confronto col
lavoro originale, la cui complessità in verità, appare assai difficile da rendere sullo
schermo, e non soltanto perchè parte di una serie di romanzi incentrati sulla figura del
detective Robicheaux.
Ma la mano sicura del regista, e la buona scelta del cast, che funziona in sè assai
meglio della storia stessa, rendono interessate un lavoro il cui contenuto non si può
certo definire particolarmente originale.
Voto: 6,5
(Anna Maria Pelella)