Regia: John Erick Dowdle
Cast: Jennifer Carpenter, Steve Harris, Jay Hernandez, Johnathon Schaech,
Columbus Short, Andrew Fiscella, Rade Serbedzija, Greg Germann, Bernard White, Dania
Ramirez, Elaine Kagan, Marin Hinkle, Joey King, Jermaine Jackson, Sharon Ferguson
Anno: 2008
Nazione: Usa
Durata: 89 minuti
Angela lavora come reporter e, insieme al suo operatore video, è in visita in una caserma dei pompieri dove realizza un servizio sul loro operato. Durante la serata arriva una chiamata e Angela segue i pompieri nel loro intervento. Si trova così all'interno di un palazzo, da cui è partita una richiesta di aiuto a causa di un condomino che si sta comportando in maniera strana. La faccenda precipiterà in breve tempo e Angela e il suo collaboratore si troveranno intrappolati nello stabile.
Ci risiamo. Ecco un remake di cui davvero nessuno sentiva l'esigenza. Passi per lo
sbiancamento culturale dei film asiatici, passione ultima degli sceneggiatori americani
che, con risultati discontinui si sono dedicati al sistematico saccheggio del cinema
attualmente più innovativo.
Ma rifare un film europeo, già di per sè fatto bene, senza neanche cambiare
un'inquadratura, è un'operazione di cui davvero non si capisce il senso. Tutto il film è
una copia carbone del celebre REC, le uniche aggiunte sono nella blanda esplicitazione di
un versante splatter, che poco aiuta la storia, in tutto si tratta di due inquadrature, e
il risultato ha la disturbante apparenza di un prodotto fatto esclusivamente per bissare
un successo europeo sotto la firma di un regista americano.
Ovviamente la cosa potrebbe funzionare solo nel caso che non si sia visto l'originale, dal
momento che conoscere in anticipo anche le inquadrature non aiuta certo la tensione.
Motivo per cui questo film ha una sua ragion di esistere solo nelle lande desolate di
stati dove probabilmente REC non è stato distribuito. Per il resto del mondo e, in
special modo l'Europa, il film non ha davvero nessun motivo di interesse. Dialoghi che in
originale suonavano per lo meno concitati, se non altro per l'abitudine spagnola di
parlare tutti insieme, qua assumono connotati soporiferi. La regia impersonale, se non
altro per il fatto che è ripresa per intero da quella di un altro, e le inutili aggiunte
di un morto ammazzato a colpi di videocamera e di una sparatoria attraverso i vetri del
palazzo, rendono ridondante l'operazione e inutile anche un tentativo da parte dello
spettatore di trovarvi un senso.
Ma andiamo per ordine, abbiamo un certo numero di condomini intrappolati in un palazzo.
Nell'originale sono in Spagna e sono tutti in pieno pettegolezzo circa le cause dello
strano comportamento di alcuni di loro, l'attribuzione delle responsabilità a persone di
altra etnia, visti come possibili portatori di chissà quale strano morbo e la normale
cattiveria tra condomini appare se non credibile, almeno possibile. Ma in America, dove i
rapporti impersonali sono la norma, e nessuno guarda in faccia il proprio vicino sembra
davvero fuori luogo un intero condominio nell'androne di un palazzo che si dispera per
cause ancora da accertare. E la blanda xenofobia da quelle parti in questo periodo è
anche un tantino pericolosa. I soldati americani, a differenza di quelli spagnoli, sparano
a chi prova ad affacciarsi, e qua ci si può anche stare, dal momento che in America
solitamente in presenza di problemi si usa sparare, ma che nessun condomino a questo punto
abbia un arma mi pare quanto meno sospetto. E via così, il film procede palesemente in
bilico tra il desiderio di seguire la ricetta dell'originale e il tentativo di
americanizzazione delle dinamiche, finendo per non esser più nè l'uno nè l'altro. E
allo spettatore, a questo punto, non resta altro da fare che recuperare il dvd originale e
spaventarsi sul serio, al solo sbirciare nella tromba delle scale del più celebre
condominio dai tempi di Almodovar.
Voto: 4
(Anna Maria Pelella)