Regia: Paul W.S. Anderson
Cast: Jason Statham, Joan Allen, Ian McShane, Tyrese Gibson, Natalie
Martinez, Max Ryan
Produzione: Usa
Anno: 2008
Durata: 105 minuti
Nel 2012 leconomia americana è collassata e la disoccupazione è arrivata alle stelle, mentre le Corporation hanno preso il potere e le prigioni sono state privatizzate. Jensem Ames, ex pilota che lavora come operaio in unacciaieria, viene accusato ingiustamente di aver assassinato la moglie, arrestato e trasferito a Terminal Island, il più grande penitenziario degli Stati Uniti. Qui, sotto il pugno di ferro di Warden Hennessey, direttrice del carcere, viene organizzata la Death Race, che viene poi diffusa in pay-per-view garantendo enormi profitti. Il problema è che la star del programma, Frankenstein, è appena stato polverizzato da un missile durante lultima corsa, e a Hennessey serve un pilota che prenda il suo posto. E se il povero Ames fosse stato incastrato proprio per assicurare alla direttrice un nuovo pilota?
Se qualcuno ancora ricorda il vecchio Anno 2000: la corsa della morte (1975),
prodotto ai bei tempi della factory di Roger Corman con la regia di Paul Bartel, sappia
che questo remake di Paul W.S. Anderson viaggia per tuttaltri lidi. Se
loriginale era una sgangherata satira dal gusto decisamente camp,
Death Race si prende molto sul serio, nei limiti di un onesto prodotto
dintrattenimento. Se siete dei patiti di Carmageddon, videogioco
ispirato proprio al film di Bartel, e adorate macchine pesantemente modificate dotate di
napalm, lanciamissili e mitragliatrici calibro 50, questo è il film che fa per voi. La
stessa struttura della Death Race è pensata come un videogame, in cui i partecipanti
devono affrettarsi ad assicurarsi i bonus disseminati sullasfalto (armi o scudi),
prima che un avversario più furbo o più veloce li faccia esplodere in mille pezzi,
riducendo le auto in carcasse annerite di metallo fumante. Nonostante il videoludico
massacro on the road, Death Race si può ascrivere agevolmente al filone
carcerario, da Fuga da Alcatraz a Le ali della libertà, da cui
mutua uninfinità di stereotipi. Dal meccanico di Ames (un ottimo Ian McShane), che,
pur libero, ha preferito tornare in carcere perché incapace di adattarsi al mondo
esterno, alla direttrice carogna fino alla guerra tra bande, si può dire che Paul W.S.
Anderson, anche autore della sceneggiatura, abbia dato fondo a tutto il repertorio
disponibile. Non che questo sia poi un gran difetto, visto che i dialoghi e il plot non
sembrano ambire ad essere candidati ad alcun premio, se non forse al Razzie Award. Anche
il tema dei ludi gladiatorii come mezzo per anestetizzare le masse viene tenuto in secondo
piano, visto che evidentemente quello che interessa al regista è lavorare di montaggio e
far volteggiare la macchina da presa durante le sfide tra Ames/Frankenstein e il suo
acerrimo nemico, Machine Gun Joe, al ritmo martellante della colonna sonora di Paul
Haslinger, ex dei Tangerine Dream.
In questo senso il film può dirsi riuscito, anche per merito della fotografia metallica e
virata di Scott Kevan e per le suggestive scenografie di Paul Denham Austerberry, che ha
usato come set della corsa una zona industriale abbandonata di Montreal. Joan Allen è una
subdola Hennessey, mentre Jason Statham, che interpreta da anni tutti i personaggi allo
stesso modo, è funzionale al ruolo e, come action hero, è comunque molto
più credibile dellinetto Vin Diesel. Paul W.S. Anderson ("Resident Evil",
"Alien vs Predator") si conferma un solido mestierante della serie B, in grado
di sfornare senza troppi problemi stupidi ma spassosi action estivi come questo
Death Race.
Una delirante didascalia finale, dati i numerosi e spettacolari incidenti, scoraggia i
teen-ager dal tentarne lemulazione mentre, per i cormaniani, ricordiamo che nella
versione originale il Frankenstein del prologo ha la voce di David Carradine, che
interpretava il personaggio nel film del 1975.
Voto: 6
(Nicola Picchi)