Regia: Uwe Boll
Cast: Will Sanderson, Jonathan Cherry, Tyron Leitso, Clint Howard, Ona
Grauer, Ellie Cornell
Sceneggiatura: Dave Parker, Mark A. Altman
Nazione: Canada/USA/Germania
Anno: 2003
Durata: 90 minuti
Un gruppo di giovani ragazzi si sta recando verso lIsla de la Muerte per un rave
party.
Al loro arrivo, però, lisola (sembra) completamente deserta, così i ragazzi si
mettono alla ricerca dei loro compagni davventure. Non sanno però che quel
territorio è infestato da creature demoniache assetate di sangue.
Come ben sappiamo, il periodo cinematografico estivo è, ormai da parecchi anni a questa
parte, ricco di pellicole di genere horror che invadono letteralmente le nostre sale e che
trascinano in massa giovani di tutte le età curiosi di scoprire quale sarà
la prossima trovata che potrà procurare qualche spavento e sobbalzo sulla
poltrona.
Nellestate 2003, uscì al cinema House of the dead del regista tedesco
Uwe Boll, quello che oggi è considerato, almeno in larga parte da pubblico e critica,
come uno dei peggiori cineasti viventi, insomma, un degno erede del leggendario Ed Wood,
al quale Tim Burton, nel 1994, si è ispirato per dar vita ad uno dei suoi indiscussi
capolavori.
Detto e ribadito ciò, dal peggior regista del momento è quantomeno inutile
aspettarsi chissà quale capolavoro, e tanto per mantenere fede alle aspettative, diciamo
subito che questo House of the dead, per altro tratto dallomonimo
videogioco del 1996 della mitica SEGA, che riceverà anche una menzione speciale
allinterno della pellicola, è un vero e autentico... mi è difficile trovare il
termine appropriato... scempio. Diciamolo in questo modo.
Ammetto apertamente che sono davvero pochi i film che, durante (e dopo) la visione, mi
hanno creato un simile ribrezzo, ma chi dice che larte deve essere solo
bella? Perché non può esistere anche unarte che, perdonate la poca
eleganza del concetto, fa schifo?
Mi sono avvicinato a questo film più per un fatto di curiosità che per un reale
interesse; ero ansioso di scoprire che effetto mi avrebbe provocato trovarmi davanti ad
unopera (rimaniamo nel contesto arte) del peggior artista dellarte
cinematografica contemporanea, e non sono affatto rimasto deluso. Mi ha disgustato, e
forse, anzi, molto probabilmente, questo non era lintento del regista Uwe Boll, ma,
almeno per questa volta, ho ricevuto da un film esattamente quello che mi aspettavo, e mi
ritengo, allegoricamente parlando, soddisfatto.
Per il resto, se proprio vogliamo rivolgere ulteriori critiche alla pellicola di Boll,
possiamo dire che manca totalmente di qualsiasi punto che possa convincere lo spettatore a
pensare, anche solo per un istante, che non è una completa ciofeca. Boll gira
con uno stile, guarda caso, da videogioco, ma come, teoricamente, dovrebbe essere, lo
spettatore non si sente minimamente coinvolto nella vicenda, reale o virtuale che sia, e
pare che lo stesso regista sia lunico a divertirsi con il suo film/videogioco. Non
si riesce a capire se sia effettivamente un horror o un orrendo action-movie che non
farebbe invidia neanche ai vari Chuck Norris e Steven Segal di turno. I protagonisti
sembrano comandati proprio con un joystick, e lo confermano alcuni dialoghi al limite del
comico/surreale.
In definitiva, se, dopo la visione, si avverte lirrefrenabile esigenza di togliersi
il saporaccio dalla bocca, rifatevi il palato con uno dei capolavori del
repertorio di genere degli anni che furono, perché, ricordatevi bene che anche
lhorror, con i suoi Maestri di una volta, ha avuto una sua dignità.
Voto: 2
(Francesco Manca)