Titolo originale: Mirrors
Regia: Alexandre Aja
Cast: Kiefer Sutherland, Paula Patton, Cameron Boyce, Erica Gluck, Amy
Smart, Mary Beth Peil, John Shrapnel
Produzione: USA
Anno: 2008
Durata: 110 minuti
In quel di New York (ma è Bucarest), Benjamin Carson, ex poliziotto con propensione alla bottiglia, trova un lavoro come guardiano notturno al Mayflower, un grande magazzino distrutto da un incendio cinque anni prima. Il protagonista scopre che il suo predecessore si era tolto la vita tagliandosi la gola con un frammento di specchio, e non tarda a rendersi conto che ledificio potrebbe essere infestato.
Implacabile come la morte e le tasse, arriva lennesimo remake americano di un horror
asiatico, in questo caso il pregevole Into the mirror del coreano Kim
Seong-ho, che poteva vantare la sottigliezza della ghost story unita ad unindubbia
pulizia formale. Questa volta il misfatto viene perpetrato da Alexandre Aja, uno dei più
talentuosi registi della nuova ondata horror francese, già autore di Alta
tensione e del riuscito remake de Le colline hanno gli occhi, e duole
dire che si tratta di un pesante passo indietro rispetto alle opere precedenti. Superfluo
aggiungere che la sceneggiatura, firmata dallo stesso regista e da Gregory Levasseur,
abbandona ben presto le rarefatte suggestioni delloriginale, di cui mantiene però
la conclusione, per imbastire un tedioso pasticcio a base di schizofrenia, possessioni,
suore e monasteri, ingiustificabile da ogni punto di vista. Lontano dai prediletti carnai
con variopinti festoni di sangue e budella, Aja non ha il polso per governare la
situazione e preferisce esacerbare i toni, ma questa volta lapproccio adrenalinico
non funziona e si traduce in un totale fraintendimento del plot. Le avventure del
peripatetico Kiefer Sutherland, a dire il vero unAlice un po imbolsita,
attraverso lo specchio, non suscitano interesse bensì uninvincibile sonnolenza. Per
la prima mezzora linquieto aggirarsi di Ben Carson per i fatiscenti corridoi
del Mayflower, tra manichini carbonizzati e manifestazioni sovrannaturali alquanto
iettatorie, ricordano, ma infinitamente meno riuscite, un qualsiasi survival horror della
Capcom. In seguito, forse preoccupato dal ritmo un po lasco, Aja preferisce lasciare
il campo libero a una meccanica quanto prevedibile successione di presunti effetti shock,
tra cui la scena gore dello sradicamento della mascella, che sortisce effetti
involontariamente comici riportando alla memoria alcuni momenti di Larmata
delle tenebre di Sam Raimi. La parte finale poi, con salvataggio in extremis della
moglie con prole al seguito dalle malintenzionate manifestazioni fantasmatiche, è un
campionario dello stereotipo più vieto e il definitivo trionfo del déjà-vu. Il tutto è
completato da buoni effetti speciali (i soliti Nicotero & Berger) e da una sciagurata
CGI sotto il livello di guardia. Kiefer Sutherland, che sembra in trasferta da
unepisodio di 24, si conferma attore mediocre se non pessimo, e lo
stesso può dirsi del resto del cast, ma va considerato che i dialoghi rasentano spesso
limbarazzo e avrebbero messo in sicure difficoltà anche attori ben più dotati di
quelli prescelti. Forse però Aja ha voluto lanciare una sorta di SOS che invoca a gran
voce di essere decodificato: sequestrato dalla 20th Century Fox e costretto a sfornare
insulsi remake, con questo Mirrors vuole dirci che il suo cinema è ormai
costretto ad essere il pallido riflesso di quello che potrebbe essere.
Voto: 4
(Nicola Picchi)