Regia: Mathieu Kassovitz
Cast: Vin Diesel, Michelle Yeoh, Lambert Wilson, Charlotte Rampling,
Gerard Depardieu, Melanie Thierry
Produzione: USA, Francia
Anno: 2008
Durata: 90 minuti
Il mercenario Toorop riceve da Gorsky, un mafioso russo, un incarico che non può rifiutare: deve far arrivare clandestinamente negli Stati Uniti una ragazza di nome Aurora, scortandola fino a New York. Ma la ragazza, cresciuta in un convento, è dotata di misteriosi poteri e anche altri sono sulle sue tracce.
Quando un regista si dissocia pubblicamente dal proprio film, le aspettative si orientano
pericolosamente verso il basso. E quello che è accaduto con Babylon
A.D., il cui autore, Mathieu Kassovitz, ha dichiarato che la Fox non gli ha mai dato
la possibilità di girare una scena così come era stata concepita, e che non gli è stato
permesso di rispettare la sceneggiatura. Kassovitz aggiunge che il film è solamente
violenza e stupidità, e che si è trattato di unesperienza
terribile. Non si può che dargli ragione, dato che lesperienza è
oggettivamente terribile anche per lo spettatore e, se con la violenza non si abbonda poi
così tanto, si cerca di compensare con la stupidità. E anche vero che il regista,
dopo il fulminante esordio de Lodio nel lontano 1995, non ha più
indovinato un film, e forse i demeriti andrebbero equamente ripartiti.
Tratto dal romanzo Babylon babies dellottimo Maurice G. Dantec, non solo
il film non riesce a restituirne la complessità, cosa che si dava per scontata, ma lo
ridicolizza inventandosi personaggi francamente improponibili, come la suora Rebecca
interpretata da Michelle Yeoh (in originale, unisraeliana del Mossad armata di
AK-47), o rimestando senza fantasia in situazioni da b-movie, girate male e montate anche
peggio. La semplificazione della trama era in un certo senso obbligata, dato che Dantec
predilige possenti quanto stimolanti elucubrazioni pseudofilosofiche, ma non certo la sua
completa obliterazione a favore del nulla assoluto, che resterà sullo stomaco anche ai
consumatori compulsivi delle multisale. Il mondo distopico dipinto da Kassovitz estremizza
le angosce e le tensioni del presente alla maniera de I figli degli uomini di
Alfonso Cuaron, di cui Babylon A.D. pare una versione trash, ma le
disavventure del mercenario Toorop a spasso nel futuro prossimo venturo, passando dal
Kazakhistan a Vladivostok e dallAlaska al Canada, suscitano un tedio profondo
persino nelle anemiche scene dazione, che sembrano gli scarti rimasti in sala di
montaggio di un qualunque James Bond. Le caratteristiche messianiche della giovane Aurora
e le sbandierate preoccupazioni per il futuro del pianeta, che il regista parrebbe voler
rimarcare con lentusiasmo del neofita, sconcertano per la banalità
dellassunto, almeno quanto sconcerta il risultato complessivo per
lapprossimazione della regia, dato che persino in film obiettivamente indifendibili,
come I fiumi di porpora o Gothika, Kassovitz azzeccava qualche
sporadica sequenza.
Vin Diesel, dopo alcune parentesi non troppo felici in cui ha cercato di riciclarsi, torna
alla monolitica espressività di Riddick ma rimane incapace di dire una battuta, sia pure
la più elementare come quelle che tocca subire in Babylon A.D.. In più la
situazione è notevolmente peggiorata da assurdi camei, un Depardieu con un inutile naso
posticcio, un imbarazzato Lambert Wilson e una spiritata Charlotte Rampling, nonchè da un
finale fastidioso per stucchevolezza, didascalismo spicciolo e becera ovvietà. Completano
il tutto pessimi effetti CGI e risibili scampoli cyberpunk, mentre lunica nota
positiva è la fotografia di Thierry Arbogast, collaboratore storico di Luc Besson. Che
altro aggiungere? Lasciatelo perdere e leggete Babylon babies, appena
ripubblicato con il medesimo titolo del film per sfruttarne luscita.
Voto: 4
(Nicola Picchi)