Regia: Lucky McKee
Cast: Patricia Clarkson, Agnes Bruckner, Bruce Campbell, Lauren Birkell,
Jane Gilchrist, Emma Campbell, Gordon Currie, Rachel Nichols
Sceneggiatura: David Ross
Produzione: USA
Anno: 2006
Durata: 91 minuti
Heather è una ragazza problematica e difficile, che viene mandata in un collegio femminile situato in mezzo a un bosco. Ben presto si accorgerà che nel bosco vivono strane presenze, e che anche il collegio nasconde misteriosi segreti sepolti nel passato.
Spendere e spandere parole per sottolineare limpronta lasciata dallinquietante
Darione nazionale in ogni cultura cinematografica è oggigiorno inutile quanto lo sono le
sue ultime incriminate produzioni. Senza il delirio stregonesco di "Suspiria",
infatti, David Ross non avrebbe mai avuto delle fondamenta solide per costruire lo script
de "Il mistero del bosco", quarta opera di Lucky McKee (già visto luccicare nei
"Masters of horror" con "Sick girl", e soprattutto in "May",
piccolo gioiello da tramandare ai posteri).
Appare chiaro che ogni singola particella di pellicola è biologicamente costruita come un
macroscopico omaggio/citazione: dal collegio only for girls sperduto nei boschi
alle tre streghe danzanti, passando ovviamente per la protagonista furbetta e socialmente
disadattata. Tuttavia non ci vuole molto per estraniarsi dallopprimente ma
affascinante senso di déjà vu. "Il mistero del bosco" percorre infatti
sentieri sicuri, nei quali un horror sopraffino ed elegante è sempre in agguato, armato
di scelte narrative che lo distanziano quel tanto che basta dal caposaldo argentiano.
Buon lavoro di script, quindi, che delinea personaggi stereotipati ma con
unapprezzata tridimensionalità e una certa attenzione ai particolari. Attenzione
riscontrabile anche in coloriti passaggi di trama (la progressione orrorifica finale, ma
anche notevoli intuizioni atmosferiche disseminate lungo i novanta minuti), che dimostrano
come la struttura portante del film sia solida, variegata e che, nonostante la palese
derivazione, possa anche rilevarsi accattivante.
Nessuna sindrome da "Ghost house" o da nu horror, in "Il mistero del
bosco": ne consegue una totale allergia ai facili balzi dalla sedia (assenti
giustificati, sia ringraziato Odino), vista la totale devozione a unatmosfera oscura
e opprimente, impreziosita da unambientazione (gli anni 60) e relativo tema
portante genuinamente sinistri.
Su tutto gigioneggia McKee: la sua regia è precisa, attenta e visionaria, e, complice un
efficace lavoro di taglia e cuci in sala di montaggio, regala almeno un paio di scene di
indimenticabile bellezza. Senza tanto strafare a suon di CG ed effetti speciali vari,
McKee filma angosce e turbamenti con gradita personalità e grande impatto visivo.
Non siamo di fronte a un film cardine delluniverso horror, ma di motivi per vedere
la rossa Patricia Clarckson tirare i capelli alle compagne di collegio, o per applaudire
il sempre glorioso (e massiccio) Bruce Campbell, ne sono zeppe le righe precedenti.
"Il mistero del bosco" è un buon vaccino per combattere il virus
delloriginalità negata: predentelo.
Voto: 7
(Simone Corà)