Regia: Zev Berman
Cast: Brian Presley, Rider Strong, Jake Muxworthy, Beto Cuevas, Sean
Astin, Martha Higareda, Damian Alcazar, Yosè Maria Yazpik
Produzione: USA
Anno: 2007
Durata: 105 minuti
Tre ragazzi americani passano la frontiera col Messico in cerca di sesso. Uno dei tre sparirà la sera del primo giorno e gli altri si metteranno sulle sue tracce. Nel frattempo facciamo la conoscenza di un poliziotto impazzito e di una setta di santeri che pratica il Palo Mayombe e il cui capo ha degli scopi assai particolari.
Anni fa, in un saggio sulla criminalità organizzata, lessi di un gruppo di spacciatori
messicani che, attraverso l'utilizzo del Palo Mayombe si erano convinti di essere
invulnerabili alle pallottole. Ora è pur vero che chiunque è libero di coltivare le
convinzioni che ritiene più suggestive, ma questa mi pareva assai vicina a quella di chi
si convince di esser Napoleone. Certo, stando ai manuali di stregoneria, per costruire un
Nganga efficace ci vogliono moltissimi materiali, ma nessuno nomina mai nè occhi di
poliziotti e neanche sangue di americani. Dev'essere una moda recente.
Ma procediamo con ordine. Abbiamo tre giovani americani che passano la frontiera col
Messico in cerca di sesso facile. Come se in Texas le prostitute scarseggiassero. Poi c'è
uno psicopatico, che somiglia assai da vicino ad un gay travestito da Andy Garcia, che
capeggia un gruppo di psicolabili e li induce in suo nome e prelevare parti del corpo di
esseri umani mentre sono ancora vivi. Ovvio che, chiunque abbia almeno visto il primo
"Hostel", sa che uno dei ragazzi, in genere il più fesso del gruppo, sparirà
senza lasciare traccia. E che gli altri, invece di scappare via come il vento, si
metteranno a cercarlo. Con la solita grazia degli americani all'estero, cioè urlando in
faccia a poliziotti che non parlano, nè direi che sarebbero tenuti a farlo nel loro
paese, la sacra lingua inglese. E colpendo a casaccio un'auto piena di cattivi con una
spranga di ferro. Così tanto per rendersi simpatici anche nei paesi dove non si è ancora
deciso di esportare la democrazia.
La ricerca del socio scomparso non potrebbe esser più ovvia, con gli amici preoccupati
che nel frattempo fraternizzano amichevolmente con le ragazze del luogo, e i cattivi che
li incrociano qua e là nei bar e per le strade.
Un poliziotto, reso pazzo da un incontro precedente con la setta degli spacciatori
scoppiati, aiuterà i ragazzi, visto che la polizia neanche lo ascolta più, adesso che si
è ridotto a farneticare di cadaveri prelevati dai cimiteri e di evocazioni imminenti.
L'unica ragazza che non è una prostituta si innamorerà dell'americano eroico, il quale
la vuole salvare da un maleducato avventore che la credeva esattamente quello che tutti
gli americani pensano che siano le ragazze messicane, bravi proprio quello!
E, infine un certo numero di nuovi candelabri combinanti con materiali deperibili, del
tipo braccia umane, come le appliques di un vecchio film di Totò, farà la sua comparsa
nella casa della suddetta brava ragazza di buon cuore, che sceglie di aiutare i nostri
eroi, ecc, ecc.
La faccenda precipiterà nel solito copione da telefilm, e neanche le urla dei poveretti
sottoposti all'uso di armi da taglio di varia misura riuscirà a svegliare lo spettatore
addormentato.
Duole vedere il vecchio Sam che dalla contea del "Signore degli Anelli" finisce
in questo buco, cosa non si fa per pagare il conto del supermercato!
Il film è anche presentato come tratto da una storia vera, che se davvero lo fosse ci
darebbe seriamente da pensare circa la salute mentale degli spacciatori messicani. Ma
quello che mi preoccupa maggiormente è, in questo momento, la salute mentale di chi
decide la distribuzione dei film nelle nostre sale. Come è mai potuto accadere che un
telefilm degno di esser proiettato al massimo in seconda serata su una rete nazionale,
possa invece venire distribuito nelle sale? Che cosa è accaduto ai milioni di bellissimi
film che ogni anno escono in tutto il mondo civilizzato tranne che in Italia, dove invece
vediamo solo gli scarti delle grosse produzioni?
Forse sarebbe il momento di invocare un bello sciopero degli spettatori, così tanto per
chiarire ai distributori che le cavolate ce le vediamo in tv, se proprio non se ne può
fare a meno, ma che almeno al cinema vorremmo qualcosa che non venga rimosso
automaticamente all'accendersi delle luci in sala.
Voto: 4
(Anna Maria Pelella)