Decoys

Regia: Matthew Hastings
Cast: Corey Sevier, Stefanie von Pfetten, Kim Poirier, Elias Toufexis, Meghan Ory, Ennis Esmer
Produzione: Canada
Anno: 2004
Durata: 95 minuti

TRAMA

In un’unversità canadese, tre ragazze bellissime fanno strage di cuore tra i maschietti. Ma in realtà sono tre creature aliene, giunte sulla Terra per salvaguardare la loro razza morente.

RECENSIONE

L’invasione marziana in territori adolescienziali è un tema che, forte com’è di una notevole carica fanta-erotica, forse non è mai stato sfruttato a dovere dai coltivasoldi d’oltreoceano. Scompartimenti segreti della mia memoria mi rimandano al divertente "The faculty" di Robert Rodriguez e alla mediocre serie tv "Roswell", poi solo il deserto. Sia chiaro, questo non è di certo un piagnucolio per la mancanza di materiale visivo con cui eccitare gli ormai provati neuroni del sottoscritto, ma una semplice constatazione che, dinanzi a tutto quello che succede nell’universo cinematografico destinato ai teen-movie, viene legittimo fare.
Due sono gli elementi a cui viene naturale pensare nel delineare "Decoys": il fattore goliardico e quello esplicitamente sessuale. D’altronde, quando i protagonisti gravitano intorno ad un'età in cui il cervello viene arbitrariamente lucchettato dietro grosse sbarre di ferro, la natura delle loro avventure non lascia grandi spiragli in quanto a immaginazione e fantasia.
Tuttavia, "Decoys" sorprende per la sua totale assenza di volgarità o di oscenità varie. I nudi sono contenuti e facilmente riassumibili in una manciata di secondi colanti bava, mentre gli amplessi, sicuramente molto più numerosi, vivono all’interno di un ideale fortemente casto e moralizzatore.
L’impronta patinata riconduce quindi, più che ad "American pie" e altre inguardabili porcate, a melense saghe giovanili come "Dawson’s Creek" e "O.C.", come testimoniano anche i lunghi momenti fastidiosamente mielosi fatti di carezze, sospiri, occhi dolci e accenni di lingue.
Tolta questa componente sdolcinata, "Decoys" ha una struttura molto easy e lineare, e anche l’unico effettivo colpo di scena (l’immancabile epilogo), per quanto ben incastrato e sicuramente perfetto per il tipo di storia raccontato, è ampiamente prevedibile.
Ciò non toglie che i novanta minuti della pellicola trascorrano con curiosità e interesse, merito soprattutto di una buona sceneggiatura, che, accanto a ovvie concessioni banali (come l’inguaribile natura festaiola dei protagonisti e il loro limitato spettro d’interessi), offre dialoghi maturi e personaggi semplici ma ben caratterizzati. La già menzionata assenza di ottusa volgarità aiuta nel delineare poi situazioni che vanno dal comico al drammatico, anche se un certo buonismo, unito a una colonna sonora fatta di pop rock e rap borghese insopportabile, fa sì che tutto appaia troppo costruito per essere davvero sincero.
Il cast mette a disposizione tanti bei faccini e curve in abbondanza, che per lo meno non soffrono di sindrome da telecamera, e riescono a imprimere sullo schermo una buona scioltezza. Stesso discorso non si può dire per una regia, che si dimostra non sempre brillante, forse un po’ stanca e che, a parte alcuni buoni momenti frenetici, segue con fare fin troppo televisivo gli avvenimenti.
Gustosa la CG tentacolare, con miss alien fugaci ma sufficientemente disgustose, peccato soltanto per un’assenza ingiustificata del reparto gore. La regola in vigore sembra essere quella della completa patinatura, e quindi anche il sangue dev’essere relegato alla sola immaginazione del nerd insoddisfatto.
Nel complesso un film comunque piuttosto gradevole, per certi versi perfino intelligente nel modo in cui si stacca dal consueto manuale del teen-movie. E questo non può che far piacere.
Voto: 6,5
(Simone Corà)