Beatrice Cenci

Regia: Lucio Fulci
Cast: Tomas Milian, Adrienne La Russa, Georges Wilson, Mavie, Antonio Casagrande, John Bartha, Gustavo D'Arpe, Ernesto Colli
Soggetto: Roberto Gianviti, Lucio Fulci
Sceneggiatura: Roberto Gianviti, Lucio Fulci
Fotografia: Erico Menczer
Paese: Italia
Anno: 1969
Durata: 99 minuti

TRAMA

1595. La giovane e bella Beatrice fa parte di una delle più potenti e temute famiglie nobili di Roma. Il padre, Francesco Cenci, uomo spietato e crudele, la segrega in una cella del castello di Rocca Petrella, per poi abusarne.
Beatrice, quindi, in accordo con i due fratelli e la matrigna e servendosi dell’aiuto di un servo suo amante e di un brigante, inscena uno spaventoso incidente per liberarsi del padre.
Ma la giustizia romana, con la luogotenenza inquisitoria pontificia, non tarderà a svelare l’arcano.

RECENSIONE

Questa pellicola fulciana è certamente atipica nel suo genere, in Italia praticamente dimenticata (in un’intervista, lo stesso Fulci chiedeva a chi era in possesso di una “versione vhs” - di recapitargliela...).
In Francia, Beatrice Cenci è considerato unanimemente uno dei migliori film di Lucio Fulci e le lodi si sprecano.
L’impronta di regia (giocata moltissimo su primi piani efficaci) e fotografia, sono certo uniche e inconfondibili, le scene brutali non lasciano nulla all’immaginazione (la tortura della ruota, perpetrata al povero servo Olimpio, interpretato da un giovanissimo Tomas Milian, come anche quella ai danni della stessa Beatrice, e molti omicidi).
Per l’argomento trattato, l’epoca storica e l’intreccio, la vicenda realmente accaduta di Beatrice Cenci ha sempre suscitato interesse in pittura, letteratura e anche nel cinema (questo film è solo l’ultimo, in ordine cronologico, di una lunga serie).
Nulla di romanzato o cronologicamente azzardato, anche nell’omicidio di Rocca Petrella.
L’interpretazione che Adrienne La Russa dà di Beatrice, è quella di una ragazza cinicamente risoluta nella sua vendetta per le sevizie subite, tanto che niente altro ha ormai importanza.
Nella notte dell'anniversario dell'esecuzione, persiste ancora la credenza di vedere la figura di Beatrice, che tiene in mano la testa recisa, aleggiare sul luogo in cui fu decapitata.
A tutti i cultori di Fulci consiglio la visione di questo film, ma anche e soprattutto a chi non lo conosce o lo critica; la versatilità della sua bravura di cineasta, in Beatrice Cenci, è esemplare
Voto: 8
(Sara Palladino)