Denti

Titolo originale: Teeth
Regia: Mitchell Lichtenstein
Cast: Jess Weixler, Julia Garro, John Hensley, Vivienne Benesch, Ashley Springer, Lenny von Dohlen, Hale Appleman, Josh Pais
Produzione: USA
Anno: 2007
Durata: 94 minuti

TRAMA

Dawn è una ragazza timida che fa parte di un gruppo religioso che professa la castità, chiamato “The Promise”, e che ha dei problemi piuttosto seri nei rapporti con l’altro sesso. Quando incontra Tobey, un ragazzo che nutre convinzioni simili alle sue, Dawn crede di potergli accordare una fiducia incondizionata, ma si accorgerà presto di aver sottovalutato il richiamo degli ormoni. Il problema è che la natura è stata matrigna con la povera ragazza, e l’ha equipaggiata di una vagina dentata che rende i suoi rapporti piuttosto problematici.

RECENSIONE

“Denti” è una black comedy che abbaia ma non morde, all’opposto di una delicata parte del corpo della sua protagonista. Più che altro, considerato che il mito della vagina dentata fu teorizzato agli albori della psicanalisi, quando la morale comune, le costrizioni sociali e i tabù erano ben diversi da quelli contemporanei, c’è da chiedersi se abbia ancora senso occuparsi dell’argomento, sia pure a livello da barzelletta, dato che forse solo qualche preadolescente in procinto di varcare la soglia della pubertà può ancora coltivare simili fantasie sul corpo femminile.
Detto questo Mitchell Lichtenstein, attore televisivo nonché figlio del più noto Roy, maestro della Pop-Art americana, non è il Cronenberg degli esordi, e preferisce buttarla in vacca, con una certa elegante nonchalance da cinema “indie” americano, ma anche con beata inconsistenza. A onor del vero, la prima parte del film è una garbata satira anti-Bush (che ha recentemente promosso alcune iniziative volte ad esaltare la castità), che ironizza sui fondamentalisti cristiani, i quali professano il dovere di conservarsi puri fino al matrimonio, e sull’ossessione tutta americana per la verginità. Tutti i personaggi di contorno, a partire dai genitori di Dawn, i quali approvano le scelte della figlia e allo stesso tempo sghignazzano ricordando i bei tempi degli anni ’60, sono ben disegnati, con una menzione particolare per il tatuato Brad, il fratellastro di Dawn, che, per contrasto, è un provetto bestemmiatore che predilige pratiche erotiche non ortodosse, dopo essere rimasto traumatizzato da bambino dalla mordace sorellastra. Purtroppo in seguito “Denti” si dimostra indeciso tra la satira di costume e un qualunque film dei Farrelly in versione horror-trash, anche se dotato di maggiore intelligenza e con uno sguardo non banale su un personaggio femminile decisamente “borderline”. Il regista diluisce il sarcasmo iniziale, non sa bene dove focalizzare l’attenzione e si perde per strada, indugiando in qualche momento gore non troppo originale che farà incrociare le gambe a tutti gli spettatori di sesso maschile.
Se Lichtenstein, che del resto è più o meno un esordiente, manca dell’esperienza necessaria per garantire al film una maggiore coerenza, non si può dire lo stesso degli attori protagonisti, un ottimo John Hensley (prossimamente nel remake di “Shutter”) nel ruolo di Brad, e la bravissima, disarmante Jess Weixler, la quale ha vinto un meritato premio come migliore attrice al Sundance, che è riuscita a rendere perfettamente un personaggio tutt’altro che facile senza scadere nella caricatura: la sua interpretazione è già un buon motivo per vedere “Denti”.
Ai pavidi che soffrano di angosce di castrazione, ricordiamo la frase di apertura (No men were harmed during the making of this film) e l’imperdibile frase di lancio (Ogni rosa ha le sue spine), mentre consigliamo ai cultori del trash di abbinarne la visione a quella di due pietre miliari del genere: il nipponico “Killer pussy” e il “Killer condom” della gloriosa Troma.
Voto: 6
(Nicola Picchi)