Titolo originale: Goodfellas
Regia: Martin Scorsese
Cast: Robert De Niro, Ray Liotta, Joe Pesci, Lorraine Bracco, Paul
Sorvino
Soggetto: tratto dal romanzo Wiseguy di Nicholas Pileggi
Sceneggiatura: Nicholas Pileggi, Martin Scorsese
Montaggio: Thelma Shoonmaker
Fotografia: Michael Ballhaus
Scenografia: Kristi Zea
Nazione: USA
Anno: 1990
Durata: 145 minuti
Il film di Scorsese racconta lascesa nei clan mafiosi di Brooklyn del giovane italoirlandese Henry Hill, dalla sua attività criminale insieme agli altri membri del clan, al traffico di droga fino al suo tradimento verso i suoi compagni.
Per questa mia recensione, vale stesso discorso che feci per il film Full metal
jacket di Stanley Kubrick, ed è debito rifarlo. La mafia, la vera mafia, è stata,
nel corso della storia del cinema, raccontata da svariati cineasti, americani, italiani e
italoamericani; cinematograficamente parlando, il punto di riferimento della parola
mafia, rimane e rimarrà per sempre la trilogia de Il
padrino(1972-1974-1990) del Maestro Francis Ford Coppola interpretata da due dei
più grandi mostri sacri della settima arte, quali Marlon Brando e Al Pacino; non è da
meno anche la notevole prova del nostro Giuseppe Tornatore con lo sconvolgente Il
camorrista(1986) con Ben Gazzara; da sottolineare anche le grandi prove di Brian De
Palma con gli spettacolari Scarface(1983), Gli intoccabili(1987) e
Carlitos way (1993) e ci aveva provato lo stesso Scorsese con
lindiscutibile capolavoro del 1973 dal titolo Mean street, pellicole che
ha contribuito a consacrare definitivamente incredibili talenti recitativi come Robert De
Niro e Harvey Keitel.
Questa volta, il grande e ormai esperto Scorsese, prende di petto le tematiche
contorte e complesse della mafia che hanno caratterizzato film come la trilogia de
Il padrino, prendendo spunto dallinteressante opera letteraria di
Nicholas Pileggi dal titolo Wiseguy, riducendo magistralmente la pesantezza di
alcune delle pellicole sopra citate ad un incredibile storia di mafia
quotidiana e stravagante.
Avendo avuto modo di vedere diverse volte il film di Scorsese, apprezzandolo ed
esaminandolo accuratamente nei minimi particolari, sono sicuro di non esagerare
definendolo il miglior mafia-movie degli ultimi ventanni che si è dimostrato in
grado di raggiungere i livelli delle pietre miliari di F.F. Coppola.
La cosa che più colpisce in Goodfellas è la straordinaria capacità di
Scorsese di raccontare la malavita in modo scorrevole, prendendo lo spettatore per
mano, conducendolo attraverso i suoi ammirabili piani sequenza, molto ricorrenti in
questa sua pellicola, nei vari clan e ristoranti dove si svolgono le principali attività
criminali dei sobborghi di Brooklyn.
Goodfellas è un film estremamente familiare, che muove ovviamente
una denuncia verso la violenza e le attività losche dellAmerica degli anni
50, 60 e 70, e tutto ciò è narrato praticamente alla perfezione
grazie, oltre allindiscusso talento registico di Scorsese, alle immense e
strabilianti performance di tutti i componenti del cast, a partire ovviamente dal
mitologico Bob De Niro che fa il suo ritorno sotto la direzione dellamico Martin
Scorsese a sette anni di distanza dal fiasco (economico) di King of comedy - Re per
una notte (1983), regalando qui uninterpretazione a dir poco spettacolare; che
dire poi della performance dellallora giovane Ray Liotta... impegnata, mai
sopra le righe, dosata, calibrata, moderata... insomma, testimone di un grande
talento e di una approfondita preparazione.
E tra i nostri grandi talenti ce nè uno che spicca su tutti: quello del goliardico
e diabolicamente ironico Joe Pesci, che qui interpreta uno dei suoi personaggi più
riusciti e schizofrenici; una straordinaria prova giustamente riconosciuta con un premio
Oscar (lunico per il film) come miglior attore non protagonista.
Il ruolo della macchina da presa, come quello degli attori, svolge in questa occasione,
specialmente in questa occasione, un compito fondamentale, non solo per quanto riguarda i
piani sequenza precedentemente menzionati che descrivono con occhio forbito ed astuto la
vita delle famiglie e degli stessi protagonisti della criminalità, ma anche grazie a
stranianti ed emozionanti movimenti ed inquadrature che proiettano lo spettatore in mezzo
ai colori accesi del sangue e delle facce fumettistiche rese ancor meglio da una
fotografia eccezionale e sorprendente.
Una colonna sonora come sempre da brivido ricca di pezzi che hanno segnato la
storia, come Gimme shelter dei Rolling Stones, gruppo simbolo della
filmografia di Scorsese, per arrivare alla storica Il cielo in una stanza di
Mina fino alla mitica My way di Frank Sinatra rivisitata in versione punk dai
Sex Pistols.
E impossibile descrivere con altre parole la bellezza che esprime questa pellicola,
ed è altrettanto impossibile immaginare come Scorsese sia riuscito a cogliere in pieno
tutti i dettagli e le più lievi sfumature della mafia che 30/40 anni fa regnava a
Brooklyn. Un capolavoro dal valore inestimabile.
Voto: 10
(Francesco Manca)