Titolo originale: The flock
Regia: Andrew Lau Wai-keung
Cast: Richard Gere, Claire Danes, KaDee Strickland, Ray Wise, Russell
Sams, Avril Lavigne, Kristina Sisco, Dwayne L. Barnes, Matt Schulze, Debrianna Mansini, Ed
Ackerman, French Stewart, Paul Scallan, Susan Conklin, Carmen Serano
Nazione: Usa
Anno: 2007
Durata: 105 minuti
L'agente governativo Erroll Babbage sta per lasciare il posto dopo molti anni di lavoro in cui si è occupato prevalentemente di casi di violenza sulle donne. Nel periodo di tempo in cui addestra la nuova recluta che prenderà il suo posto, si trova ad indagare sul rapimento di una ragazza. Ben presto Erroll scoprirà che il caso è collegato ad una sua vecchia conoscenza.
Gli agenti governativi, si sa ne vedono di tutti i colori. E spesso questo li induce a
pensionamenti dettati più che dall'età, dall'impossibilità di guardare ancora in faccia
un sospetto di reato senza sentire il desiderio di sparare. Erroll non solo non fa
eccezione, ma riesce persino, in alcuni momenti, a stimolare nello spettatore
un'identificazione tale da rendere non soltanto comprensibile il suo scoramento, ma
addirittura condivisibile la sua rabbia. La collega è giovane e questo le consente
un'entusiasmo e una purezza che il tempo le porterà via, ma che per adesso serve da freno
agli eccessi di chi non riesce più a controllare le proprie reazioni di fronte al male.
E' pur vero che molto dell'entusiasmo del principiante è dato dalla mancanza assoluta di
esperienza, infatti alle prime vere rivelazioni di quello che comporta il lavoro di un
agente governativo a proposito di una vittima di atti di violenza, la povera Allison ha
qualche cedimento. I due procedono affiancati, e questo se da una parte frena la rabbia di
lui, dall'altra aiuta Allison a resistere di fronte agli aspetti meno sopportabili del
loro lavoro. Le vittime sono spesso donne, in alcuni casi ragazzine, e i colpevoli hanno
una faccia e un nome, che a volte Erroll conosce, magari per aver contribuito alla loro
cattura in passato.
Le scoperte che i due si troveranno a fare sono in parte già note all'esperto
funzionario, che però non solo non ne può veramente più ma, all'ennesima conferma dei
suoi sospetti decide di passare all'azione. Così tanto per mettere sull'avviso i
criminali recidivi. E mentre i due indagano sulla sparizione di una ragazza giovanissima,
i sospetti di Erroll si vanno consolidando, fino alla conferma finale, che lo vedrà
coinvolto in un doloroso confronto con le sue speranze di impedire un male, che invece
finisce per travolgere tutto quello che incontra.
"The flock" è il primo film americano del regista della trilogia di
"Infernal affairs", a suo tempo riconosciuto come un ottimo esempio di cinema
action nella più pura tradizione asiatica, e da cui Scorsese ha tratto il suo acclamato
"The departed".
Se è pur vero che nel successivo "Confession of pain", Andrew Lau Wai-keung ha
confermato un'abilità registica in realtà mai discussa, nel caso di questo primo film
americano i toni entusiastici con cui il suo lavoro è stato sempre accolto, si smorzano
decisamente. Non certo per mancanza di abilità, quanto per la sensazione di già visto
che permea dall'inizio tutta la storia. Innanzitutto la tensione è di molto inferiore ai
ritmi cui siamo abituati dalle serratissime scene d'azione dei suoi precedenti lavori. Poi
le inquadrature del deserto e quelle degli interni mancano di una caratterizzazione che
sarebbe lecito aspettarsi da un regista che ha senz'altro fatto di meglio. E le scene dei
confronti non conservano quasi nulla dell'originalità che era alla base del suo lavoro in
patria. Detto questo va però sottolineata l'indiscussa abilità nella caratterizzazione
dei personaggi e nel lavoro con gli attori. Uno stropicciato Richard Gere rende credibile
più che mai il personaggio, sottolineando il difficile equilibrio che da sempre i
protagonisti dei film di Lau si trovano a cavalcare. Tutti i comprimari sono nella parte
in maniera impressionante, persino l'uso di Avril Lavigne, che prova da un pò a recitare,
qua risulta convincente, e non certo per acquisite capacità recitative della cantante.
Tutto sommato se si riesce a superare la delusione per l'evidente smorzamento dei toni e
dell'originalità che era alla base dei lavori precedenti, si può certo godere di questo
discreto thriller. Basta dimenticare che siamo di fronte allo stesso regista di una
trilogia capolavoro talmente inarrivabile, che persino il grande Scorsese, nel remake che
ne ha tratto, ha dovuto ricalcarne qualche scena.
Voto: 6
(Anna Maria Pelella)