Dante 01

Regia: Marc Caro
Cast: Lambert Wilson, Linh Dan Pham, Dominique Pinon, Simona Maicanescu, Bruno Lochet
Produzione: Francia
Anno: 2007
Durata: 75 minuti

TRAMA

In una stazione psichiatrica spaziale orbitante intorno al pianeta Dante, sei pericolosi criminali affetti da turbe mentali vengono utilizzati come cavie da laboratorio. L’arrivo di un nuovo prigioniero senza nome e di Elisa, una dottoressa senza scrupoli al soldo della corporation che controlla la stazione spaziale, farà vacillare i precari equilibri della piccola comunità, innescando una spirale autodistruttiva.

RECENSIONE

“Dante 01” è il primo lungometraggio di Marc Caro dopo la separazione da Jean-Pierre Jeunet, con il quale aveva realizzato due classici minori del cinema francese degli anni ‘90 come “Delicatessen” e “La citè des enfants perdus”, ed è un’opera ambiziosa, che dichiaratamente si riallaccia al genere della fantascienza filosofica che, partendo da Kubrick e Tarkovskij, arriva fino al Danny Boyle di “Sunshine”. Con la complicità dello scrittore Pierre Bordage, (già sceneggiatore di “Eden Log”) Caro elabora una costruzione programmaticamente allegorica, dove i nomi dei personaggi sono già una dichiarazione di intenti: la psichiatra si chiama Persefone, il capo della missione Caronte e le due guardie Cer e Berus, mentre i nomi dei prigionieri sono Budda, Lazzaro, Moloch, Rasputin, Attila e Cesare. Il nuovo arrivato non ha nome ma, da un tatuaggio sulla spalla, verrà soprannominato San Giorgio.
San Giorgio, un martoriato Lambert Wilson, è una figura evidentemente messianica, come sottolineato da Rasputin, il maniaco religioso del gruppo: egli infatti è dotato del potere di guarire ferite terribili e di resuscitare i morti, ed è investito di una missione salvifica e redentrice per tutta l’umanità; Persefone, la psichiatra che narra la storia in prima persona, lo identifica correttamente come archetipo dell’Eroe, ovvero colui che uccide il Drago, portatore del caos. Ma il pianeta Dante, come lascia intuire la sua superficie composta di magma ribollente, è anche l’inferno cristiano, e, nel furioso sovrapporsi di simbolismi, la storia di San Giorgio si configura come una Parusia, la seconda venuta di Cristo che ne spalancherà le porte. La metafora cristologica sembra essere un’ossessione di Bordage, vedi anche “Il vangelo dello sciamano”, pubblicato anche dalle nostre parti, e il regista lo asseconda giocando di sponda con simboli ovvi ma funzionali alla storia che si vuole raccontare: la stazione spaziale è cruciforme, e la posa assunta dal protagonista durante il sacrificio finale sarà quella della crocifissione.
Una tematica così apparentemente complessa rischiava di appesantire il film fino a renderlo indigesto, ma “Dante 01” non soffre mai di cadute di ritmo, aiutato anche dalla sua estrema brevità. La regia di Caro, autore dallo stile molto personale e immediatamente riconoscibile, sfrutta abilmente gli spazi ristretti e claustrofobici della stazione spaziale, alternando le inquadrature in bianco e nero delle telecamere di sorveglianza alle allucinate soggettive del protagonista, e gli effetti speciali in CGI sono di ottimo livello, e in grado di competere con i blockbuster hollywoodiani. Tra gli attori fa piacere ritrovare Dominique Pinon (Delicatessen, Alien - La clonazione) nella parte di Cesare, mentre Lambert Wilson, pallido e dal cranio rasato, offre un’ottima interpretazione, considerato che il suo personaggio ha pochissime battute, e la sua performance è tutta basata sulla gestualità e sulla postura del corpo.
Un buon risultato, anche se un po’ irrisolto, che lascia intravedere la possibilità di una via francese alla fantascienza (considerato anche i recenti “Eden Log” e “Chrysalis”), alternativa a quella proposta oltreoceano che, quando tenta di proporre temi più impegnativi, come nel remake di “Solaris” di Steven Soderbergh, frana miseramente.
Voto: 6,5
(Nicola Picchi)