Titolo originale: The
happening
Regia: M. Night Shyamalan
Cast: Mark Wahlberg, Spencer Breslin, John Leguizamo, Zooey Deschanel,
Tony Devon, Betty Buckley, Frank Collison, Victoria Clark, Jeremy Strong, Stéphane Debac
Sceneggiatura: M. Night Shyamalan
Fotografia: Tak Fujimoto
Musiche: James Newton Howard
Nazione: U.S.A.
Anno: 2008
Durata: 91 minuti
Una mattina a Central Park di colpo la gente si ferma a fissare il vuoto, e dopo un pò si uccide in massa. L'allarme è diramato, le scuole evacuate, si pensa ad un attacco terroristico e la gente si mette in viaggio verso luoghi più sicuri. Ma dopo un pò la cosa si ripete a Philadelphia, e via via in centri sempre più piccoli. Che la risposta non sia nel terrorismo che viene da lontano, ma nel piccolo terrorismo che quotidianamente esercitiamo sul nostro ambiente?
E venne il giorno in cui M. Night Shyamalan dovette fare i conti col risultato
irreversibile della sua parabola discendente. Se "Lady in the water" poteva
essere considerato un film personale, e apprezzabile fino in fondo solo dai fedeli amanti
delle sue, fino ad allora, riuscite rappresentazioni, questo nuovo lavoro non si può
neanche considerare un film. Pare piuttosto un telefilm, di quelli fatti male. La sottile
tensione che sempre rendeva inquietanti i presupposti del lavoro di un regista comunque
originale, qua sembra essersi presa una vacanza, di quelle da cui non si ritorna.
Ma procediamo per ordine.
Un Mark Wahlberg talmente inespressivo da rendere incomprensibile la sua appartenenza alla
categoria professionale degli attori, è Elliott un insegnante. Sua moglie Alma è
interpretata con il solo sgranare di occhi da una Zooey Deschanel che irrita lo spettatore
al punto tale da far desiderare sempre più intensamente di vederla uccidersi come gli
altri, possibilmente al più presto. I due corrono su è giù per la costa occidentale,
insieme ad altri personaggi tra cui una inutile bambina e una coppia che pare un patetico
residuo degli anni sessanta, e che pronuncia insignificanti battute sulla cattiva fama
degli hot dog, che sia una critica allo stile di alimentazione americano? Chissà.
La psicologia dei personaggi, in altri casi punto forte del regista, è adesso rimessa
alla buona volontà dello spettatore. Mogli in crisi per aver mangiato un tiramisu con un
collega mentendo al proprio marito, e mariti che si prendono una rivincita menzionando
avvenenti farmaciste. Dico sul serio. Dialoghi surreali, senza nessuna originalità e in
alcuni casi assolutamente scollegati dalle situazioni cui si riferiscono. Sottolineature a
cura di una colonna sonora improntata allo stile "sobbalzo" che più che
richiamare l'attenzione sui momenti topici, sveglia prepotentemente lo spettatore, il
quale invece vorrebbe approfittare delle più ovvie prevedibilità della trama per
schiacciare un pisolino.
Ma il punto forte è l'uso assoluto dello stereotipo da film di fantascienza anni
settanta. Eroe che salva la propria moglie dalle sciagure che la natura riserva, e amore
che trionfa su tutto, alla fine. Sottotesto, quest'ultimo rappresentato con una tale
esibizione di buonismo didascalico da indurre lo spettatore a desiderare l'arrivo
dell'asteroide di un quasiasi altro film del genere, che cancelli dalla faccia della terra
il sorriso mellifluo e assolutamente vacuo di lei che aspetta il risultato del test di
gravidanza. Tutto questo passando anche attraverso la rappresentazione della paranoia
media americana per gli attentati terroristici, e l'uso massiccio delle armi da parte di
privati cittadini. Ma forse Shyamalan intendeva metter su una satira del costume americano
in questi tempi di terrore. Peccato che nessuno abbia trovato niente di cui ridere, a
parte gli occhioni sgranati di Alma, che ad un certo punto sembrano voler uscire dalle
orbite per sfuggire al tedio di una fuga immotivata e di battute che sembrano provenire
dal traduttore automatico di Google.
Peccato perchè tra tutto questo materiale girato un pò a caso, ci sono piccoli picchi di
regia che ricordano i fasti del vecchio Shyamalan. La scena del passaggio di mano della
pistola ad esempio, o quella degli impiccati all'ingresso della cittadina. Certo non
abbastanza per un buon film, al massimo possono servire per una serie di cartoline dal
titolo "prove generali dell'apocalisse nello stile asciutto di Shyamalan".
Voto: 4
(Anna Maria Pelella)