Titolo originale: Gruz 200
Regia: Aleksei Balabanov
Cast: Alexey Serebryakov, Leonid Gromov, Yuri Stepanov, Agniya
Kuznetsova, Alexey Poluyan, Mikhail Skryabin, Natalya Akimova, Valentina Andryukova,
Leonid Bichevin
Nazione: Russia
Anno: 2007
Durata: 89 minuti
Siamo in Unione Sovietica alla fine degli anni ottanta. Mentre gli aerei riportano in patria le salme dei giovani morti in Afghanistan, il regime comincia ad avvisare le prime tracce del tracollo che porterà alla Perestrojka. Il capitano di polizia Zhurov è incaricato di indagare sulla scomparsa della giovane figlia di un un segretario distrettuale del Partito e nel contempo su un omicidio avvenuto in un casolare. Quello che nessuno sa è che il capitano è in possesso di informazioni vitali su entrambi i casi.
Tratto da una storia vera, Cargo 200 non fa nessuno sconto sulleffettiva portata dei
contenuti che si prefigge di mettere in scena. Il capitano Zhurov non è certo estraneo ai
due casi che gli sono stati affidati, ma quello che lascia stupefatto lo spettatore fin da
subito è la sua imperturbarbilità di fronte alle reali implicazioni del suo
coinvolgimento. Intanto bisogna dire che latmosfera che regna è spiegabile solo a
posteriori, chi conosce la storia ricorderà certamente la concitazione e il fermento di
quegli anni. La Russia degli anni ottanta era senzaltro una polveriera, e i fatti
raccontati, ma soprattutto quello che resta sottinteso, lasciano intuire il quadro di una
ragionevole approssimazione dellinferno.
Se la struttura sociale non ha nessuna consistenza, e se nelle sperdute lande di periferia
la gente sparisce senza lasciare traccia, si può sicuramente parlare di caos, ma è
lassoluta amoralità che lentamente emerge nel racconto a lasciare basiti. Se
allinizio si può aver pensato di esser di fronte allennesimo film con persone
sprovvedute a cui capita di tutto, a mano a mano che si va avanti quello che emerge è che
non solo ci siamo sbagliati, ma che quello che vediamo è un racconto senza veli sugli
abusi di potere e sulla mancanza di valore della vita umana, anche quella di chi è
chiamato a difendere lonore di una bandiera di cui comincia ad importare poco
persino a chi la rappresenta. Un docente di ateismo scientifico annusa il marcio laddove
si dovrebbe sentirne almeno lodore, ma è il solo e, a testimonianza dello
smarrimento che colpisce chi è il primo a vedere le crepe di un futuro crollo, si rifugia
in una chiesa.
Un omicidio non è certo un problema per chi ritiene di essere al di sopra della legge, ma
sequestri di persona, stupri e dissacrazione di cadaveri forse cominciano ad essere un pò
troppo.
Quello che emerge al di sopra del rumore di fondo è lincredibile mancanza di
riferimenti morali, se chi detiene il potere e dovrebbe garantire lordine decide di
delinquere, certo di non essere mai ostacolato, chi potrà mai fermarlo? Chi controlla il
controllore?
Una donnina minuta che viaggia con un fucile in una valigia può mai essere il supremo
giudice di atti di tale folle inutilità, da indurre lo spettatore a domandarsi quale può
mai essere la fonte di soddisfazione di un impotente con troppo potere?
Ovvio che raccontare le crepe di un crollo anni dopo che questo è avvenuto almeno dà un
senso al tutto, anche se la rappresentazione via via più intricata e sempre meno
credibile lascia presagire un certo gusto nel raccontare dopo che la bufera ha spazzato
via i meandri corrotti di un potere agli sgoccioli.
Balabanov procede con mano sicura e lo spettatore non può fare altro che seguirlo, dal
momento che quello che viene rappresentato ha bisogno di una spiegazione, peccato che il
regista si diverta a mostrare per gradi e lasciare poi a chi guarda il duro compito di
motivare quello che ha visto.
Voto: 6
(Anna Maria Pelella)