Regia: Michael Davis
Cast: Clive Owen, Monica Bellucci, Paul Giamatti, Stephen McHattie, Greg
Bryk, Daniel Pilon, Sidney Mende-Gibson, Lucas Mende-Gibson, Kaylyn Yellowlees, Ramona
Pringle
Nazione: Usa
Anno: 2007
Durata: 86 minuti
Sono una tata inglese e sono pericoloso!
Smith, allapparenza un uomo qualunque, sgranocchia carote su una panchina di notte e
sorseggia un caffè. Ad un certo punto gli passa davanti una donna incinta con quelle che
sembrano doglie, inseguita da uno spietato killer, armato di una grossa pistola. A Smith
non resta altro da fare che gettare via il suo caffè bevuto a metà e la sua carota, e
correre in soccorso della sfortunata. Quello che lui non sospetta, e neanche lo
spettatore, è che la donna ha anche lei una grossa pistola, e che ne farà uso nei
fotogrammi successivi.
Comincia così questo spensierato action, Shootem up, alla lettera più o
meno sparaci sopra.
Infatti Smith mangia carote e spara ai cattivi sin dal primo fotogramma, anzi pare quasi
che non faccia altro per lintero film, che sembra ununica sequenza ripetuta
più volte, ma con un incredibile risultato: quello di tenere avvinto lo spettatore per
tutto il tempo, e per di più con il non trascurabile bonus di unironia straripante.
Il ritmo è lingrediente principale di questo film, insieme ad una buona
caratterizzazione dei personaggi. Si va dal killer tirato in mezzo per caso, un Clive Owen
che ha una sola faccia e ununica espressione, ma che curiosamente risulta adatta
alla parte, al cattivo che più riuscito non sarebbe potuto essere, un Paul Giamatti
irresistibile e moglie-dipendente che spara e risponde al telefono tutto il tempo. I due
da soli tengono in piedi una sceneggiatura un po strampalata e corrono su e giù
sballottando un neonato. Il pupo è la posta di un serrato videogioco, che unisce azione e
trovate iperboliche, in un mix che non si vedeva dai tempi dellautoironico Last
action hero. Frutto di un progetto che avrebbe dovuto salvare qualcuno, ma che finisce
per ammazzarne molti di più, il bambino serve da testimone agli inseguimenti e alle
trovate che si susseguono senza sosta dallinizio alla fine. Smith è il più
tranquillo degli uomini, mangerebbe le sue carote, che non si frena dal consigliare ai
suoi sfortunati interlocutori con maniere piuttosto violente, e si farebbe gli affari
suoi. Ma il destino gli ha praticamente messo tra le braccia una creatura indifesa e sola
al mondo che sembra intaccare la sua corazza. La prostituta dal cuore buono cui si
rivolge, una credibilissima Monica Bellucci che recita in italiano anche in originale con
risultati esilaranti, mentre mette su famiglia con lui, cambia i pannolini al bambino e
parla coi detti della sua terra dorigine, unItalia pittoresca come deve
sembrare il nostro paese agli americani.
La scena clou che vede impegnati i due in un amplesso-sparatoria è la più divertente e
nel contempo incredibile degli ultimi anni, supera in stravaganza persino quella di Crank consumata per strada con giapponesi e macchine fotografiche incluse nel viaggio. Mentre le
scene di combattimenti e sparatorie, inclusa quella di una temibile tortura con dita
spezzate, mettono in luce il carattere di antieroe del nostro Smith, un poveretto con
incredibili risorse, che però arrivano sempre a salvarlo dopo che si è fatto abbastanza
male. Ed è così che lo vediamo sparare al nemico attraverso il fuoco di un camino, da
una mano che è satura di proiettili e dalle dita a dir poco inservibili, mentre lui,
Hertz il killer più inetto della storia, risponde al telefono alla moglie rassicurandola
sul fatto che sarà a casa per cena.
Il trucco è tutto in questo eccesso espressivo che rapidamente diviene cartoon e in
quello stesso momento ci trascina in una sorta di curiosità circa il destino degli
impossibili personaggi che ci troviamo davanti.
La regia tiene il ritmo, e questo è più di quello che ci si aspetterebbe
dallennesimo action americano, in realtà messo su con poche idee, ma molto ben
confuse e con lingrediente più difficile di tutti da combinare in un film:
lironia. Motivo per cui consiglio vivamente la visione di questa divertente
giostrina, che regalerà allo spettatore unora e mezza spesa bene senza troppe
pretese nè inutili complicazioni di sceneggiatura, e soprattutto senza lo spreco di soldi
che ha afflitto il cinema doltreoceano dellultimo periodo, nellillusione
che alla mancanza di idee potessero ovviare gli effetti speciali.
Voto: 6
(Anna Maria Pelella)