The Backwoods

Regia: Koldo Serra
Cast: Álex Angulo, Jon Ariño, Paddy Considine, Yaiza Esteve, Andrés Gertrúdix, Lluís Homar, Virginie Ledoyen, Gary Oldman, Aitana Sánchez-Gijón, Kandido Uranga
Sceneggiatura: Jon Sagala, Koldo Serra
Produzione: Spagna
Anno: 2006
Durata: 93 minuti

TRAMA

Estate 1978: Lucy e Norman sono una coppia inglese in piena crisi matrimoniale: alla ricerca di un po’ di pace decidono di trascorrere le vacanze nel nord della Spagna dai loro amici Paul e Isabel. Immersa in una tranquilla foresta, la casa sembra essere il posto ideale per un po’ di relax, ma il ritrovamento di una bambina dalle mani orribilmente deformi, rinchiusa in una baracca abbandonata e costretta a vivere in condizioni disumane, segna l’inizio di un incubo. I tentativi di avvertire la polizia vengono però vanificati da alcuni abitanti del villaggio, che sembrano disposti a tutto pur di evitare che il segreto venga svelato... cosa stanno nascondendo?

RECENSIONE

La Spagna è un po’ il luna park dell’horror e dintorni, di questi ultimi tempi, e forma, col supporto di Inghilterra e Francia, un pericoloso triangolo delle Bermuda - l’unico portabandiera dell’orrore made in Europe.
The Backwoods, a scanso di mani voraci pronte a strapparsi i capelli prima del previsto, non è propriamente un horror, ma nelle sue vene scorre un sangue che fa della ricerca atmosferica e del dubbio psicologico i suoi punti di forza. Si tratta di aspetti comunque molto cari a un certo cinema di genere, e in The Backwoods dispensano incanti a suon di distruzioni introspettive e false piste disseminate ovunque, nei novantatre minuti della pellicola.
Abbiamo tra le mani uno script solido come l’acciaio, che delinea caratteri, profili, disillusioni, speranze e angosce di personaggi indelebili, con intrusioni narrative che si fanno via via sempre più tristi e crudeli. Dal punto di vista dialogico, le parole dei quattro protagonisti si fanno carico di emozioni e sofferenze, e non scendono mai a patti con l’azione, risultando importanti (addirittura fondamentali per leggere la sottile ambiguità del finale) anche nei momenti di maggiore concitazione.
Anche sul piano strutturale siamo di fronte a pura goduria visiva. Forte debitore di Cane di paglia (e citazionista più o meno voluto: la bambina, per movenze e gorgheggi vocali, è uguale alla Newt di Aliens), The Backwoods è un puro concentrato di fiato corto e inseguimenti nei boschi, allusioni agghiaccianti e vane speranze.
Un simile bendiddio narrativo lo dobbiamo al lavoro di Koldo Serra (prima prova dietro la macchina da presa dopo un paio di cortometraggi): i suoi movimenti di macchina sono delicati e morbidi, spesso anche ricchi di simbolismi. La vicenda è narrata con un’eleganza che resta sempre in primo piano, anche quando diventa impossibile ricacciare dentro la ferocia e la brutalità che, dopo piccole intromissioni, esplodono nella seconda metà del film.
La regia è poi bilanciata da un cast ispirato e variopinto, con un Gary Oldman sugli scudi a farla da padrone - non serve ricordarlo, ma non ci sono parole per definire la sua incredibile capacità espressiva. A dispetto delle buone prove di Paddy Considine e Aitana Sanchez Gijon, si è sentita però la mancanza di una personalità più forte per la sinuosa Lucy, interpretata da una Virginie Ledoyen tanto bella quanto immobile e inespressiva.
Inusuale il reparto musicale, che fa affidamento su strumenti tradizionali capaci di mantenere il ritmo su livelli sempre elevati, e concede un che di primitivo all’atmosfera generale. Quindi melodie particolari che, per certi versi, mi hanno ricordato il Mike Oldfield più inaccessibile e sperimentale.
The Backwoods è stata una delle sorprese più eclatanti del 2007, che è filato di corsa tra la top ten di fine anno, anche se con leggero ritardo tempistico. Fatelo vostro.
Voto: 8
(Simone Corà)