Titolo internazionale:
Inside
Regia: Alexandre Bustillo e Julien Maury
Cast: Béatrice Dalle, Alysson Paradis, Nathalie Roussel,
François-Régis Marchasson, Jean-Baptiste Tabourin, Dominique Frot, Claude Lulé, Hyam
Zeytoun, Tahar Rahim, Emmanuel Guez
Anno: 2007
Nazione: Francia
Durata: 83 minuti
Sarah ha appena perso il compagno in un terribile incidente, nel quale lei era alla guida. Lei e il suo bambino non ancora nato si sono salvati, ma il suo stato emotivo è molto instabile. La sera di Natale, quando è sola in casa e sotto leffetto dei tranquillanti, una donna bussa alla sua porta. Lei non aprirà, ma la donna misteriosa troverà il modo di entrare allinterno e dare la caccia al bambino che cresce nel ventre di Sarah.
À linterieur è un luogo altro che ci si immagina protetto dal mondo e dagli urti
che la vita riserva. Sarah, come molte donne al termine della gravidanza, vive dentro il
suo corpo come fosse una trincea. Il bambino che lei ha dentro di sè rappresenta tutto il
suo mondo, dal momento che ha anche avuto la sfortuna di perdere il suo compagno. E
laspetto totalizzante di questa situazione è ben espresso nel concetto archetipo di
Uroboro, un posto indifferenziato e senza tempo, da dove tutti veniamo e dove finiremo per
tornare. Ovvio che un horror incentrato sulla fallace percezione di sicurezza che dà
linterno del corpo della madre debba risultare assai disturbante. Ma i due diabolici
registi, alla loro opera prima, non si fermano qua. Quello che alla fine confezionano è
un horror totalizzante, nella misura in cui linterno della pancia dove abita il
piccolo oggetto delle mire di una donna sconosciuta, presto diviene linterno stesso
della casa. A mano a mano il sangue sporcherà ogni parete e il bianco delle piastrelle
del bagno diverrà schermo sul quale proiettare le peggiori ansie rispetto alla
maternità.
Ma andiamo per ordine, Sarah alla prima inquadratura è già coperta di sangue.
Lincidente nel quale ha perso il suo compagno è appena avvenuto, lei si controlla
la pancia, e poi guarda di fianco a sè. La diagnosi è presto fatta: il bambino cè
ancora, il compagno purtroppo no.
Dopo poche scene in ospedale, la vediamo andare in giro a fare foto nei parchi, foto di
famiglie felici, come quella che avrebbe avuto lei se le cose fossero andate diversamente.
Alla fine decide, contro il parere dellintera famiglia, di trascorrere da sola la
sera di Natale. Si chiude in casa e prende qualche pillola per dormire. Poco prima di
andare a letto una donna bussa alla sua porta, lei non solo non la lascia entrare, ma
chiama anche la polizia, si sa che le donne in gravidanza sono un tantino apprensive.
Da questo momento in poi il film comincia ad insinuare nello spettatore e nella stessa
protagonista, il senso di instabilità tipico di chi sperimenta un intrusione nel proprio
spazio intimo. Come i protagonisti di Ils prima di lei, anche Sarah dovrà fare i conti
con la nuova paura dei cineasti francesi: lintrusione non autorizzata
dallesterno con intenti distruttivi. E se i precedenti sfortunati protagonisti del
disvelamento della recente deriva psichiatrica da cui pare afflitta la Francia attuale,
hanno potuto contare sulla complicità dello spettatore, questa nuova storia è dedicata
in prima battuta alle donne. Solo una donna può davvero capire lorrore di qualcuno
che non solo ti entra in casa, ma che ti vuole prendere un figlio dal ventre. E per meglio
coinvolgere anche quelli che non lo possono sapere, i registi si dedicano al meticoloso
lavoro di estendere lo spazio interno del corpo di Sarah allintera casa. Ecco quindi
spuntare coltelli, forbici, ferri da calza e quantaltro nel tentativo di bucare la
parete oltre la quale il sangue scorre copioso. Lo spazio interno della casa, come anche
quello del corpo, di colpo perdono la loro caratteristica principale, quello di fare da
barriera contro lesterno. E così ogni movimento è teso a lacerare e colpire dove
fa più male, nel tentativo di derubare un corpo e una casa del suo abitante. Le
progressive estensioni della follia strisciano silenziose allinterno delle stanze
per poi esplodere ogni volta che viene aperta una porta. Ad ogni apertura esterna
corrisponde una lacerazione del corpo e, se tutti quelli che entrano in quella casa
finiscono per essere coinvolti è solo perchè il sangue è vischioso e si attacca a
tutto. E poi se come dicono i vampiri: il sangue è la vita, qua di vita ce
nè più che a sufficienza. La battaglia infatti è di natura primordiale, è la
guerra che si fa per proteggere la vita stessa, minacciata in questo caso, non come poteva
apparire ad un primo sguardo dalla follia, ma dalla sfortuna.
Ed è per questo che il film regge, almeno visivamente, certo il plot è semplicistico e
anche un tantino inconsistente, ma la rappresentazione ad un certo punto prende possesso
dellintera operazione, e allo spettatore non importa neanche più di sapere perchè
quella donna voglia fare una cosa così terribile, chi guarda alla fine vuole solo sapere
se ce la farà.
Voto: 6
(Anna Maria Pelella)