Titolo originale: Sweeney
Todd: the demon barber of Fleet Street
Regia: Tim Burton
Cast: Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Sacha Baron Cohen,
Laura Michelle Kelly, Timothy Spall, Anthony Stewart Head, Jamie Campbell Bower, Anthony
Head
Nazione: Usa
Anno: 2007
Durata: 116 minuti
Dopo essere stato imprigionato, dal giudice Turpin, per qualcosa che non aveva commesso, Benjamin Barker fa ritorno a Londra. Là si inventa un nuovo nome, Sweeney Todd, e apre un salone di barbiere sopra il negozio della signora Lovett, che vende "i peggiori pasticci di carne della città". Con l'aiuto della donna, Todd si dedica a ripulire Londra da tutta l'aristocrazia corrotta e, mentre realizza la propria vendetta, tenta di ritrovare sua figlia, che è sotto la custodia del giudice Turpin.
Sweeney Todd è lultimo eroe nero di Tim Burton. Adattamento di un musical di
successo, il film racconta una storia cattiva e senza speranza ambientata nella Londra
vittoriana. Latmosfera è la più gotica possibile, eccessiva persino per
unopera di Burton, che da anni ci fa amare i suoi personaggi più neri, quasi tutti
interpretati da Johnny Depp, fatta eccezione per il terribile cavaliere senza testa del
bravissimo Christopher Walken.
Lalchimia di questultimo lavoro è tutta nelle scenografie e nei colori, solo
infinite variazioni del nero, che qui abita non soltanto il racconto ma soprattutto il
cuore dei personaggi. Il diabolico barbiere, che in fondo ha ragione ma la cui vendetta
supererà presto il punto di non ritorno, è un folle personaggio che da subito inquieta
per lespressione degli occhi e per il demone che si intravede a tratti nel suo
volto.
La Londra vittoriana è senzaltro unambientazione convincente per una storia
di corruzione morale, e la fabbrica dei pasticci di carne della signora Lowett, sembra
immediatamente la versione nerissima di quella del cioccolato del precedente film di
Burton e Depp. Le sfide e i battibecchi, cantati con passione da tutti i protagonisti, si
aprono da subito con il riuscitissimo duetto/duello tra Todd e Adolfo Pirelli, un Sacha
Baron Cohen bravo anche senza la parlata confusa del giornalista kazako. Ed è a partire
dai confronti tra tutti i comprimari che si avverte la disturbante sensazione di avere a
che fare con un mondo marcio. Non uno dei personaggi è interamente buono, sono tutti
intrinsecamente cattivi e perversi, a partire dal giudice, giù fino al povero Toby, che
finirà cambiato per sempre dallesperienza di aver vissuto inconsapevolmente sotto
lo stesso tetto con due psicopatici. Unica nota positiva, ma assai sbiadita, è il povero
giovane che giunge in nave con Todd, il cui nome è Hope, e la cui speranza risulterà in
parte vana.
Il sangue scorre copioso come mai prima in un film di Burton, e se finora aveva lasciato
intuire più che mostrare, in questo caso il geniale regista decide di esagerare ottenendo
leffetto incredibile di avvincere lo spettatore, laddove avrebbe dovuto inorridirlo.
I feticci Depp e Bonham Carter, spesso in combutta col regista per inquietare al massimo
lo spettatore, qua sfoggiano insospettate doti canore, che accrescono lorrore per la
leggerezza con la quale cantano, mentre al piano di sotto si macella carne di dubbia
provenienza. Le conseguenze di una vendetta fuori controllo saranno solo il capolinea
della triste storia del barbiere di Fleet Street; le stazioni intermedie sono costellate
ciascuna da una discesa più profonda nellinferno morale, cui i personaggi sono
condannati senza appello, sin dallinizio. La catena di montaggio che i due diabolici
amanti mettono in piedi, da un lato si riempie di persone marce che debbono per forza
essere giustiziate e dallaltra nutre una popolazione affamata di carne resa gustosa
dallintrinseca cattiveria, del resto lo diceva anche il vampiro Lestat: i cattivi
hanno un sapore migliore.
Ed è su questa nota di ottimismo à là Burton che intendo lasciare lo spettatore a fare
i conti con le possibilità, in realtà piuttosto scarse, di scelta, tra parteggiare per
il diabolico folle duo di assassini, o per lintera società che li ha creati così
come li vediamo.
Voto: 7
(Anna Maria Pelella)