Titolo originale:
Cassandra's dream
Regia: Woody Allen
Cast: Colin Farrell, John Benfield, Clare Higgins, Andrew Howard, Sally
Hawkins, Richard Lintern, Jennifer Higham, Lee Whitlock, Emily Gilchrist
Anno: 2007
Produzione: USA
Durata: 108 minuti
Ian e Terry sono due fratelli che hanno debiti e sogni al di fuori della loro possibilità
di pagamento.
Lo zio ricco sembra dapprima la chiave per accedere alla risoluzione se non facile, almeno
possibile dei loro immediati problemi, ma poi si rivela per quello che realmente è:
lamplificatore involontario delle loro difficoltà, alle quali aggiungerà un
conflitto di coscienza niente affatto facile da risolvere.
La cosiddetta trilogia londinese di Woody Allen ha in realtà un antenato assai precedente
al trasloco europeo del maestro di New York, il lontano ed insuperato Crimini e
misfatti, ambientato in una New York gelida e cinica, il cui portato emotivo
risulterà tale da indurre il suo creatore, negli anni successivi, a correggere il tiro e
a diluirne i contenuti in altri film.
Nel capolavoro del 1989, il protagonista Judah Rosenthal, un bravissimo Martin Landau, ad
un certo punto riassume in una sola frase linizio delle speculazioni su colpa ed
espiazione che ancora oggi si dibattono nella mente e nel cuore del maestro newyorkese:
Dio è un lusso che non mi posso permettere.
Match point, affronta da unangolazione trasversale il problema e ci mostra
levoluzione del pensiero di Allen, in cui la fortuna a volte può consentire una
fuga dalla colpa o peggio dallespiazione che a questa, almeno in passato, sembrava
indissolubilmente legata. Inoltre il film ha dalla sua una buonissima interpretazione del
Jonathan Rhys Meyers, che aveva in precedenza tratteggiato altrettanto bene un ambiguo
David Bowie, il cui fantasma senza nome infestava la bellissima pellicola di Todd Haynes, Velvet
goldmine. Mentre Scoop, seppur più debole, può annoverare una delle più
riuscite macchiette dellultimo periodo del Woody Allen attore, il truffatore
Splendini, e qui la tematica risulta un tantino più annacquata se non a tratti anche
buonista. Ma ecco che con questo Sogni e delitti Allen sembra voler ritornare
alle origini del dibattimento morale che ancora oggi pare opprimerlo.
I due fratelli rappresentano sin da subito le due facce del conflitto del loro creatore:
uno appare vacuo e pericolosamente amorale, per questo destinato al perseguimento del
proprio tornaconto a tutti i costi, mentre laltro, vizioso e terribilmente
distruttivo, darà il via alla vera tragedia. Tutti e due hanno un punto debole, i sogni
che non possono realizzare e la loro dipendenza da essi. Gli auspici sono dei peggiori fin
dallinizio, del resto chi mai comprerebbe una barca dal funesto nome di
Cassandras dream? La mitologia greca è un altro degli amori di Allen, egli
dissemina con passione in molti suoi film citazioni e ammiccamenti, anche divertenti,
quando non usati a monito della direzione drammatica del pensiero del regista. E se un
coro greco che racconta le gesta di Edipo in chiave contemporanea può esser considerato
un aggiornamento divertente, certo con Cassandra cè poco da stare allegri. Stavolta
la citazione scelta da Allen è di quelle funeste, e come Cassandra anche lo spettatore
che capisce da subito come finirà la storia, si sente inascoltato e soffrirà non poco
della sua chiara visione dellepilogo che aspetta i due ingenui fratelli.
Gli attori sono come sempre perfettamente diretti e nella parte, in maniera mai vista
altrove nel caso del vacuo Ewan McGregor, e in precedenza soltanto intuito come possibile
in quello di Colin Farrell.
Ma se spesso in altre occasioni Allen riusciva ad inquietare e contemporaneamente
incantare lo spettatore, a volte con piccole tracce lasciate cadere qua e là, ad indicare
i sentimenti nascosti nel racconto, in questo nuovo lavoro si avverte una freddezza di
fondo che alla fine lascia poco coinvolti. Se è vero che la bellissima colonna sonora di
Philip Glass sottolinea da subito la reale direzione del film, e che la fotografia gelida,
il cui capolavoro è linquadratura finale, regala tutti i brividi che la trama
suggerisce solamente, è nello scarso coinvolgimento dellautore che emergono i dubbi
sul vero intento della narrazione. Allen vuole certo sottolineare il pericolo della deriva
morale data dallimpossibilità di sfuggire ai propri peccati, ma il tutto risente di
una stanchezza di fondo, come se alla fine anche il regista si chiedesse il motivo di
tanto accanirsi a raccontare dilemmi mai risolti e solo per questo sempre attuali.
Voto: 7
(Anna Maria Pelella)