Io sono leggenda

Titolo originale: I’m legend
Regia: Francis Lawrence
Cast: Will Smith, Alice Braga, Dash Mihok, Charlie Tahan, Salli Richardson, Willow Smith
Nazione: USA
Anno: 2007
Durata: 100 minuti

TRAMA

Nel 2012 un virus modificato geneticamente con lo scopo di sconfiggere il cancro sfugge al controllo e contagia il 99% della popolazione mondiale, riducendola ad animali notturni a metà tra un vampiro ed uno zombie. Il dottor Robert Neville è l’unico rimasto a New York dopo l’evacuazione della città, durante la quale ha perso moglie e figlia, e conduce esperimenti nella speranza di sintetizzare un vaccino che possa curare la malattia.

RECENSIONE

Si può decidere di parlare di un film di cui esistono due precedenti versioni ed un romanzo originale, senza tenere conto dell'opera da cui è tratto e dei lavori che ne sono stati ispirati in precedenza ? Forse no, ma sarebbe l'unico modo per parlare senza pregiudizi di questo scempio operato ai danni di uno dei più suggestivi romanzi di Richard Matheson. Tralasciando per un attimo il romanzo, dal momento che spesso ad Hollywood gli sceneggiatori usano stravolgerne i messaggi (basti pensare a quello che è stato fatto ai danni di tutte le opere tratte da libri di Philiph K. Dick), bisogna in primo luogo dire che la leggenda del titolo non è più l'ultimo uomo sulla terra, ma un eroe che si sacrifica perchè gli altri, quindi non è per nulla l'ultimo, possano salvarsi dall'epidemia che li avrebbe ridotti in zombie... Come dite? Neanche nei precedenti film erano zombie, accidenti si trattava di vampiri? Ops, questo dettaglio deve essere sfuggito allo sceneggiatore, o forse non solo non ha letto il libro, ma neanche ha guardato i due film che ne sono stati tratti nell’epoca d’oro delle trasposizioni che se non fedeli almeno non si fingevano tali.
Per chi si trovasse nella fortunata circostanza di non aver mai visto L’ultimo uomo sulla Terra, oppure Occhi bianchi sul pianeta Terra, e magari neanche aver mai letto il romanzo originale di Richard Matheson, posso tranquillamente consigliare la visione di questo presunto adattamento fedele, dal momento che non sapendo, esattamente come lo sceneggiatore, potrà godere appieno di questo gustoso incrocio tra L’ombra dello Scorpione e 28 giorni dopo.
Tutta la prima parte è incentrata sulla figura di Robert Neville, tenente colonnello e scienziato a tempo perso, che tenta di sintetizzare una cura per l’epidemia che ha colpito la popolazione mondiale, dopo che un virus modificato geneticamente era sfuggito al controllo infettando e modificando irreversibilmente le caratteristiche dei colpiti. Il sopravvissuto lancia messaggi via radio, parla col suo cane, e raccoglie cavie per continuare ad avere uno scopo. E fin qui il film regge, eccome. Will Smith e Sam, il cane più espressivo dopo Rin Tin Tin, sono una coppia davvero affiatata e lasciano passare la prima ora senza che lo spettatore abbia mai uno sbadiglio. Gli infetti corrono un po’ nello stile di quelli di 28 giorni dopo e relativo sequel, però hanno anche la fotofobia tipica dei vampiri, e in particolare sembrano più i selvaggi di Fantasmi da Marte. Le trappole e i giri in macchina, leggermente ispirati ai precedenti film, fanno il loro effetto e la recitazione di Smith convince nel momento stesso in cui finalmente rinuncia alle espressioni macchiettistiche e lascia trapelare una recitazione misurata e decisamente adatta alla parte.
Ma nella seconda parte, al sopraggiungere di Anna, la sceneggiatura intensifica la sua parentela con la famosa storia di Stephen King e si imbeve dei deliri religiosi di gran moda nell’America di Bush jr. Anna è una provvidenziale infermiera che salva Neville e va in giro in missione per conto di Dio del quale sente la voce. Se si fosse trattato di un film europeo Anna sarebbe stata internata, ma nell’America di Bush jr. Dio parla molto, in alcuni casi anche a sproposito, spesso quando a sentire è l’orecchio presidenziale, e qui non solo ci dice che esistono altri sopravvissuti, ma ci dà anche l’indirizzo, una comune nel Vermont. Neville, amante di Bob Marley e presumibilmente senza Dio, non le crede, ma lei ovviamente avrà ragione, del resto gliel’aveva detto Dio; fosse stato così preciso sulle armi di distruzione di massa adesso esisterebbe ancora l’Iraq come lo conoscevamo.
Ed è così che un presunto adattamento fedele di un romanzo immortale diviene semplice propaganda per i valori della nazione più potente della Terra, che è attualmente guidata da uno che sente la voce di Dio. Neville decide per un sacrificio assolutamente immotivato, nello spirito dei valori cristiani che affogano tutta la poesia della prima ora di film, e allo spettatore non resta da fare altro che sorvolare sulla palese incongruità del finale di un lavoro che sembra girato da due persone diverse. Un vero peccato perchè la prima ora lasciava sperare, se non in un adattamento fedele, almeno in un discreto film, con in più la sorpresa di un'onesta recitazione, mentre il finale finto religioso e del tutto inspiegabile lascia lo spettatore disorientato e preda del fastidio che prende chiunque avverte una manipolazione del tutto gratuita ai propri danni.
Detto questo mi duole precisare che quelli che invece il romanzo lo hanno letto e hanno magari anche visto le trasposizioni di Ubaldo Ragona e Boris Sagal dovrebbero astenersi dalla visione, o per lo meno avvicinarsi al film come se fosse una sceneggiatura originale che casualmente porta il nome dell’immortale romanzo di Matheson.
Voto: 5
(Anna Maria Pelella)