Titolo originale: Ceot Oi
Kap Gei
Regia: Pang Ho-Cheung
Cast: Simon Yam Tat-Wah, Annie Liu, Nick Cheung Ka-Fai, Irene Wan Pik-Ha,
Candy Yu On-On, Jim Chim Sui-Man, Tan Lap-Man, Gordon Lam Ka-Tung, GC Goo Bi, Siu Yam-Yam
Nazione: Hong Kong
Anno: 2007
Tsim Kin-Yip è un poliziotto che vive stancamente il suo lavoro e la sua relazione di
coppia.
Un giorno gli viene passata una testimonianza di un uomo Kwan Ping-Man che, spiando una
donna in un bagno, aveva sentito parlare di una cospirazione delle donne per uccidere
tutti gli uomini.
La faccenda viene dapprima sottovalutata, ma poi quando alcuni tasselli cominciano ad
incastrarsi, il poliziotto sarà nella difficile posizione di dover trovare delle
risposte, le quali saranno più a portata di mano di quanto lui avesse mai potuto
sospettare.
Immaginate il peggior incubo del post femminismo, mescolate con un pizzico di paranoia ed
immergete nella stanchezza di vivere, mixate ed avrete il piatto più freddo che il cinema
di Hong Kong al momento possa riservare. Il guardone Kwan Ping-Man che spiava le donne al
bagno apre il più pericoloso dei vasi di Pandora, quello che scopre che le donne non sono
solo madri e compagne amorevoli, ma che a volte si organizzano in gruppi per fare
dellomicidio una missione.
Il protagonista della storia non è un eroe, è piuttosto un uomo stanco, anche un pò
fuori contatto e non si accorge di nulla, sente solo che cè qualcosa di strano, ma
quanto non saprebbe dirlo, nè è in condizione di vedere quello che accade sotto il suo
stesso tetto, impegnato comè a passare il tempo un pò al lavoro e un bel pò con
unaltra donna, il cui ex marito apre le danze alla paranoia spiando le donne al
bagno.
I giochi si aprono con unimmagine totalmente in contrasto con la narrazione, alcuni
uomini vestiti solo di calzoncini, pinne e occhiali da sub, martellano senza pietà un
uomo inerme sotto lo sguardo solare del ritratto di Elisabetta II. Subito dopo veniamo
catapultati nella storia del povero maniaco sessuale, che si dichiara tale e pretende
attenzione per la sua scoperta, da questo punto in poi potrebbe accadere di tutto, e per
la verità quello che sembra solo un pretesto per aprire unindagine di polizia
diviene velocemente qualcosa di cui preoccuparsi.
Le donne della cospirazione non hanno volto, ma sono armate e pericolose, e ben presto
facciamo la conoscenza delle due mogli, quella del poliziotto e quella del maniaco, tanto
frustrata e trascurata la prima, quanto amorevole e solitaria la seconda. Il problema più
grosso però non sembra essere la catena di strani omicidi di soli uomini che al momento
si produce in città, ma la stanchezza esistenziale del povero Tsin Kin-Yip che trascura
se stesso e la moglie, in attesa di qualcosa che non ha nome neanche per lui.
Da qui scivolare nel clichè è facilissimo, e infatti il poliziotto si infila nel letto
della moglie del maniaco, vedova fresca e unica donna con il cervello in funzione
dellintera storia. Il racconto a questo punto perde la connotazione poliziesca, per
divenire una triste storia di tradimenti inconfessati, ma scoperti ugualmente, e di dolore
che lacera il cuore ma non perdona.
Il ricordo dellincontro tra il poliziotto e la sua futura delusa moglie, è un
continuo mandare avanti un filmino di qualcosa che non esiste più da tempo, ma che
incistato nellanima provoca lo stesso dolore che tutte tentano di cancellare alla
stessa maniera, senza mai riuscirci davvero. Se ci facciamo coinvolgere in una congiura
per uccidere tutti gli uomini cosè che stiamo negando, se non il bisogno che
abbiamo di essere amate da loro?
Lesodo del titolo è il viaggio mai compiuto dai coniugi che, invece vivono una
separazione provocata dallindolenza di lui e dalla gelosia di lei. La storia si
inerpica lentamente su per il monte della follia, e ce ne offre una generosa porzione nel
flashback dellinfanzia di Cheung Fong, moglie tradita e fallimentare nel suo
tentativo di sfuggire alla paranoia e allo sport attualmente in voga nelluniverso
femminile di Hong Kong. Il tutto filmato con la lentezza dei sogni e con la fotografia
sgranata che ci si aspetterebbe di trovare nel racconto visivo di un delirio. La scena del
karaoke, che si intreccia col finale sospeso che chiude ma non spiega il tutto, è la
rappresentazione visiva meglio riuscita dellintera astrazione mentale e
dellalienazione che tutti i personaggi finiscono per vivere, nella storia delle
vendette post femministe ai danni dellusurpatore dei secoli passati, che qua diviene
solo un triste surrogato del principe azzurro sognato da bambina e del marito assente di
oggi.
Voto: 5
(Anna Maria Pelella)