Titolo originale: The brave
one
Regia: Neil Jordan
Cast: Jodie Foster, Terrence Howard, Nicky Katt, Naveen Andrews, Mary
Steenburgen, Ene Oloja, Luis Da Silva Jr., Blaze Foster, Rafael Sardina, Jane Adams,
Gordon MacDonald, Zoe Kravitz, John Magaro, Victor Colicchio, Jermel Howard
Nazione: Usa
Anno: 2007
Durata: 119 minuti
Erica Bain fa la cronista in una radio di New York e sta per sposare il fidanzato David. Ma una sera mentre i due sono a passeggio nel parco col cane di lei, vengono aggrediti da una banda, lei finirà in ospedale e lui ci rimetterà la vita. Uscita dallospedale Erica tenta una reazione, ma la sua paura è tale che per sentirsi più sicura ricorrerà al sistema che molti americani adottano da sempre, comprare unarma. Solo che nel suo caso, essendo il tutto accaduto dopo lundici settembre, sarà più facile premere il grilletto che girare le spalle ai cattivi che infestano ogni angolo della sua amata città.
Erica è lunica americana che ancora va a passeggio di sera a Central Park,
addirittura col cane e il fidanzato, evidentemente pensa di essere al riparo da tutte le
cose brutte che da sempre succedono in quel posto appena cala la sera. Cose che milioni di
film prima di questo ci hanno già mostrato nel dettaglio, e della cui ennesima versione
si farebbe volentieri a meno. Ma lei non solo vive in un mondo in cui è possibile uscire
di sera a New York e rimanere vivi, ma addirittura nel suo universo basta avere una
pistola e di colpo tutto cambia faccia. Intanto la pistola acquistata illegalmente le
consentirà di continuare a girare di sera, come ormai faceva soltanto Charles Bronson, ed
è infatti a lui che pensa quando nellemporio sotto casa un cattivo, nero e
arrabbiato, uccide la cassiera in sua presenza e rapina la cassa. Ma se il caro vecchio
Charles poteva essere accusato di fascismo, Erica si fa portavoce di un concetto assai
più moderno cioè la giustizia preventiva nellera di Bush. Concetto reso
indispensabile dallinferno in cui è sprofondata la città di Woody Allen, che in
questo caso diviene preda di bande per lo più di colore, che ammazzano come fossero in
guerra. Ovvio che se di guerra si tratta bisogna per forza reagire, e gli americani hanno
un solo modo per reagire, attaccare per primi.
Ecco quindi una normale speaker radiofonica girare armata di notte e incappare nelle
peggiori cose possibili, tutte insieme a due passi da lei e dalla sua pistola, cose che
accadono nellesatto momento in cui lei si trova presente e da sola, con soltanto una
fragile arma tra lei e la prematura morte che senzaltro il bruto multietnico avrebbe
in mente per lei. Ma lui non sa che lei è unamericana di razza pura e che decide di
tirare fuori la grinta e applicare nel piccolo gli insegnamenti del suo presidente, se
qualcuno ti potrebbe colpire, tu spara per primo, giustizia preventiva appunto.
Erica in realtà ha ben poco di umano, in parte grazie senzaltro al fattaccio
occorsole nelle prime inquadrature, ma lei invece di curarsi e magari andare a vivere in
un posto più tranquillo, sceglie di farsi giustizia da sola, come le ha insegnato la
dinastia Bush, e scivola così ben presto nellonnipotenza tipicamente americana anchessa,
e nellespressione cyborg, che dovrebbe simulare un indurimento del cuore, ma che
richiama alla mente dello spettatore il T1000.
Sorvolo sugli interminabili quanto inutili dialoghi con il poliziotto dal cuore buono,
anchegli un archetipo del cinema che non trova nessun riscontro nella realtà, e
sulle innumerevoli azioni di guerriglia che la nostra eroina porterà a termine ai danni
dei neri di New York, tutti cattivi tranne il poliziotto, ovviamente. Passerò
direttamente al finale incredibilmente serioso in cui trova posto finalmente lenunciazione
di ciò che Erica spera di ottenere con il macello che ha inflitto alla città ed allo
spettatore per quasi due ore, in italiano lei rivuole la sua vita, in originale il suo
cane. Tutto qua, niente altro occorre al nostro giustiziere/cyborg, un cane che le ricordi
la sua perduta umanità.
Ora bisogna dire che Neil Jordan è un discreto regista, ha fatto film buoni e meno buoni,
ma adesso riesce assai difficile non notare la propaganda e il sottotesto che urlano in
questo supponente filmetto, che pare un manifesto della peggior specie circa la necessità
di difendersi ed i pericoli di deriva emotiva che questa nasconde. La regia e la
fotografia, solitamente punto forte di Jordan qua vengono pesantemente soffocate dalla
seriosità della narrazione e dalla fissità degli attori.
Jodie Foster ha perso la sua umanità già ai tempi di Panic room, in Inside man iniziava ad essere molto più fredda del possibile persino per la parte che recitava, ma
qua pare davvero un cyborg, che simula le emozioni come neanche in una fiction.
In pratica questo film richiama lattenzione dello spettatore europeo sullo stato
emotivo dellamericano medio di questi tempi, di modo che tutti possano capire come
mai nonostante la loro dichiarata buona fede e il desiderio di esportare la democrazia,
essi poi decidano sovente di votare gente che usa le bombe per risolvere i mali del mondo.
Voto: 4
(Anna Maria Pelella)