Regia: Chung Siu-Hung Billy
Cast: Shawn Yu Man-Lok, Sam Lee Chan-Sam, Monie Tung Man-Lei, Eddie Peng
Wai-On, Ben Ng Ngai-Cheung, Ken Tong Chun-Yip, Osman Hung Chi-Kit, Otto Wong Chi-On, Marco
Lok Lik-Wai, Michael Lam Wai-Leung
Sceneggiatura: Lo Yiu-Fai
Produzione: Hong Kong
Anno: 2007
Feng, un poliziotto che lavora da tempo sotto copertura, rimane coinvolto nellomicidio di un collega per mano dello spacciatore che lo rifornisce, una sera mentre sono appostati in auto a sniffare cocaina. Fai, lo spacciatore credendolo amico gli chiede di coprire le sue tracce e si dà alla fuga. Intanto che Feng cerca di trovarlo, si imbatte nella sua ex compagna, attuale moglie di Fai ed attraverso di lei riesce ad avere un appuntamento con luomo. Nel frattempo si trova a combattere lintera banda di Fai, alcuni dei quali lo accusano di essere un traditore, e lui troverà molte difficoltà a convincerli di non essere un poliziotto. Oltretutto viene riconosciuta la sua responsabilità in alcuni omicidi di malviventi per conto del boss locale. Quando alla fine sarà faccia a faccia con Fai dovrà prendere una decisione.
Hai paura di morire? Solitamente questo tipo di quesiti non trova risposta,
anche perchè molte volte, nei film di Hong Kong si tratta di una domanda retorica, spesso
accompagnata da varie lesioni ai danni degli arti superiori del malcapitato cui viene
posta. Anche in questo film le cose si svolgono esattamente in questo modo, solo che
stavolta riesce meno facile appassionarsi alla sorte di Feng, cè qualcosa nel suo
personaggio che denuncia una certa malafede di fondo, non siamo di fronte al poliziotto
dilaniato dai quesiti morali cui siamo stati abituati dallultimo cinema action
hongkonghese. I suoi scheletri nellarmadio sono reali, ed è sua lintera
responsabilità di quello che di peggio accade in questo film.
La vita dei poliziotti sotto copertura è di per sè assai difficile, e molti sono i
rischi di coinvolgimento diretto che essi corrono nelladempimento della loro
missione. Quello di trovarsi allinterno di una situazione in cui si commette un
crimine è già un grosso problema, ma essere responsabili, sia pure in via indiretta
della morte di un collega è decisamente difficile da spiegare al proprio supervisore.
Parte da questo presupposto il plot, per la verità leggermente derivativo,
dellopera più recente di Chung Siu-Hung Billy, che si spinge poi a descrivere una
storia complicata da una contaminazione di base, Feng è cocainomane e questo lo rende
doppiamente inaffidabile. Il suo procedere è solitario, perchè motivato dalla volontà
di mantenere i contatti coi malviventi da cui si rifornisce, non per arrestarli ma per
coprire il suo coinvolgimento nei crimini che commette come pagamento della merce. Inoltre
la sua amicizia con lo spacciatore e compagno di commissioni lo mette nella difficile
situazione di dover scegliere, non tra lamico e la morale poliziesca, ma tra la sua
vita attuale e lunica possibilità di fuga senza indagini ulteriori. La
responsabilità nella morte di alcuni malviventi poi, rende impossibile la sua uscita
senza conseguenze dalla situazione, nellistante esatto in cui una testimone lo
indica come lultima persona ad aver visto vivo il suo compagno egli si trova nei
guai. E niente di quello che avrà fatto prima, per coprire le sue tracce e i suoi
intrighi servirà a salvarlo dalla condanna. Ma non è questo laspetto che prevale
in questo racconto, in realtà quello che risalta sopra ogni cosa è la totale ignavia del
protagonista, e la sua incredibile spinta autodistruttiva. La cocaina è solo
linizio, e nei tanti flashback vedremo che con questa e con il lavoro sotto
copertura inizia per Feng una sorta di discesa che lo porterà senza esitazioni nel
baratro che tanto attivamente lui cerca per tutta la durata della storia.
Questo è il motivo principale per cui, a differenza di altre pellicole sul tema, non ci
riesce di provare empatia per questuomo mai interamente presente e quasi sempre
attivamente impegnato nella propria personale rovina. Sin dallinizio, con il
ritrovamento dei corpi della cui morte lo scopriremo responsabile, Feng appare assente,
doppiamente assorto nel suo personale inferno di cui la cocaina è solo un aspetto, un
altro è quello della solitudine morale cui egli si condanna dopo aver lasciato che la
donna che ama lo veda per quello che veramente è. A questo punto anche i malviventi con
cui si accompagna acquistano per contrasto uno spessore ed una morale che in lui sono
totalmente assenti. Persino Fai, il piccolo spacciatore che, preda della cocaina perde la
testa e spara ad un poliziotto ci appare interamente nella sua umanità, e il collega
morto è soltanto luomo giusto al posto sbagliato, nel momento sbagliato.
Shawn Yu presta il suo enigmatico volto al poliziotto che sembra racchiudere in sè tutti
gli elementi distruttivi dellintero film, mentre il versatilissimo Sam Lee dà voce
e cuore allingenuità di Fai, regalandogli unumanità rarissima in
quellambiente e totalmente sconosciuta al protagonista.
La regia è pulita e senza sbavature ci accompagna in questa storia nera e senza speranza,
la cui cattiveria è leggermente sottolineata da una bella fotografia. Consigliato solo
agli irriducibili amanti dellaction realistico e quanto mai lontano dalle melasse
hollywoodiane.
Voto: 7
(Anna Maria Pelella)