Regia: Kim Chapiron
Cast: Vincent Cassel, Olivier Bartélémy, Roxane Mesquida, Nico Le Phat
Tan
Produzione: Francia
Anno: 2006
Durata: 96 minuti
Dopo una notte in discoteca, due ragazze decidono di portare nella casa di campagna di una di loro tre giovanotti rimorchiati in un locale notturno. Ma i cinque giovani non immaginano nemmeno lontanamente cosa li aspetta quella notte.
Colpisce come i giovani cineasti francesi quando si accostano al cinema, di genere e non,
tendano a percorrere la strada delleccesso forse convinti, come William Blake, che
conduca al "palazzo della saggezza". Ormai persi per strada Besson e Kassovitz,
gli esempi che si potrebbero fare sono comunque innumerevoli: dal Dobermann di Jan
Kounen al Requiem di Hervé Renoh, da Alta tensione di Aja al Calvaire di Fabrice du Weltz, fino ad arrivare al supponente Gaspar Noé di Seule contre tous e Irréversible. Alla stessa famiglia appartiene questo "Sheitan" di Kim
Chapiron, giovanissimo regista al suo primo lungometraggio. Dopo una notte movimentata a
ritmo di hip hop, tre ragazzi trascorrono la vigilia di Natale in una villa isolata nella
campagna francese nella speranza di fare sesso con due coetanee ma le cose andranno un
po diversamente, cosa facilmente intuibile considerato che Sheitan è uno dei nomi
di Satana. Chapiron eredita tutti i tic espressivi dei suoi predecessori: contaminazione
dei generi, montaggio virtuosistico e schizzato, violenza cruda, insofferenza per le
convenzioni del cinema ed un sano anarchismo di fondo, un po sentito un po
opportunista. A questo si aggiunga il grottesco a fare da collante tra i vari elementi e
voilà, il piatto è pronto, stavolta servito in salsa horror. Non che questo stimoli il
regista ad abbandonare gli stereotipi, che anzi sono elemento essenziale della ricetta
dato che il genere lavora proprio su quelli. I tre ragazzi sono perennemente arrapati come
in un qualunque American pie, mentre i campagnoli francesi sono descritti,
comè tradizione da Un tranquillo week-end di paura in poi, come un branco di
idioti dediti a pratiche incestuose e zoofile. La miscela tra horror e umorismo nero
funziona abbastanza bene ma bisogna dire che il film non esisterebbe senza Vincent Cassel,
talmente entusiasta del progetto da aver partecipato alla produzione. Cassel si conferma
uno dei migliori attori francesi della sua generazione e la sua interpretazione sopra le
righe di Joseph, il mefistofelico fattore della tenuta di campagna, regge da sola
lintero film, per tacere poi del colpo di scena finale, che non sveleremo ma che da
solo vale il costo del biglietto. Per i fan, si segnala anche unapparizione di
Monica Bellucci nei succinti panni di una vampira, in un film visto in tv.
Ci sarebbe poi da chiedersi per quale miracolo in Francia sia possibile produrre film
stimolanti, di valore variabile ma comunque interessanti e non omologati, mentre in Italia
siamo ammorbati da immondizia paratelevisiva,
notti-prima-degli-esami-tre-metri-sopra-il-cielo, con pochissime eccezioni legate
allautoproduzione (Piano 17 dei Manetti, H2Odio di Alex Infascelli)
condannate alloblio per colpa della propria cronica mancanza di mezzi, ma per questo
ci vorrebbe un altro articolo.
Voto: 6,5
(Nicola Picchi)