Titolo originale: Last man
on Earth
Regia: Ubaldo Ragona, Sidney Salkow
Cast: Vincent Price, Franca Bettoja, Giacomo Rossi Stuart
Produzione: Italia, USA
Anno: 1964
Durata: 86 minuti
Un misterioso morbo ha sterminato in tutto il mondo la popolazione, trasformandola in una sorta di zombi-vampiri. Solo un uomo, il professor Robert Morgan (Vincent Price), pare essere scampato al disastro e cerca di sopravvivere come può. Durante il giorno esce per eliminare quanti più vampiri possibile, mentre la notte rimane rintanato in casa assediato dagli stessi esseri. La sua vita scorre monotona e priva di senso fino a quando non farà un incontro inaspettato.
Fino all'ultimo non sapevo se scrivere qualcosa sul film o sul romanzo. In effetti, almeno
negli ultimi tempi, guardo molti più film di quanti libri legga, seppure sia fermamente
convinto (e non sono certo l'unico) che, nella maggior parte dei casi, la carta sia più
forte - artisticamente parlando - della pellicola.
Insomma, come al solito mi ritrovo a parlare del film, ma questa volta la motivazione è
più che valida. Seppure anche in questo caso il libro sia decisamente superiore, c'è
anche da dire che è un libro piuttosto celebre e su cui sono state già scritte parecchie
cose, mentre il film (che è un buonissimo film) è stato sempre snobbato, se non
addirittura dimenticato.
Qualcuno recentemente l'ha riscoperto (il sottoscritto compreso) grazie ancora una volta a
quel piccolo e magico oggetto che risponde al nome di dvd.
Sto parlando de L'ultimo uomo della Terra di Ubaldo Ragona (o come dice
Dardano Sacchetti nel documentario che compare negli extra, di Sidney Salkow) e del suo
corrispettivo cartaceo, Io sono leggenda (qualcuno però lo conosce con il
titolo della sua prima - e infedele - traduzione italiana, I vampiri) di
Richard Matheson.
La genesi di questo piccolo gioiellino è abbastanza travagliata: la prima sceneggiatura
di Matheson fu rifiutata dalla inglese Hammer che cedette il progetto all'americana
"Associated Producers Inc.". Quest'ultima lo propose all'italiana
"Produzioni La Regina", la quale accettò la collaborazione imponendo però
parte del cast e della troupe. Se dalle fonti appare difficile attribuire la regia a
Ragona o Salkow, è più che probabile che la verità stia nel mezzo e che il passaggio di
testimone sia stato dovuto all'insoddisfazione del divo Vincent Price nei confronti della
produzione italiana.
C'è da dire che anche Matheson non rimase particolarmente soddisfatto del lavoro e scelse
così di firmarlo con lo pseudonimo di Logan Swanson.
A discapito delle tante critiche dell'epoca che ne hanno sicuramente compromesso il
successo e seppure non raggiunga la complessità, l'angoscia e la forte critica sociale
del romanzo, L'ultimo uomo della Terra è un film notevole, girato con pochi
soldi in uno splendido e quasi gotico bianco e nero all'Eur di Roma, resa dall'abilità di
Franco Delli Colli così spettrale e inquietante come mai prima (ma neppure in seguito,
direi) si era vista al cinema.
Un film notevole anche perché antesignano dei tempi e precursore di tutto il filone
zombesco (i vampiri con cui ha a che fare Vincent Price assomigliano molto
agli zombi romeriani), oltre che di quello catastrofico o apocalittico.
Importante per la metafora, ripresa appunto da George Romero quattro anni più tardi ne
La notte dei morti viventi, dell'uomo asseragliato dietro le sue paure, ma
anche per il suo valore simbolico (quasi mistico) rappresentato dall'uomo illuminato che
si proclama salvatore dell'umanità e che invece si ritrova ucciso da moderni farisei.
Opprimente, malinconico e profondamente pessimista, in una parola: consigliatissimo.
Tenetelo a mente quando, prossimamente, sarà proiettato I am legend di
Francis Lawrence, con Will Smith protagonista.
Voto: 7,5
(Davide Battaglia)