Dracula di Bram Stoker

Titolo originale: Bram Stoker’s Dracula
Regia: Francis Ford Coppola
Cast: Monica Bellucci, Bill Campbell, Cary Elwes, Sadie Frost, Richard E. Grant, Anthony Hopkins, Gary Oldman, Keanu Reeves, Winona Ryder, Tom Waits
Sceneggiatura: James V. Hart (dal libro di Bram Stoker)
Anno: 1992
Produzione: USA
Durata: 128 minuti

TRAMA

Jonathan Harker viene inviato in Transilvania a trattare la vendita di proprietà immobiliari nel centro di Londra, per conto della sua agenzia ad un nobile del luogo. Facciamo così la conoscenza di Dracula, icona del cinema e della letteratura, che per ricambiare la gentilezza imprigiona il malcapitato e va a Londra usando le proprietà immobiliari come base per il suo regno del terrore.
Mina, la fidanzata di Harker dapprima se ne innamora e poi, dopo la morte della sua migliore amica per mano del conte, contribuisce alla sua cattura ed al suo annientamento.

RECENSIONE

In principio fu Nosferatu, quello di Murnau nel 1922, con Max Schreck, icona dell’orrore nel cinema muto. Poi nel 1931 venne il Dracula della Universal, con Bela Lugosi che ci informava che lui non beve mai... vino. Nel 1958 il Dracula della Hammer con Christopher Lee, inquadrato dal basso sulla scala e nel quale incredibilmente Jonathan Haker finisce ucciso dalle spettrali sorelle, in diretta concorrenza col Dracula di Tod Browing, ancora Universal e sempre con Lugosi. Nel 1979 abbiamo l’incredibile Dracula del sabato sera, quello di John Badham con Frank Langella, fascinoso e poco spaventoso, e con Laurence Olivier che fa Van Helsing. Passando attraverso il Dracula di Andy Warhol per la regia di Paul Morrissey con Udo Kier, da allora in poi in quasi tutti i film di vampiri fino ad oggi, senza distinzione di plot o di qualità, a lui basta esserci.
Per arrivare al Dracula di Dan Curtis, sceneggiato da Matheson con Jack Palance, o a tutta la serie di spose di Dracula, figlie di Dracula, Dracula morti e contenti, Dracula contro Frankenstein, o magari Baci di Dracula fiction all’italiana con Stefania Rocca e Giancarlo Giannini in un’interpretazione alimentare. Una menzione a parte merita il Dracula di Jess Franco quasi originale, già autore di precedenti adattamenti con il sottotesto più saffico della serie. Da allora in poi tutta una serie di film su contesse Dracula, con in testa Ingrid Pitt che fa una Bathory apocrifa, Vlad principe delle tenebre, e su Dracula 2000, 3000, e per finire Dracula Legacy.
In mezzo a tutte queste pellicole il Dracula di Coppola, si erge maestoso ed insuperato ancora oggi, che di vampiri originali e taroccati ne vediamo da non poterne più. Intanto perché bisogna dire che fino a prima del Bram Stoker’s Dracula, che comunque rimane di Coppola e non proprio di Stoker, si poteva ancora dire qualcosa sul vampiro più famoso della storia del cinema e della letteratura. Ma quando Coppola ha deciso di mettere mano al mito, ecco che nessuno può pensare, almeno a tutt’oggi, di aver ancora da inventare per raccontare una storia che ormai conoscono pure i bambini. Visivamente il Dracula di Coppola è il più accurato di tutta la storia del cinema, le soluzioni di regia e la fotografia visionaria lo rendono indimenticabile dal punto di vista delle immagini, e la personalissima tecnica di Coppola riproduce l’estetica barocca del romanzo come nessuno mai prima né dopo di lui. Il gotico del racconto straborda dalle paurose immagini dello sbarco del conte in Inghilterra sotto forma di lupo, che seduce subito Lucy e tutti gli spettatori con la complicità di una fotografia che tocca direttamente l’anima. Un Gary Oldman bravissimo e molto seducente va a spasso per la Londra vittoriana godendosi le nuove meraviglie tecnologiche come il cinematografo, sconosciute là nelle fredde lande da cui proviene, del resto “Transilvania non è Inghilterra” come tiene subito a specificare il conte più longevo della storia del cinema. A passeggio per la città incontra una Mina che somiglia alla sua Elisabeta, e qua il plot si discosta un bel po’ dal romanzo, scarto che aggiunge in parte spessore alla storia e rende fascinoso un personaggio che in origine era la rappresentazione del male assoluto e che ora trova una motivazione alla dannazione che lo rende umano. Mina è una Winona Ryder mai più così composta e signorile che si innamora della parte giovane del conte e della sua educazione retrò, “un principe niente meno” dice lei “io sono il vostro servo” ammicca lui e da allora per il povero Jonathan Harker, un Kanu Reeves prima di Matrix e meno imbalsamato del solito, sarà dura combattere le arti magiche di Dracula. Le strabilianti prove di recitazione dell’intero cast contribuiscono non poco al successo di questo film per molti versi perfetto. Penso ad un Tom Waits che crea il Renfield meglio riuscito che si sia visto, e Anthony Hopkins che dà vita al Van Helsing più cafone dell’intera filmografia su Dracula. Sono lontani gli anni in cui Peter Cushing ci spiegava che Dracula è il male, adesso Van Helsing ci racconta che Lucy non è “una vittima inconsapevole, ma una sfrenata seguace, anzi una volenterosa adepta” con un fare così volgare da mettere i brividi. Del resto è con la stessa finezza che informa Mina della sorte toccata alla povera Lucy, “ha sofferto?” chiede lei “sì ha sofferto, ma poi le abbiamo tagliato la testa e bruciato i resti e adesso è in pace” spiega lui, e a noi come a Mina passa immediatamente l’appetito, anche perché questo delizioso scambio di battute è accompagnato sadicamente dalle immagini in cui Coppola ci mostra il tutto, con una vena leggermente ironica nel montaggio che contribuisce non poco al permanere nella nostra memoria delle scene in questione.
Il resto è storia, la scena dell’impalamento di Lucy appartiene al mito e come quella dell’emersione dal fiume di Willard anni prima, è montata al contrario creando un effetto magico a cui è difficile resistere. Coppola affina una tecnica già di per sé perfetta, con l’esperienza e con l’aiuto di piccoli espedienti tesi a sottolineare e mai ad urlare le emozioni, affinché possano permanere anche dopo la fine del film. Tutto sommato trovandoci di fronte ad un’opera di tale bellezza che sfiora la perfezione, si può perdonare il vezzo di nominare il film Bram Stoker’s Dracula, dal momento che se non proprio di Stoker, Coppola col suo lavoro ci regala sicuramente allo stato attuale il Dracula definitivo.
Voto: 10
(Anna Maria Pelella)

DRACULA - Bram Stoker
Ascolta l'audiolibro: 24 letture (circa 25 minuti ciascuna)
Voce: Tommaso Ragno. Traduzione: Rosanna Pelà