Opera

Regia: Dario Argento
Cast: Cristina Marsillach, Ian Charleson, Urbano Barberini, Daria Nicolodi, Carolina Cataldi Tassoni, Antonella Vitale, William McNamara, Barbara Cupisti
Soggetto e sceneggiatura: Dario Argento, Franco Ferrini
Montaggio: Franco Fraticelli
Musiche: Claudio Simonetti
Fotografia: Ronnie Taylor
Nazione: Italia
Anno: 1987
Durata: 103 minuti

TRAMA

La soprano Mara Cecova è protagonista di un incidente il giorno stesso della prima del “Macbeth” di Giuseppe Verdi, e a sostituirla viene chiamata Betty; lo spettacolo è un successo, ma purtroppo la giovane ragazza ha attirato verso di sè l’attenzione di un maniaco psicopatico a cui piace immobilizzarla, piazzarle dei ferretti sotto le palpebre e farla assistere ai massacri subiti dai suoi cari.
Dopo l’aggressione, però, Betty si rende conto che la stessa scena vissuta quella notte, era la stessa scena che popolava i suoi incubi sin dall’infanzia.
L’assassino potrebbe essere chiunque.

RECENSIONE

Il maestro Dario Argento sfrutta a pieno la sua passione per il teatro e per i grandi autori classici del '700, dirigendo un thriller stremante, misterioso, malato, ossessivo, con una sceneggiatura solida e ben calibrata che fa da sfondo a un'ottima storia di sangue, violenza e tortura.
Il regista romano adopera la macchina da presa dando quasi l'impressione allo spettatore di voler giocare al "gatto e al topo", con il continuo e quasi estenuante uso della steady-cam e di moltissime inquadrature in movimento che a me hanno fatto perfino venire il mal di testa; quasi in ogni fotogramma vengono raffigurate le mani dell'assassino ricoperte da guanti neri che impugnano un coltellaccio che penetra nell'eviscere della sua vittima.
Simbolo portante del film sono i corvi, che oltre a fare da sfondo ad una scenografia macabra e febbrile, svelano l'identità dell'omicida vendicandosi su di esso strappandogli un occhio. Pochissimi stacchi di montaggio e una fotografia non proprio lucida, non sminuiscono affatto la qualità di quest'ultima decente prova del leggendario Re del Brivido che sfoga tutta la sua rabbia prima di cadere in quello che gli artisti chiamano "blocco creativo".
Gustatevi fino in fondo questo oscuro prodotto partorito da una mente allora malsana, ma che oggi, "disgraziatamente" è guarita... Buon massacro!
Voto: 7
(Francesco Manca)