Regia: Dario Argento
Cast: Christian Borromeo, Mirella D'Angelo, Anthony Franciosa, Veronica
Lario, Ania Pieroni, Eva Robins, John Saxon, Carola Stagnaro, John Steiner, Lara Wendel,
Giuliano Gemma, Daria Nicolodi
Musiche: Goblin
Produzione: Italia
Anno: 1982
Durata: 97 minuti
Lo scrittore Peter Neal arriva a Roma per presentare il suo ultimo romanzo "Tenebrae". Purtroppo per lui, il suo soggiorno nella città antica si trasformerà in un vero inferno, a causa di uno spietato serial killer, che inizierà a commettere una serie di efferati omicidi, ispirandosi proprio alle pagine del libro. Peter Neal verrà coinvolto nelle ricerche della polizia, a causa anche delle minacce subite da questo spietato e perverso criminale.
E' sempre difficile catalogare l'opera di Dario Argento. È difficile perchè questo
regista riesce a spaziare in vari generi all'interno dello stesso film. Forse la
definizione più esatta è maestro del brivido. Tenebre è il film in cui il genio di
Argento gioca con lo spettatore, adottando tecniche e ritmi di scena stupendi che
coinvolgono emotivamente dal primo all'ultimo minuto. All'epoca fu una scommessa
pericolosa per il regista, il quale stupì tutti, pubblico e critica, che si aspettavano
la conclusione del ciclo delle madri, dopo Suspiria e Inferno. Argento invece tornò al
thriller classico senza risvolti soprannaturali. Una scommessa pericolosa, ma una
scommessa indubbiamente vinta, in quanto Tenebre è senza ombra di dubbio un piccolo
gioiello della cinematografia italiana. Girato interamente nel quartiere dell'EUR,
rispetto ai precedenti lavori del regista ha ambientazioni più solari, con colori più
candidi (ad esempio il bianco), che servono a contrastare e ad esaltare il colore del
sangue nelle scene splatter. Il protagonista assoluto del film è l'omicidio, visto nelle
sue sfumature più barbare e macabre, considerato come un mezzo della soddisfazione della
perversione sessuale, fine ultimo di un'estetica malata. Magistrale la regia, senza punti
morti; ben strutturata la trama, con l'identità dell'assassino che rimane un mistero fino
all'ultimo; ottime le prove degli attori, tra cui ricordiamo un Giuliano Gemma nei panni
dell'ispettore che a tratti ricorda i film western e una Daria Nicolodi che prosegue il
suo fortunato sodalizio con Argento, colonne sonore come al solito affidate ai Goblin.
In conclusione, secondo me non ci troviamo di fronte all'opera summa del regista, (vedere
altre pellicole come Profondo Rosso o Phenomena), ma di sicuro un film che ha contribuito
a fare di Argento un maestro del brivido, riconosciuto a livello internazionale.
Voto: 7,5
(Nanny Ranz)