Regia: Dario Argento
Cast: David Hemmings, Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Clara Calamai, Eros
Pagni, Glauco Mauri, Macha Meril, Giuliana Calandra
Sceneggiatura: Dario Argento, Bernardino Zapponi
Fotografia: Luigi Kuveiller
Musica: Giorgio Gaslini e I Goblin
Produzione: Italia
Anno: 1974
Durata: 130 minuti
Mark Daly è un giovane pianista americano giunto a Roma per insegnare jazz. Durante una
tranquilla passeggiata notturna un rumore cattura la sua attenzione. È un grido. Poco
dopo, volgendo casualmente lo sguardo alla finestra di un palazzo, si ritrova testimone di
un efferato omicidio, commesso a colpi di mannaia. Senza pensare si precipita
allinterno dellabitazione e, dopo aver percorso un lungo corridoio decorato
con macabri quadri di volti (uno dei quali colpisce particolarmente la sua attenzione...)
trova il corpo senza vita della povera vittima. Insieme alla polizia giunge anche Gianna
Brezzi, unintrepida e ambiziosa giornalista con la quale Mark stringe subito
amicizia. Per il giovane pianista potrebbe essere solo la fine di una brutta nottata, ma
non è così. Di sua spontanea volontà e con laiuto di Gianna, Mark decide di
condurre personalmente le investigazioni.
Ma giocare a fare il detective può essere pericoloso... e di notte, quando suona
uninfantile e terribile nenia, qualcuno muore...
Profondo rosso non è solo il fiore allocchiello dellintera opera
cinematografica di Dario Argento, ma anche una pietra miliare di tutto il genere thriller
(anche se per tanti aspetti sconfina nellhorror vero e proprio). Ogni buon cultore
del settore dovrebbe averlo visto. Chi non lha ancora fatto, può rimediare al suo
quasi irreparabile peccato annullando tutti i suoi prossimi impegni e correndo a
noleggiarlo.
Ne vale la pena.
Uscito nel 1974, sconvolse il pubblico italiano e riscosse notevole successo in tutto il
mondo, in particolar modo in Giappone. Intitolato inizialmente La tigre dai denti a
sciabola, Profondo Rosso è sicuramente il più complesso e riuscito
lavoro di Dario Argento (in futuro molte altre pellicole non saranno di uguale fattura).
La cura dei particolari è il motivo dominante del film, e non soltanto per quanto
riguarda lelemento che svelerà poi lidentità dellassassino: Dario
Argento dimostra tutto il proprio talento con delle trovate brillanti, offrendo
inquadrature ipnotiche di bambole impiccate, biglie che rotolano, coltelli, mani coperte
da guanti di pelle, sguardi che sembrano trapassare lo schermo. E che dire di quella
cantilena infantile che precede ogni omicidio? Lo spettatore rimane immobile davanti alle
immagini e ai suoni, affascinato, stupito, terrorizzato.
Oltre alle geniali trovate del regista, sono almeno altri tre i punti fondamentali per cui
Profondo rosso è diventato uno dei maggiori punti di riferimento del genere
(meritandosi, tra laltro, le lodi di un mostro sacro come Hitchcock). Intanto per la
splendida prova dellintero cast, tra cui spicca quella della bellissima Daria
Nicolodi, che successivamente diventerà moglie di Dario Argento. Poi cè da
sottolineare lutilizzo costante di massicci effetti speciali (sempre presenti nei
film del regista romano) curati dallottimo Carlo Rimbaldi, che rendono la storia
ancora più realistica e quindi più scioccante. Di certo non un film adatto a stomachi
delicati. Questa tendenza a mostrare dettagliatamente le scene più crude, senza omettere
nessun particolare, segnerà il passaggio di Argento dal thriller allhorror. In
ultima analisi, ma non per importanza, è doveroso se non addirittura obbligatorio
menzionare le musiche. Senza di esse, probabilmente, il film non sarebbe lo stesso. Non si
può, infatti, parlare di Profondo rosso senza che alla mente ci sovvenga il
rumore di quella che forse è la più inquietante sinfonia mai concepita. Il pezzo dei
Goblin è di tale grandezza da essere inscindibile dal film; non si possono immaginare
certe scene ormai famose senza quel ritmo incalzante, quel ritmo che man mano diviene
forsennato, frenetico, proprio come i battiti del cuore dello spettatore. Eguali lodi
vanno al jazzista Giorgio Gaslini.
In unintervista rilasciata in seguito alluscita di Non ho sonno,
Dario Argento affermò di non apprezzare quel genere di thriller in cui lassassino
è un personaggio che salta fuori soltanto nel finale, privando lo spettatore
della possibilità di indovinarne lidentità. In Profondo rosso non solo
lassassino è tra i personaggi, ma il suo volto viene esposto persino sulla scena
del primo delitto. Accorgersene, però, è pressoché impossibile (data la trovata geniale
del regista, seppur ripresa da un racconto di Agatha Christie).
Il film riscosse un grande successo anche allestero, uscendo nelle sale giapponesi
con il titolo Suspiria, parte II.
Un successo del tutto meritato.
Voto: 9
(Simone Scataglini)