Titolo originale: The good
shepherd
Regia: Robert de Niro
Cast: Matt Damon, Angelina Jolie, John Turturro, William Hurt, Robert de
Niro, Alec Baldwin
Sceneggiatura: Eric Roth
Produzione: USA
Anno: 2007
Durata: 167 minuti
La vita di Edward Wilson, da giovane studente di poesia a membro fondatore della CIA: i doveri, lamore, il dolore di un agente segreto nei confronti di se stesso e della sua famiglia.
De Niro e la macchina da presa: una storia iniziata tredici anni fa con Bronx, e
che ora, trovato finalmente il giusto compromesso con lo sceneggiatore Eric Roth, può
proseguire, nonostante il grande lasso di tempo lasciato passare.
The good shepherd è un affresco intricato e magniloquente che, attraverso lo
sguardo di pietra di un inusuale Matt Damon, porta a una lettura senza retorica di un
mondo cinico e doppiogiochista, quale quello dei servizi segreti. Edward Wilson
sacrificherà la propria vita, gli amori e i cari, al mandato che si è impegnato a
portare a termine. E la pellicola è un percorso calcolato sin nel minimo dettaglio, che
esplora, seziona, analizza trentanni della sua esistenza, dal primo tenero
batticuore, passando per un burrascoso matrimonio riparatore, quindi via verso
lInghilterra della Seconda Guerra Mondiale, e infine concludendo con il delicato
periodo della Guerra Fredda e dellordigno cubano, sempre pronto a esplodere.
Il metodo scelto è un complicato susseguirsi di episodi, intrecciati su due linee
temporali differenti (presente - il 1961 - e passato), portatori allo stesso tempo di
fascino narrativo ma anche di unantipatica confusione, vuoi per una eccessiva mole
di informazioni che colpisce lo spettatore, o, più che altro, di una predilezione per
limmagine esplicativa preferita ai dialoghi, che lasciano ai soli occhi attenti la
possibilità di comprendere fino in fondo lingarbugliato sviluppo della vicenda.
De Niro, in effetti, è attentissimo, fin troppo, nella definizione del particolare
visivo. Nessun virtuosismo o sbrodolamento registico, sia chiaro, anzi, tecnica in
abbondanza, ma lo spessore di cui è intriso The good shepherd fatica a venir
fuori completamente attraverso una singola visione. E nemmeno lalto minutaggio aiuta
nel difficile compito della quadratura del cerchio. Daltro canto, lo script di Roth
(lo si ricorda come la mente narrativa dietro Forrest Gump di Zemeckis e Munich di Spielberg) è pura goduria strutturale, almeno per lo spettatore esigente, vista
linfinita quantità di temi toccati, ora più superficialmente, ora con più cuore e
passione, e il gioco a incastro, appagante, se non addirittura esaltante in specifici
segmenti.
Laccoppiata De Niro-Roth, quindi, funziona a metà. Presi singolarmente dimostrano
prelibatezze filmiche che strappano applausi, ma riuniti assieme, purtroppo, non riescono
luno a far risaltare come si dovrebbe il lavoro dellaltro. Troppo precisa la
regia di de Niro per la profondità della sceneggiatura, troppo strutturato
lintreccio di Roth per la direzione artistica, fin troppo legata ai soli sguardi
interpretativi.
Il risultato è comunque una pellicola di grande magia narrativa che, nonostante una sorta
di pesantezza di fondo dovuta alla macchinosità del tutto, sa catturare locchio
impegnato dello spettatore pretenzioso. Questo grazie anche alla pregevolezza del titanico
cast, con uno statuario Matt Damon, impassibile cuore di ghiaccio e personificazione
dellautorità, passando per il mestiere esorbitante di un sentito John Tourturro, la
dolcezza e il sentimento di una bellissima Angelina Jolie, senza dimenticare i preziosi
cammei di un invecchiatissimo Joe Pesci e dello stesso de Niro, che regala emozioni
nonostante la piccola particina ritagliatosi.
Voto: 7
(Simone Corà)