Regia: Sergio Martino
Cast: George Hilton, Anita Strindberg, Evelyn Stewart, Luigi Pistilli,
Alberto De Mendoza, Janine Reynaud
Soggetto: Eduardo M. Brochero
Sceneggiatura: Eduardo M. Brochero, Ernesto Gastaldi, Sauro Scavolini
Montaggio: Eugenio Alabiso
Fotografia: Emilio Foriscot
Produzione: Italia/Spagna
Anno: 1971
Durata: 90 minuti
Lisa Baumer (Evelyn Stewart), rimasta vedova in seguito alla morte del marito Kurt in un incidente aereo, si ritrova in possesso di una somma assicurativa sulla sua vita di ben un milione di dollari. La donna si reca ad Atene per incassare la polizza, ma la compagnia assicurativa sospetta qualcosa e incarica un suo agente (George Hilton) di indagare sul caso Baumer. Incassata la somma in contanti, la signora Baumer viene assassinata e i dollari prendono il volo, mentre il commissario Stabros (Luigi Pistilli) e un agente dellInterpol (Alberto De Mendoza), aiutati da unaffascinante giornalista francese (Anita Strindberg), tentano di scoprire la verità...
Secondo thriller diretto da Sergio Martino dopo Lo strano vizio della signora Wardh, La coda dello scorpione risulta forse il più anomalo per varie ragioni.
Innanzitutto per il ruolo femminile. Nel precedente e nei due dellanno successivo,
la donna è vittima o apparente vittima di losche e insospettabili trame di derivazione
familiare. Qui invece la più importante figura femminile del film, Cleo Dupont, è un
personaggio dinamico, con una funzione precisa e decisiva nella risoluzione della
complessa trama intorno alla polizza Baumer. È un thriller più solare, sia per i bei
paesaggi greci e poi per quella presenza costante e costruita ad arte di battute ironiche
che accompagnano lo svolgimento delle indagini sui delitti. È anomalo anche per
lassenza di quella sessualità vissuta e subita in maniera malata e perversa, ma
lelemento propriamente erotico rientra tranquillamente nei canoni stilistici del
genere e non eccede per nulla (la cinepresa di Martino è comunque ben attenta a mostrare
a nudo il seno rifatto della Strindberg, autentica attrazione per il cinema
dellepoca). Lintrigo del thriller è poi decisamente accattivante e
ritmicamente ben condotto. Non mancano scene di crudo realismo espressivo nella
descrizione degli assassinii - in particolare quello del giovane stewart con il vetro di
una bottiglia. Gli attori sono pienamente a loro agio nei personaggi che interpretano.
Hilton nel gigionesco agente assicurativo Peter Lynch, la Strindberg, seducente e astuta
giornalista di cronaca nera, Pistilli in un ben caratterizzato commissario di polizia e De
Mendoza in un agente investigativo intelligente e ironico. Penso si possa considerare il
più appassionante thriller di Martino. La colonna sonora è affidata al maestro Nicolai,
alla seconda collaborazione con il regista dopo il western dellanno precedente, che
ha composto una serie di temi musicali che spaziano dalla tipica cadenza ossessiva con
effetti elettronici dei titoli di testa, al tema damore e, dato il contesto
balcanico, al motivetto folkloristico.
Voto: 8
(Andrea Natale)