Titolo originale: The
reaping
Regia: Stephen Hopkins
Cast: Hilary Swank, David Morrissey, Idris Elba, AnnaSophia Robb, Louis
Dupuy, Andrea Frankle, Samuel Garland, Stuart Greer
Produzione: U.S.A.
Anno: 2006
Durata: 110 minuti
Katherine Winter, scienziata, ma con un passato di ministro del culto protestante alle spalle, una donna che ha abbandonato la fede a seguito di un duplice e tremendo lutto, si occupa di smascherare la mistificazione e lerrore che si nascondono dietro le apparenti manifestazioni ultraterrene. Quando viene contattata dallinsegnante di un piccolo paesino del sud degli States, Haven, nei pressi del quale il fiume ha assunto il colore del sangue, pensa di trovare lennesima spiegazione plausibile ad un fenomeno strano che suggestiona la superstizione della gente. Scoprirà invece che ciò che è in atto nel piccolo paese è qualcosa di molto più serio, poiché si manifesteranno in modo terrificante delle vere e proprie piaghe bibliche. Haven è in realtà lennesimo campo di battaglia delleterna lotta tra bene e male...
Unoccasione sfruttata a metà. Così forse posso sintetizzare al meglio un giudizio
su questopera cinematografica, pur senza unirmi al coro di chi ha stroncato questo
film nella sua totalità, inclusa la talentuosa e affascinante attrice protagonista.
Certo, la Swank ci ha abituato a ben altre prove drammatiche, ma riesce a dare alla
protagonista una vena di autentica sofferenza, e contemporaneamente il suo
arrabbiato scetticismo, tirando fuori un residuo della grinta da boxeur
imparata allenandosi col vecchio Zio Clint. Secondo me il maggior demerito è proprio del
regista che non ha saputo darle lo spazio necessario per sviluppare il suo personaggio,
così come non ha saputo tirar fuori tutte le implicazioni della storia che aveva per le
mani. Mi spiego: il film parte piuttosto bene, e linoltrarsi dei protagonisti nel
silenzioso e inquietante fiume di sangue secondo me è un momento a suo modo memorabile
del cinema horror. Vi è il mistero, vi è la desolazione, cè lannichilirsi
delluomo conscio della sua pochezza di fronte allimponderabile e (forse) in
conoscibile. La bambina, inquietante e bellissima, dà enigmaticità al suo personaggio,
misterioso catalizzatore dellodio di una comunità intera (niente a che vedere con
lespressività della protagonista de Lesorcismo di Emily Rose, ma
anni luce lontana dal piccolo interprete de Il Presagio, remake, ovviamente).
Si può dire che questi siano le punte, il resto del film emerge a fatica, non dal sangue
fluviale della biblica piaga, bensì da un torbido pantano. Dopo questi primi momenti
molto azzeccati, il film sembra virare verso sentieri più comodi ma dalla meta dubbia: le
piaghe sembrano susseguirsi in modo frettoloso, e latmosfera generale va a farsi
benedire, quasi che il regista abbia trovato scomodo dilungarsi nella strada iniziata
(tagli di post-produzione? Si spera, forse un directrors cut in DVD
rivaluterà il film), e verso la fine decide di fare dello spettacolo fracassone
(inutilmente roboante il momento finale; ben più apocalittica, riuscita e memorabile,
invece, la sequenza in cui la bambina scatena la piaga delle locuste allesterno
della fattoria, forse una citazione alla lontana de Lincendiaria ma
molto suggestiva secondo me...).
Altro appunto: lambientazione. Il sud degli States, col suo carico di superstizione
religiosa, degrado sociale e tipico folclore, qui più che in altri film è ritratto in
modo incolore. Vi è un ribaltamento radicale dei ruoli nel finale, ma ciò ha più
leffetto di una trovata di sceneggiatura anziché essere pregno di significati,
secondo me proprio perché manca quella caratterizzazione dellambiente e dei
personaggi che dà giustificazione e plausibilità alla risoluzione della trama.
In virtù di questo, a me non è successo di pormi delle domande, alla fine di questo
film, come mi è accaduto con Lesorcismo di Emily Rose e più ancora con
Lesorcista, e questo secondo me è un difetto non da poco per un film
che va a scomodare nientedimeno che lOnnipotente, il Demonio e il Libro dei Libri.
Cosa rimane alla fine? Rimane la sensazione di aver visto un prodotto più che dignitoso,
che in questi tempi ci disintossica un po dallinflazione di remake,
discontinuo nello sviluppo e nel ritmo narrativo, con momenti ispirati ed altri frettolosi
e dal sapore un po pasticciato, con alcuni momenti spettacolari e di grande effetto,
nonché una delle bambine più inquietanti viste al cinema negli ultimi anni (dopo
Samara/Sadako, of corse). E che lascia nello spettatore la speranza che questa puntata
della Swank nel nostro genere preferito non sia stata occasionale.
Voto: 6
(Vincenzo Barone Lumaga)