Le notti di Salem

Titolo originale: Salem's Lot
Regia: Tobe Hooper
Cast: David Soul, James Mason, Lance Kerwin, Bonnie Bedelia, Lew Ayres, Julie Cobb, Elisha Cook Jr.
Soggetto: Stephen King
Sceneggiatura: Paul Monash
Fotografia: Jules Brenner
Montaggio: Carroll Sax
Scenografia: Mort Rabinowitz
Musica: Harry Sukman
Nazione: Usa
Anno: 1979
Durata
: 112 minuti

TRAMA

Ben Mears, scrittore di successo, torna al suo paese natio per lavorare ad un nuovo romanzo. Ma il suo ritorno coincide con lo scatenarsi di una serie di eventi misteriosi e inquietanti. Strane scomparse, allucinanti apparizioni, morti improvvise e inspiegabili... e chi sono quei due ombrosi individui che si sono appena stabiliti nella cittadina, acquistando “Casa Marsten”, un vecchio casale da tutti giudicato stregato? Nel giro di poco tempo Ben, impegnato da una parte a fronteggiare gli orrori del suo passato, si trova di fronte alla pura incarnazione del male.
Nessuno è al sicuro, specialmente la notte, quando le tenebre scendono e qualcosa vaga in cerca di sangue...

RECENSIONE

Tobe Hooper (regista del celebre “Non aprite quella porta”) ispirandosi allo splendido romanzo di Stephen King, compie un’incursione in un territorio, quello dell’horror, a lui familiare e congeniale. Ma nonostante le ottime premesse il film non riesce a creare mai una vera e propria atmosfera di suspence, di palpitazione, e lo spettatore difficilmente ne è coinvolto. Le causa principale è che con “Le notti di Salem” ci troviamo di fronte all’ennesima rivisitazione di un classico, una storia cioè di vampiri (che nel libro di King ha un taglio originalissimo) affrontata senza mai una trovata brillante che catturi l’attenzione, che stravolga la monotonia di un soggetto già visto e rivisto. Lo spettatore non riesce mai ad immedesimarsi, a dimenticarsi anche solo per un attimo che è tutto finto, neanche nei momenti cruciali. Inoltre le non eccellenti musiche di sottofondo non aiutano certo in questo senso e così la tensione che si avverte nel vedere il protagonista pavoneggiarsi con una ragazza, Susan Norton, è pressappoco la stessa di quando lo si vede entrare nel covo di Barlow, il capo dei vampiri. Insomma, i sussulti sono pressoché inesistenti.
Tuttavia il film ha le sue note positive. Intanto la pellicola è, in linea di massima, abbastanza pertinente con il libro, cosa di solito piuttosto rara (ogni regista che si impegna a rispettare una certa traccia va in qualche modo lodato). L’interpretazione dei personaggi, poi, è discreta così come lo sono i costumi. Soprattutto, però, “Le notti di Salem” ha il merito di restare fino alla fine un film horror. Mi spiego meglio. Durante tutta la durata della pellicola non ci sono mai scene pacchiane, poco legate alla storia o addirittura banali, come spesso accade nei film scadenti di questo settore. Insomma, sebbene Hooper non riservi mai trovate brillanti, non ne offre nemmeno di sciocche. Per spiegare meglio questo punto riporto una frase, di John D. MacDonald: “Due dei generi più difficili in cui cimentarsi sono l’humour e l’occulto. In mani incapaci, l’humour diventa funebre e l’occulto diventa comico”. La citazione si riferisce alla narrativa, ma è ugualmente calzante. Fortunatamente, dunque, Hooper evita di trasformare una storia di paura in un comico di cattivo gusto.
Tirando le somme, non un film pessimo, ma di sicuro una pellicola che non lascia il segno. Chi ha avuto la fortuna (e in questo caso la sfortuna) di leggere prima il libro rimarrà con l’amaro in bocca, mentre per gli altri sarà un film come tanti, magari meglio di alcuni ma sicuramente peggiore di molti (come ad esempio, per citare un'altra opera dello stesso genere, l’eccellente Intervista col vampiro). Un peccato, perché la storia è davvero bella, e in altre mani avrebbe magari trovato migliore fortuna cinematografica.
Voto: 5,5
(Simone Scataglini)