Non aprite quella porta: l'inizio

Titolo originale: The Texas chainsaw massacre: the beginning
Regia: Jonathan Liebesman
Cast: Jordana Brewster, Taylor Handley, Diora Baird, R. Lee Ermey, Andrei Bryniarski
Soggetto e sceneggiatura: Sheldon Turner
Fotografia: Lukas Etlin
Montaggio: Jonathan Kibman, Jim May
Scenografia: Marco Rubeo
Costumi: Marian Ceo
Produzione: USA
Anno: 2006
Durata: 90 minuti

TRAMA

Nel 1939 una donna che lavora in un mattatoio muore dando alla luce un bambino sfigurato.
Il bambino viene ritrovato dentro un cassonetto dell’immondizia da un’altra donna che decide di allevarlo. Il ragazzo cresce disturbato, maltrattato dal patrigno e incline a mutilarsi il viso.
Nel 1969 quello stesso mattatoio che lo ha visto nascere e nel quale lavorava, viene chiuso per cessata attività.
Tutto questo viene spiegato nei 5 minuti di pellicola iniziali, giusto per non annoiare durante i titoli.
Questo è considerato L’INIZIO, come prometteva il titolo.
La restante ora e mezza parla di quattro adolescenti (non mi dire!) che hanno un incidente con l’auto (ma stai scherzando?) e finiscono nelle grinfie della famiglia di Leatherface (no, ti confondi con il primo).
Il massacro ha inizio... cioè, ricomincia daccapo... sì, insomma, di nuovo.

RECENSIONE

La domanda che si sono fatti alla New Line Cinema era semplice: come facciamo a riportare Faccia-di-cuoio sul grande schermo?
- Proponiamo agli spettatori un prequel, visto che vanno tanto di moda.
- Giusto! - dice un altro - ma non rischiamo facendo qualcosa di nuovo, il primo era piaciuto.
- So io - interviene il più saggio - raccontiamo la stessa identica storia del primo, tanto non se ne accorge nessuno.
L’entusiasmo innesca proposte che fioccano da tanto è facile il progetto.
- Mettiamoci tanto sangue, tanto a chi vede quei film non importa la trama.
- Eccomi! - strilla qualcuno - ho fatto le fotocopie che mi avete chiesto, ma siete sicuri che sia legale? - Chiede spiattellando sul tavolo il copione di “Non aprite quella porta”, firmato da Tobe Hopper.
- Certo, abbiamo i diritti - lo tranquillizza il collega.
- E con i personaggi come facciamo? - Chiede allarmato un ragazzo giovane. Si vede che è appena arrivato, che non è del mestiere.
- Cosa intendi? - Gli domandano i veterani.
- Bè - comincia timidamente - La famiglia di Leatherface comparirà nel seguito e quindi nessuno dei membri può morire, contrariamente a tutti gli altri che andranno in scena...
Silenzio.
- Quello che voglio dire - cerca di farsi capire il ragazzo sentendo il peso degli sguardi - è che si sa già come dovrà finire.
Tutti scoppiano a ridere e gli allungano pacche sulle spalle.
- Io vado a pranzo, chi viene con me? - Urla qualcuno mentre altri vanno a prendersi un caffè. Tutti fuggono tranne il ragazzo che rimane da solo a pensare in quella grande sala cosparsa di poster del film da lanciare.
Sulla locandina osserva Tommy passeggiare con in mano la sua motosega e pensa che dovrebbe essere lui il protagonista. Scrive e riscrive. Lascia diverse pagine accanto al copione del primo film pronto per essere riadattato, dove spiega che una buona cosa sarebbe parlare solo di Leatherface, analizzare la sua infanzia, descrivere le cose dal suo punto di vista, giocare con la sua pazzia. Poi esce e torna a casa.
Si reca al lavoro il giorno dopo e trova già i suoi colleghi attorno alla grande scrivania: lavoro d’equipe.
- Come lo facciamo morire questo?
- Non so, ma fallo sanguinare.
- Un martellone dici che risulta banale?
- No, ma basta che ci sbrighiamo che ho un appuntamento.

 

Altri si consultano su come sviluppare le caratteristiche dei personaggi che appaiono nel secondo episodio (per ordine cronologico).
- ‘Sto vecchio deve perdere tutte e due le gambe, ma nel copione viene ferito a una...
- Riscrivi quella parte.
- Non ho proprio voglia...
- Allora fottitene, trova semplicemente il modo di equilibrare la cosa.
-Giusto... equilibrare, ecco la parola che mi mancava.

 

C’è un forte aiuto reciproco.
- Devo mettere in bocca al falso sceriffo una scusa per convincere Faccia-di-cuoio a uccidere un tizio.
- Scrivi che è uno di quelli che lo prendeva in giro a scuola...
- Ma non sembrerà buttato lì a caso?
- Ma no, ricordati solo di metterci sangue.

 

Il lavoro di squadra è incessante.
- Questo tipo come fa a diventare lo sceriffo?
- Uccide uno sceriffo.
- Grazie, cavolo, non ci avevo pensato... se non ci fossi tu.

 

Così, entro mezzogiorno, tutto è pronto. Rimane solo un dubbio.
- Chi ha scritto queste trenta pagine?- Domanda qualcuno.
- Io - Fa calmo il ragazzetto.
- Bravo, davvero bravo, si è pensato di comprimerle. Occuperanno i primi cinque minuti del film, contento?
Tutti se ne tornano a casa, hanno lavorato sodo, guadagnandosi il pomeriggio libero.
- Qual è il programma per domani? - Butta la domanda qualcuno.
- Il sequel “Non aprite quella porta - la conclusione”, le trilogie vendono molto nell’horror.
- No - li corregge un altro - domani dobbiamo lavorare con Roth alla sceneggiatura di Hostel 2.
Voto: 2
(Crescizz)