Titolo originale: Plan 9
from outer space
Regia: Edward D. Wood Jr.
Cast: Bela Lugosi, Maila Syrjaniemi (a.k.a. Vampira), Gregory Walcott,
Lyle Talbot Tor Johnson, Tom Keene, Duke Moore, Criswell, Mona McKinnon, Carl Anthony,
Joanna Lee, Dudley Manlove, Paul Marco, David De Mering, Bill Ash, Reverend Lynn Lemon,
Tom Mason
Soggetto e sceneggiatura: Edward D. Wood Jr.
Fotografia: William C. Thompson
Montaggio: Edward D. Wood Jr.
Colonna sonora: Wladimir Selinsky
Scenografia: Tom Kemp
Costumi: Richard Chaney
Produzione: USA
Anno: 1959
Durata: 79 minuti
Un gruppo di scienziati extraterrestri scende in missione sulla Terra per avvisare gli
uomini di una terribile arma di distruzione in loro possesso, la cosiddetta Bomba
Solare, in grado di annientare ogni forma di vita e distruggere lintero
universo.
Ma si tratta solo di un messaggio destinato a scontrarsi con la fredda indifferenza dei
governi planetari; è per questo motivo che gli alieni, una volta tornati sulle loro
astronavi, decidono di attuare un piano micidiale con il quale porre fine alla minaccia
nucleare degli umani: il Piano 9, fantascientifico progetto capace di riesumare i morti e
scatenarli contro gli stessi uomini.
Nessuno sembra in grado di fermarli, tranne una misteriosa coppia di sposi.
Strano destino quello di Ed Wood.
Infamato, criticato, deriso.
Considerato il peggior regista di tutti i tempi.
Un fallito.
Un eterosessuale con la passione del travestitismo.
Un folle.
Niente di più.
Eppure, ormai, dovremmo saperlo che un uomo viene sempre preso per pazzo quando gli altri
non riescono a carpire limportanza e la grandezza delle sue scoperte, delle sue
idee.
Schiavo di un anonimato asfissiante, del successo sfiorato e poi mancato, del fallimento,
di un alcolismo che lo ha portato ad una misera morte senza soldi, senza casa, senza
niente.
Sul divano di un amico, dopo esser stato cacciato di casa dal proprietario insieme alla
seconda moglie.
Solo, con la gloria di essere il peggiore di tutti (questo grazie a due
critici underground degli anni 80 come Harry e Micheal Medved).
Wood non ha mai conosciuto tanta adorazione in vita quanto quella che, grazie anche
allomonima opera di Tim Burton (Ed Wood, 1994) ed allincredibile
rivalutazione negli ultimi anni di un certo cinema di nicchia, il B - movie (di cui può
essere considerato lindiscusso padre fondatore), ha reso giustizia ad un artista che
per troppo tempo era rimasto seppellito nella polvere di qualche desueto libro sulla
storia della settima arte.
Questo era Ed Wood.
Unartista.
Nel suo genere.
E questo è anche Plan 9 from outer space: lopera darte, il capolavoro,
limpresa più ambiziosa.
Un film che riesce perfettamente in quello che è ovvero lonesto ed umile prodotto
di un uomo incredibilmente innamorato del cinema, come forse nessuno mai sarà in grado di
essere.
Sopra ogni cosa, non la sua incerta direzione, non latmosfera risibile o la
recitazione perlopiù approssimativa di alcuni attori, ma la sua formidabile
trasparenza: il definire come dettagli il filo di una canna da pesca che regge
unastronave costruita per lo più con della semplice carta stagnola, una scenografia
improvvisata con cimiteri fatti di moquette e lapidi in polistirolo o, meglio ancora,
delle scene di guerra rubate a qualche mitico documentario della National Geographic.
Il progetto, privo di alcun tipo di fondi, fu finanziato da una piccola comunità battista
californiana, alla quale il nostro aveva promesso che gli utili ricavati dalla pellicola
sarebbero stati utilizzati per la produzione di film a sfondo religioso: punto cruciale
dellaccordo era la conversione al credo battista di tutto il cast.
Ed accettò, ma la realizzazione dellopera fu comunque molto travagliata: lo stesso
Bela Lugosi, ormai in declino, morì non appena iniziate le riprese a causa di una
complicazione cardiaca e, per tutto il tempo, fu sostituito da un Tom Keene,
fisioterapista e controfigura dellattore ungherese che un tempo fu Dracula (1931), costretto a recitare con un cappello in testa senza mai essere inquadrato in
volto.
Ad affiancarlo, unaltra decadente diva televisiva degli anni 50: Maila
Syrjaniemi, meglio conosciuta come Vampira, enigmatica figura madrina di ogni goth-girl
che si rispetti, qui nelle vesti di una poco credibile ghoul, una non-morta
risvegliata da alcuni scienziati alieni.
In questo incredibile teatrino del bizzarro e del basso costo, lunica nota
positiva è forse rappresentata da una trama che, oggigiorno, avrebbe
rappresentato un autentico gioiellino della fantascienza.
In fin dei conti di cosa ci meravigliamo?
Da cosa possono essere sorpresi, ormai, i nostri occhi?
Abbiamo visto Bruce Willis atterrare sopra un asteroide lanciato alla velocità del suono
per poi farlo saltare in aria con un dispositivo atomico impiantato nella sua superficie,
oppure Sylvester Stallone scalare una parete di ghiaccio a mani nude e sopravvivere, a
mezze maniche, in una tormenta di neve.
Adesso chi è il folle?
Voto: s.v.
(Stefano Ricci)