Titolo originale: Lost
highways
Regia: David Lynch
Cast: Bill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty, Robert Blake,
Robert Loggia, Micheal Massee, Jack Nance, Richard Pryor, Henry Rollins, Giovanni Ribisi,
Twiggy Ramirez, Marilyn Manson
Soggetto e sceneggiatura: David Lynch, Barry Gifford
Fotografia: Peter Deming
Montaggio: Mary Sweeney
Colonna sonora: Angelo Badalamenti
Scenografia: Patricia Norris
Costumi: Patricia Norris
Produzione: USA
Anno: 1997
Durata: 135 minuti
Frad Madison (Bill Pullman), di professione sassofonista, vive in una splendida villa
insieme allaffascinante moglie Renee (Patricia Arquette), ossessionato
dallidea che questultima lo tradisca. Una mattina, al citofono, qualcuno
annuncia alluomo che Dick Laurent è morto e gli lascia sui gradini
dellabitazione una misteriosa videocassetta, che risulta essere solo la prima di una
lunga serie.
Una di queste, lultima, riprende proprio il protagonista accanto al corpo senza vita
della moglie.
Pur non ricordando nulla dellomicidio, Fred viene arrestato e condannato a morte ma,
durante la notte, è vittima di una strana mutazione che lo trasforma nel giovane
meccanico Pete Dayton (Balthazar Getty), pupillo del malavitoso Mr. Eddy (Robert Loggia).
Del tutto sconosciuto alle autorità, il giovane viene rilasciato...
"Strade perdute" costituisce un esempio di cinema moderno maledettamente noir e
terrificante, percorso da decine di sentieri sconosciuti, ognuno avvolto da una propria
luce misteriosa che gioca a dissolversi fino a tramutarsi in oscurità.
È il trionfo di un simbolismo estremo, ambiguo, deformante, che frammenta in mille pezzi
la nostra stessa identità fino a renderla irriconoscibile.
Ancora una volta, come lo stesso Lynch ci ha insegnato nel corso della sua formidabile
carriera, la soluzione, la chiave di interpretazione del viaggio iniziato con
lepitaffio Dick Laurent è morto, è racchiusa nel sogno,
nelluniverso onirico inteso come fuga da una realtà che ci appare crudele ma che,
paradossalmente, non fa altro che riflettere le nostre stesse atrocità.
Per dirla con le parole del regista, "Strade perdute" è un "film composto
della materia di cui sono fatti gli incubi"... e quale peggior incubo se non quello
di scendere negli abissi della propria inconsapevolezza?
Nel ricercare una verità che sappiamo di non voler conoscere?
Ad ogni causa non corrisponde più un effetto, non cè un prima, né un dopo. Gli
eventi non sono il frutto della realtà, ma del COME essi vengano ricordati nella realtà,
del come essi vengano selezionati o rimossi dai nostri meccanismi di autodifesa. Del come
questi ci permettano di sopravvivere. È un viaggio senza ritorno, circolare, percorso
attraverso la superficie delle apparenze in un moto difforme, non orientabile, che ricorda
quella del nastro di Moebius. Esiste un solo lato ed una volta percorso ci troviamo
inesorabilmente dalla parte opposta. Una dicotomia espressa perfettamente nella splendida
fotografia di Deming, ormai fedele collaboratore delluomo di Missoula, capace di
convogliare il dramma lungo un binario composto da forti contrasti, filtri, sfondi neri ed
ombre secche.
Una scelta che privilegia lintrospezione dei personaggi, la loro caratterizzazione
psicologica ed arricchisce la formula finale di numerosissime altre sfumature.
Ovviamente non si può parlare del cinema di David Lynch senza nominare il reparto sonoro,
affidato ad un Badalamenti più inquietante che mai; a mio avviso, molto azzeccata è
stata anche lidea di affiancare ai brani del compositore italiano numerose altre
canzoni più tipicamente hard rock-oriented (Marilyn Manson, Rammstein, Nine Inch Nail,
This Mortal Coil e compagnia guasta) capaci di accompagnare al meglio quei momenti di
maggiore offuscamento mentale dei protagonisti.
Interpretazioni nel complesso buone, con una particolare menzione per un ispiratissimo
Bill Pullman e per il solito, grande, Robert Loggia.
Da segnalare la presenza dellimmancabile Jack Nance, attore - feticcio lynchiano,
presente in ogni pellicola del maestro e di Robert Blake (recentemente
accusato di omicidio) nella parte dellUomo Misterioso.
In definitiva, "Strade perdute" è un capolavoro estetico, mai fine a se stesso,
unesperienza totale, indimenticabile, che lascia appagati e soddisfatti.
Mai delusi.
Voto: 9/10
(Stefano Ricci)